Barbara Capovani, è morta la psichiatra aggredita dal paziente a Pisa: donati gli organi. La dottoressa nel 2019 firmò le dimissioni del suo killer

Gianluca Paul Seung è stato arrestato. Lei scriveva: "Narcisista ma consapevole delle proprie azioni"

Barbara Capovani, è morta la psichiatra aggredita dal paziente a Pisa: donati gli organi
Barbara Capovani, è morta la psichiatra aggredita dal paziente a Pisa: donati gli organi
Lunedì 24 Aprile 2023, 09:26 - Ultimo agg. 26 Aprile, 10:13
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Purtoppo la notizia è ufficiale: è morta poco dopo le 23.40 di ieri notte la dottoressa Barbara Capovani, la psichiatra 55enne aggredita venerdì pomeriggio all'uscita dall'ospedale Santa Chiara di Pisa da un ex paziente psichiatrico, Gianluca Paul Seung, che è stato arrestato nella notte di domenica dalla polizia pisana nella sua casa di Torre del Lago, frazione del comune di Viareggio (Lucca). Il decesso è avvenuto al termine della procedura di accertamento di morte cerebrale. Gli organi della dottoressa Capovani saranno donati, «assecondando in tal modo una sua espressa volontà che i familiari hanno condiviso», hanno fatto sapere dall'Azienda ospedaliero-universitaria pisana.

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La Procura, con un atto del procuratore della Repubblica facenti funzioni Giovanni Porpora e del sostituto procuratore Lydia Pagnini, titolari del fascicolo di indagine, ha autorizzato le procedure di espianto. A seguito della morte della dottoressa Capovani, la Procura ora cambierà il capo di imputazione contestato a Seung: da tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e lesioni gravissime nei confronti di un esercente professioni sanitarie, l'accusa diventerà di omicidio aggravato dalla premeditazione.

Seung si trova rinchiuso nel carcere Don Bosco di Pisa.

L'ASSASSINO

La psichiatra firmò le dimissioni dal reparto di Gianluca Paul Seung, l'uomo accusato di averla aggredita causandone la morte, comunicando al medico curante la diagnosi di «disturbi narcisistico, antisociale, paranoico di personalità» dopo un ricovero disposto dal tribunale in seguito a un arresto. La dottoressa Capovani il 4 dicembre 2019 scriveva che dalle «numerose visite» durante il ricovero «sono emersi numerosi sintomi appartenenti allo spettro» di quei disturbi. Sintomi, spiega il referto, «che non riteniamo responsivi al trattamento farmacologico perché strutturati nell'assetto di personalità», mentre invece «non sono emersi disturbi della forma del pensiero, non fenomeni dispercettivi, non oscillazioni dell'umore, non elevazione della quota ansiosa». Per la dottoressa Capovani «il paziente appare totalmente consapevole delle proprie azioni e del loro disvalore sociale». La psichiatra riportava nello stesso atto che «il sig. Seung riferisce uso quotidiano di Thc e nega l'utilizzo di altre sostanze (gli esami tossicologici effettuati in data 27 novembre confermano la presenza di solo Thc nelle urine)». Seung venne ricoverato dal 27 novembre al 4 dicembre 2019 a Psichiatria su disposizione del giudice «per la valutazione psicopatologica e le eventuali cure». Poi dopo il ricovero fu trasferito alla misura degli arresti domiciliari.

LE REAZIONI

È una «violenza inaccettaile», quella di cui è stata vittima la psichiatra, e la sicurezza degli operatori sanitari è una priorità: lo afferma in una nota il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in riferimento alla psichiatra morta nella notte scorsa in seguito all'aggressione davanti all'ospedale Santa Chiara di Pisa. «La morte di Barbara Capovani mi addolora profondamente, la violenza di cui è stata vittima è inaccettabile. Oggi è un giorno molto triste, ringrazio la famiglia per aver scelto di donare gli organi di Barbara e rivolgo a loro il mio personale e sentito cordoglio», dichiara il ministro in una nota. «La sicurezza di tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari mi sta particolarmente a cuore ed è per me una priorità su cui mi sono impegnato da subito. Insieme al ministro Piantedosi abbiamo aperto posti di polizia negli ospedali, con il decreto legge 34 abbiamo inasprito le pene e disposto la procedibilità d'ufficio per chi aggredisce personale sanitario e sociosanitario. Abbiamo anche avviato una forte campagna di sensibilizzazione per ricreare un rapporto di fiducia tra paziente e medico, perché è importante che i cittadini siano consapevoli che portare un camice bianco significa assicurare supporto, cura, aiuto». Schillaci osserva inoltre che «la vicenda della dottoressa Capovani ci lascia tutti attoniti, ma non deve farci sentire impotenti: sono pronto insieme a Ordini, Federazioni e Sindacati, anche nell'ambito dell'Osservatorio nazionale sulla sicurezza delle professioni sanitarie e sociosanitarie, a lavorare per individuare ogni altra strada percorribile e soluzioni utili a prevenire ogni genere di violenza e a garantire i massimi livelli di sicurezza per chi si prende cura della salute, fisica e mentale, dei cittadini».

LA PROTESTA

«Oggi alle 12 tutti gli operatori dei Dipartimenti di salute mentale in Italia osserveranno due minuti di silenzio e di completa interruzione di ogni attività clinico-assistenziale in ricordo di Barbara Capovani», la psichiatra aggredita e uccisa a Pisa da un ex paziente che ora è in carcere con l'accusa di omicidio volontario premeditato. Lo rende noto la psichiatra Liliana Dell'Osso, presidente della Società italiana di psichiatria. Alla stessa ora psichiatri e operatori sanitari pisani si raduneranno davanti al reparto di Psichiatria sociale dell'ospedale Santa Chiara di Pisa per rendere omaggio alla collega uccisa.

«Fino al primo di maggio medici e operatori dei dipartimenti di Salute mentale, delle università e di tutte le strutture psichiatriche, porteranno al braccio durante il servizio un nastro nero in segno di lutto. Inoltre, oggi alle 12 nelle strutture sarà osservato un minuto di silenzio». Così la Società italiana di psichiatria (Sip) in una nota, dopo il decesso della collega Barbara Capovani, morta a Pisa dopo l'aggressione di un ex paziente.

L'EMERGENZA

La violenza contro gli operatori sanitari «è una emergenza nazionale» e per questo «chiediamo al Governo di risolverla, così come è stato bravo e veloce a risolvere altre emergenze. Nella polizia si individui un settore specifico dedicato a proteggere gli operatori sanitari». Così il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, intervenendo a Unomattina. Un omicidio, quello della dottoressa di Pisa, che riporta alla mente l'omicidio, a Bari, 10 anni fa, di un'altra psichiatra, Paola Labriola.

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