Incidente all'Argentario, la Procura: «Indagati i due piloti, alcol test negativi». Non risulta l'uso del pilota automatico

Incidente all'Argentario, la Procura: «Indagati i due piloti, alcol test negativi». Non risulta l'uso del pilota automatico
Incidente all'Argentario, la Procura: «Indagati i due piloti, alcol test negativi». Non risulta l'uso del pilota automatico
Martedì 26 Luglio 2022, 09:19 - Ultimo agg. 19:31
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Sono due gli indagati per l'incidente in mare avvenuto sabato scorso nel canale dell'Argentario, costato la vita a un uomo mentre è sempre dispersa una donna. Oltre all'imprenditore danese Per Horup, 58 anni, individuato come il conducente dello yach a motore, il Bibiblù, nel registro degli indagati la procura di Grosseto, come reso noto dallo stesso ufficio giudiziario, ha iscritto anche chi era al timone della barca a vela Vahinè. Nessun nome viene fatto dalla procura riguardo ai conducenti delle imbarcazioni. 

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Secondo una prima ricostruzione fatta nell'immediatezza del tragico incidente, al timone di Vahinè sarebbe stato Fernando Manzo, 61 anni, attualmente ricoverato in ospedale a Orbetello dove oggi è stato sottoposto a un intervento alla spalla, marito della donna dispersa.

Omicidio colposo aggravato e danneggiamento con pericolo colposo di naufragio le ipotesi di reato avanzate dalla procura che sull'iscrizione nel registro degli indagati precisa: «Si tratta di un atto dovuto, in considerazione della necessità di dover esperire accertamenti anche di natura irripetibile». 

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Nella nota diffusa dalla procura a tre giorni di distanza dallo scontro, costato la vita ad Andrea Giorgio Coen, 59 anni, gallerista di Biella da anni residente a Roma mentre è tuttora dispersa Anna Claudia Cartoni, ex ginnasta romana di 60 anni, si spiega anche che «sono diverse le ipotesi al vaglio degli inquirenti e non è possibile ipotizzare una prima ricostruzione attendibile dei fatti. Al riguardo, si evidenzia che non risultano, allo stato, elementi circa la possibilità di utilizzo, da parte di uno dei natanti, del cosiddetto pilota automatico», ipotesi emersa nei giorni scorsi con riferimento allo yacht a motore. «Parimenti, al momento - prosegue la nota della procura - non risulta che nessuno dei soggetti conducenti fosse in stato di alterazione da sostanze stupefacenti o alcoliche al momento del sinistro. Nei prossimi giorni - conclude - sarà effettuato l'esame autoptico dell'uomo deceduto e nel frattempo proseguiranno le indagini di polizia giudiziaria condotte dai militari della Guardia Costiera di Porto Santo Stefano sotto il coordinamento e la direzione della Procura della Repubblica di Grosseto». 

 

Intanto la famiglia danese che era sullo yacht a motore dà la sua versione in un'intervista all'emittente danese Tv2. «Non è stata colpa nostra» ha detto Nick Horup, figlio di Per Horup. Il ragazzo, che era a bordo del motoscafo insieme con la sua fidanzata, il padre e la madre, nega anche che l'incidente sia stato causato da «consumo di alcol o droghe, dall'alta velocità o dalla mancata attenzione» e afferma che la colpa potrebbe essere della barca a vela. «La regola pratica - spiega - è che, secondo le regole marittime internazionali, le barche che navigano con un motore devono cedere il passo alle barche a vela. In altre parole, il motoscafo danese ha dovuto cedere il passo alla barca a vela italiana. Tuttavia, ci sono eccezioni a questa regola generale. Se la barca a vela italiana ha navigato a motore, le due barche sono equiparate». Secondo quanto riferito dal ragazzo alla televisione danese, le autorità italiane avrebbero già restituito i passaporti all'intera famiglia che starebbe dunque facendo rientro in Danimarca. Sul fronte delle ricerche di Anna Claudia Cartoni si affievoliscono sempre di più le speranze di ritrovare ancora in vita la donna. Le ricerche sono proseguite anche oggi per tutto il giorno con mezzi navali e aerei della Capitaneria di porto. È stato emesso anche uno specifico avviso ai naviganti affinché tutte le navi in transito prestino la massima attenzione. A partire da domani, le ricerche saranno estese anche ai fondali marini che arrivano fino a 100 metri: vi parteciperanno il nucleo sommozzatori della Guardia costiera di Napoli, insieme ai sommozzatori dei vigili del fuoco, con l'utilizzo di robot subacquei.

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