«Ashya non ha più il tumore», guarito il bambino fuggito con i genitori dall'Inghilterra per curarsi con i protoni

«Ashya non ha più il tumore», guarito il bambino fuggito con i genitori dall'Inghilterra per curarsi con i protoni
Lunedì 23 Marzo 2015, 19:41 - Ultimo agg. 25 Marzo, 12:42
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«Non ha più il cancro», hanno dichiarato al giornale inglese “Sun” i genitori di Ashya King, il bambino britannico di cinque anni che dopo una lunga battaglia legale internazionale è atto sottoposto a una innovativa terapia con protoni a Praga.



Brett King, padre del piccolo, ha dichiarato che una recente tac ha mostrato che non ci sono più i segni del tumore al cervello di cui era affetto.



La vicenda dei King ha attirato l'attenzione dei media di tutta Europa dopo che i genitori, la scorsa estate, erano fuggiti con Ashya dall'ospedale inglese di Southhampton in cui era ricoverato e lo avevano portato in Spagna, dove hanno un'altra casa, per raccogliere i soldi encessari ad iniziare le costose cure al Proton Therapy Center di Praga, non disponibili nel Regno Unito.



I due sono stati arrestati perché lo avevano sottratto andando contro il parere dei medici britannici ma poi rilasciati.

Allora il bimbo sembrava in gravi condizioni: il medulloblastoma, il tipo di tumore di cui era affetto, lo avev costretto su una sedia a rotelle, incapace di parlare e di muoversi. E lo aveva obbligato ad essere nutrito tramite un sondino.



«Se avessimo lasciato Ashya nelle mani del servizio sanitario inglese, oggi non sarebbe qui con noi. Era troppo debole e non sarebbe sopravvissuto» ha dichiarato la madre, Naghemed King.

Dopo due mesi di terapi a Praga le sue condizioni sono invece migliorate in modo evidente: dimesso nell'ottobre 2014 era tornato con i genitori in Spagna pr venire sottoposto ad altre cure e alla riabilitazione. Iva Tatounova, del centro nella Repubblica ceca, si è detta entusiasta per la notizia ma ha sottolineato che «noi non facciamo miracoli».



Nelle immagini diffuse dalla famiglia il piccolo può giocare a calcio, anche se aiutato dalla madre. e finalmente vivere quasi come uno dei suoi coetanei.

I medici, però, sono divisi.

«Non nego che la terapia coi protoni abbia i suoi vantaggi, ma penso che non sia l'unica che possa garantire effetti del genere», ha dichiarato Nick Plowman, oncologo all'ospedale great Ormond Street di Londra, uno dei maggiori centri pediatrici britannici. Per ora l'ospedale di Southampton dove il piccolo era ricoverato non vuole commentare.



La terapia con protoni alla quale è stato sottoposto a Praga il bimbo inglese è praticata anche in Italia, nel Centro nazionale i adroterapia oncologica (Cnao) di Pavia, uno dei sei centri al mondo dove vengono impiegati protoni e ioni carbonio per curare le neoplsie più aggressive, resistenti alla radioterapia e non operabili. La terapi consiste in fasci di particelle subatomiche prodotte da un acceleratore simile a quello del Cern di Ginevra.