AstraZeneca, si indaga sui casi sospetti: dal dentista e la prof romani alla signora di Napoli

AstraZeneca, ora si indaga sui casi sospetti: dal dentista romano alla signora di Napoli
​AstraZeneca, ora si indaga sui casi sospetti: dal dentista romano alla signora di Napoli
di Camilla Mozzetti
Martedì 16 Marzo 2021, 00:23 - Ultimo agg. 23:22
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A 46 anni si è accasciato sulla strada di fronte casa e non si è più rialzato. È morto così un odontoiatra romano L. M., lo scorso 11 marzo a pochi metri dalla sua seconda abitazione sulla via dei Laghi, a Rocca di Papa (Castelli Romani). Morte naturale causata da un infarto ma la famiglia ipotizza invece che dietro al decesso ci possa essere una correlazione con il vaccino che lo specialista aveva ricevuto quasi un mese prima, il 19 febbraio. Forse è solo un’ipotesi ma sufficiente per i parenti a sporgere denuncia in Procura.

Del resto, in pieno panico da vaccinazioni, ormai le segnalazioni si moltiplicano. Dopo i tre casi di decesso in Sicilia della scorsa settimana, e il professore-musicista morto nel fine settimana a Biella, Sandro Tognatti, di cui oggi verrà fatta l’autopsia, ieri a Napoli il malore di una signora - Sonia Battaglia, 54 anni - è stato subito messo nel mirino degli inquirenti. La donna lotta tra la vita e la morte all’ospedale del Mare, ricoverata in terapia intensiva dopo una dose AstraZeneca del lotto ABV5811, lo stesso del professore biellese.

Come il musicista, non aveva patologie pregresse: «È sempre stata sana come un pesce - raccontano i famigliari - e anche dopo il vaccino sembrava stesse bene, tanto che è andata a lavorare. Due giorni dopo ha avuto la febbre, dormiva in continuazione, non riusciva a parlare» fino a diventare «totalmente immobile». Prima ancora che l’Aifa vietasse del tutto l’uso del vaccino, ha disposto il sequestro del lotto somministrato al docente di Biella. Oltre 393mila flaconi che i carabinieri del Nas hanno prelevato in tutta Italia. 

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Tornando al dentista del Castelli, il tempo intercorso, tra la somministrazione del vaccino e la morte, lascerebbe supporre che non ci sia una correlazione diretta con la somministrazione dell’antidoto al Covid-19 ma la certezza sarà ci sarà solo con l’autopsia. Il medico stando al racconto dei familiari non soffriva di patologie cardiache pregresse, al contrario. Era un uomo giovane, in buona salute senza problemi di natura cardiologica. Ed è in ragione di questo che i familiari dell’odontoiatra hanno sporto denuncia e la Procura di Velletri si è messa al lavoro. Il pubblico ministero che si occupa del caso, Giovanni Taglialatela, avrebbe già disposto il sequestro della salma che si trova al policlinico romano di Tor Vergata, per compiere l’esame autoptico.  

Il decesso dell’odontoiatra era apparso come una morte naturale. Pochi giorni fa il professionista stava passeggiando sulla via dei Laghi all’incrocio con Ariccia, non distante dalla sua seconda abitazione quando una fitta al petto l’ha prima portato ad accasciarsi e poi a morire sulla strada. Ad accorgersi che fosse capitato qualcosa, alcuni automobilisti di passaggio che hanno subito allertato il 118 e le forze dell’ordine. Sul posto sono arrivati i carabinieri della vicina stazione di Rocca di Papa nonché un’ambulanza ma non è stato possibile neanche caricare il corpo sulla vettura: i sanitari infatti non hanno potuto fare altro che costatare il decesso.

Quell’uomo però a detta dei familiari stava bene, in piena salute. Ed è su questo che si è insinuato un sospetto dal momento che il 46enne un mese prima si era sottoposto alla vaccinazione rientrando nel gruppo dei medici libero professionisti che non erano stati immunizzati come i colleghi dipendenti di Asl e ospedali all’inizio della campagna vaccinale, partita tra la fine di dicembre e gennaio con gli antidoti Pfizer e Moderna. Anche a fronte degli episodi avversi, emersi in Italia e in altri Paesi dell’Europa dopo la somministrazione dell’AstraZeneca, è maturato il sospetto che possa esserci stata una correlazione tra la somministrazione del vaccino e il malore mortale. 

Ad oggi nel Lazio quasi 160 mila persone hanno ricevuto da febbraio il vaccino dell’AstraZeneca e, a parte i sintomi dopo l’iniezione come febbre o dolori muscolari, la Regione non ha ravvisato altri fenomeni avversi o più gravi come, ad esempio, le trombosi. 

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