Bimba nata da maternità surrogata e lasciata in Ucraina, la coppia italiana: «Non l'abbiamo abbandonata»

Bimba nata in Ucraina da maternità surrogata, la coppia italiana: «Non l'abbiamo abbandonata»
Bimba nata in Ucraina da maternità surrogata, la coppia italiana: «Non l'abbiamo abbandonata»
Lunedì 15 Novembre 2021, 19:52 - Ultimo agg. 16 Novembre, 11:03
3 Minuti di Lettura

Respingono le accuse i genitori della bambina nata in Ucraina con tecniche di maternità surrogata, un caso di presunto abbandono sul quale la Procura di Novara nei giorni scorsi ha aperto un fascicolo di inchiesta, ma senza ipotesi di reato né indagati. «Non volevamo abbandonare la piccola, ma stavamo facendo tutte le pratiche per riportarla in Italia», è la difesa della coppia piemontese accusata di avere lasciato a Kiev la bimba che ora ha 15 mesi..

Bimba nata da maternità surrogata e abbandonata dai genitori in Ucraina: è arrivata in Italia

Bimba lasciata in Ucraina, la difesa dei genitori

A rappresentare i genitori biologici sono gli avvocati Riccardo Salomone ed Enzo Carofano. «Quello che è emerso non corrisponde al vero.

I miei clienti sono stati additati come i responsabili dell'aberrante comportamento, quando in realtà non c'era nessuna intenzione di abbandonare la bambina - sostiene il legale - La situazione è delicata e ci sono ancora tanti aspetti da chiarire, ma ci sono prove che la volontà dei miei clienti fosse quella di tenere con sé la bimba».

Cosa è successo

La vicenda è emersa alcuni giorni fa quando la piccola è stata portata in Italia dall'Ucraina dal Servizio per la Cooperazione Internazionale della Polizia, lo Scip, e dalla Croce Rossa, dopo che la tata che la teneva a Kiev si era rivolta al Consolato Italiano. «Ho finito il denaro, non so cosa fare», è quanto aveva sostenuto la donna. I genitori della piccola erano andati in Ucraina nell'agosto 2020, durante una pausa dei divieti degli spostamenti aerei dettati dalle misure anti Covid, per avere un figlio attraverso una madre surrogata. Dopo la nascita e il puntuale riconoscimento della bambina erano rientrati in Italia per preparare la pratiche per portarla a casa, affidando la neonata nel frattempo alla tata, a cui veniva corrisposta mensilmente una somma di denaro per il mantenimento. Ma dopo il compimento di un anno da qualche mese la baby-sitter non sarebbe più stata più pagata e non avrebbe più avuto notizie della coppia. Così si è rivolta al consolato. L'alternativa al viaggio in Italia, per la bambina sarebbe stato un orfanotrofio nella capitale ucraina.

Il procuratore di Novara Giuseppe Ferrando aveva interrogato i genitori biologici, mentre il Tribunale dei Minori di Torino, poche ore dopo che la piccola era sbarcata all'aeroporto di Malpensa, aveva iniziato le procedure di adottabilità e l'aveva affidata ad una "famiglia ponte", che vive in un comune del Piemonte nord-orientale, in attesa di quella adottiva, con l'aiuto di una tata ucraina, poiché la bambina, al momento, conosce soltanto quella lingua. Nel frattempo, dopo essere venute a conoscenza della vicenda, molte persone si erano fatte avanti per adottare la bambina. «C'è stata una grave circostanza di fuga di notizie riservate e i miei clienti non hanno mai rilasciato alcuna dichiarazione ai giornalisti», stigmatizza l'avvocato Salomone, che aggiunge: «Una fuga di notizie sulla quale verranno fatti gli opportuni accertamenti in sede giudiziaria».

© RIPRODUZIONE RISERVATA