Asilo-lager a Roma, la mamma che ha denunciato: «Mio figlio a casa con lividi e sangue, mi davano della pazza»

Asilo-lager a Roma, la mamma che ha denunciato: «Mio figlio a casa con lividi e sangue, mi davano della pazza»
di Alessia Marani
Mercoledì 9 Gennaio 2019, 08:55 - Ultimo agg. 12:58
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Mamma Michela, 24 anni, è ancora sconvolta. «Mi hanno persino detto che ero una pazza, invece è tutto vero: mio figlio, ma anche altri bambini, quelle maestre e quella bidella, li maltrattavano: insulti, spintoni, schiaffi. Dico a tutte le mamme: ascoltate i vostri figli perché i bimbi coi loro gesti, anche se non parlano, comunicano il disagio. I bambini non si toccano mai e queste persone sono bestie. Non devono cavarsela con i domiciliari, devono andare in galera e stare lontano dalle scuole. Questo il ministero, il sindaco, o chi per loro, ce lo deve garantire».

Michela lei ha trovato il coraggio di denunciare i suoi sospetti, che cosa ha provato oggi nel vedere le immagini riprese dalle microcamere nell'asilo?
«Mio marito e io siamo choccati. Mi rimbombano nella mente le parole della preside che al saggio di Natale elogiava queste collaboratrici. Mi ha chiamato un'altra mamma prima, in lacrime, dopo avere visto anche il suo bambino nel video dei carabinieri. Mi ha chiesto perché non l'avessi avvisata, ma non potevo perché c'erano le indagini in corso. Il mio, col grembiulino azzurro, veniva lanciato per terra dalla maestra».

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Aveva capito subito che qualcosa non andava?
«L'anno scorso abitavamo a Roma, a Boccea, e mio figlio andava all'asilo di Bastogi. Si trovava bene, era contento di andare a scuola. E nonostante avesse solo 2 anni e mezzo, al San Giuseppe di Ariccia, dove ci siamo trasferiti, a settembre, lo hanno preso come anticipatario perché era indipendente, mangiava da solo e non aveva più il pannolino. Poi è regredito: non mangiava più e non voleva essere lasciato solo; tuttora si sveglia di notte urlando e quando passa davanti all'asilo trema e piange: «Maestra picchia», mi dice. Il 3 ottobre il primo segnale».

Che cosa è successo il 3 ottobre?
«Mio figlio è caduto nel cortile della scuola, l'ho visto io dalla finestra che affaccia proprio sul giardino. Piangeva e aveva la faccia sporca di sangue, sono corsa sotto e le sue maestre nemmeno se n'erano accorte. Aveva un dente rotto e quattro che si muovevano. L'abbiamo portato all'Odontoiatrico di Roma, ed è stato anche ricoverato. In quell'occasione la caduta era reale, ma il 10 ottobre c'è stato un nuovo episodio».

Ovvero?
«Mi chiamano da scuola questa volta. Il bambino ha la bocca piena di sangue. Mi dicono che è caduto ancora. Ma lui mi ripeteva: «Maestra picchia». E poi un compagno me lo ha confermato: Gli ha dato le botte la maestra. So che un'altra bimba è tornata a casa con la faccia tumefatta, pure lei caduta. Non solo, qualche giorno dopo vedo un livido sulla coscia di mio figlio, poi un'ecchimosi sull'avambraccio. Altri lividi sono comparsi su un fianco e un giorno ho trovato il segno di una manata, di cinque dita, stampato sul suo sederino. Nel frattempo, però, ero già andata dai carabinieri portando foto e video di mio figlio che si lamentava. Dalle finestre di casa sentivo le urla continue della maestra Franca, mi chiedevo ma che succede là dentro?. Se non fosse stato per il comandante e per il maresciallo Diego, sarei crollata, forse avrei commesso una sciocchezza».

Intende che avrebbe voluto farsi giustizia da sè?
«Probabilmente. Una volta la bidella, la più cattiva, lo ha insultato sotto i miei occhi. Lui quando arrivava lei, tra le 12 e le 14, se la faceva sotto. Ho sentito dirgli: «Se ti fai la cacca sotto un'altra volta, ti faccio il cu..o viola, ti metto in castigo al buio senza giocare». Dissi a mio marito di andare lui a prendere nostro figlio a scuola, sennò non so che avrei fatto. Ci vogliono le telecamere sempre a scuola».

Perché dice che le hanno dato della pazza?
«All'inizio le persone con cui mi sono confidata mi dicevano ma sei sicura, guarda che poi passi i guai. Io invece sono voluta andare avanti».
 

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