Badante scappa in Russia con i soldi dell'anziano morto, giudice costretto a chiudere il processo: l'imputata è irreperibile

La 41enne, dopo la morte dell’uomo, si è appropriata di 12mila euro dal conto

Badante scappa in Russia con i soldi dell'anziano morto, giudice costretto a chiudere il processo: l'imputata è irreperibile
Badante scappa in Russia con i soldi dell'anziano morto, giudice costretto a chiudere il processo: l'imputata è irreperibile
di Valeria Di Corrado
Venerdì 31 Marzo 2023, 22:45 - Ultimo agg. 2 Aprile, 12:06
4 Minuti di Lettura

Era stata assunta per prendersi cura del signor Paolo, ma non appena l’anziano è deceduto, la badante russa si è impossessata dei suoi risparmi ed è sparita. La Procura di Roma aveva chiesto il rinvio a giudizio di Olesya Pantyelyeyeva, 41 anni, accusata di appropriazione indebita. Ma durante l’udienza preliminare dello scorso 23 marzo il giudice non si è potuto esprimere, perché la donna risulta irreperibile, ed è stato costretto a chiudere il procedimento, almeno fino a quando si riuscirà (semmai si riuscirà) a rintracciare la colf. In base infatti alla nuova normativa introdotta dalla legge Cartabia, se non viene notificato all’imputato l’avviso della fissazione dell’udienza, il Tribunale è obbligato a emettere sentenza di non doversi procedere. Come è successo in questo caso.

LE INDAGINI
Olesya prestava la sua attività lavorativa come badante e colf al servizio del signor Paolo, affetto da una grave sindrome invalidante che lo costringeva sulla sedia a rotelle.

Il 9 marzo del 2017, non appena l’anziano è morto, la donna «si appropriava della somma di 12mila euro, non restituendola agli aventi diritto (ossia agli eredi, ndr), così procurandosi un ingiusto profitto», si legge nel capo d’imputazione formulato dal pm Antonia Giammaria. Il figlio del signor Paolo, non appena si era accorto dell’ammanco sul conto di suo padre, aveva presentato una denuncia ai carabinieri della stazione di viale Eritrea. Le indagini hanno portato all’individuazione della responsabilità della russa, che però nel frattempo aveva fatto sparire le sue tracce. Il gup, dopo aver emesso sentenza di non luogo a procedere nei confronti dell’imputata, ha disposto le sue ricerche. Ma se non si riuscirà a rintracciarla prima dei termini in cui si prescrive il reato, la donna resterà impunita. Questa norma introdotta dall’ex ministro alla Giustizia Cartabia favorisce, indirettamente, chi dopo aver commesso un reato scappa dall’Italia.

«Chi si occupa di riformare il sistema giudiziario spesso non è un “addetto ai lavori”. Le difficoltà che i difensori delle parti offese affrontano, sostanzialmente da sempre, è quella di lottare contro i tempi della prescrizione del reato - spiega l’avvocato Guido Settimj, difensore del figlio della vittima - Se è vero che la strada del risarcimento del danno non è preclusa in sede civile, è altrettanto vero che al civile non si riesce ad arrivare se l’azione penale si prescrive prima che si ottenga una condanna. La riforma Cartabia consente agli imputati che si rendono irreperibili di sottrarsi a una eventuale condanna. E se non vengono rintracciati prima che il reato si prescrive, restano impuniti. Prima della riforma, invece, era consentito celebrare il processo anche in assenza degli imputati (ovviamente debitamente assistiti da un legale) e arrivare a sentenza».

I PRECEDENTI
Lo scorso 3 febbraio sono state emesse nello stesso giorno e dallo stesso giudice del Tribunale di Roma tre sentenze di non luogo a procedere nei confronti di altrettanti uomini accusati (a seconda delle posizioni) di tentato stupro, violenza privata, atti osceni in luoghi pubblici frequentati da minori, maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. Il processo non si è potuto celebrare perché risultano irreperibili. «È scandaloso. Io ho la sensazione che anche il processo per l’omicidio di Giulio Regeni salterà ben presto, sempre a causa della riforma Cartabia - ha osservato l’avvocato Valter Biscotti - Così non viene rispettato il diritto di avere giustizia da parte delle vittime del reato».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA