Benno Neumair, la maestra in aula: «Da piccolo la madre lo portò da uno stregone: voleva uccidere la sorella con un coltello»

Benno Neumair, la maestra in aula: «Da piccolo la madre lo portò da uno stregone: voleva uccidere la sorella con un coltello»
Benno Neumair, la maestra in aula: «Da piccolo la madre lo portò da uno stregone: voleva uccidere la sorella con un coltello»
Mercoledì 7 Settembre 2022, 09:33 - Ultimo agg. 8 Settembre, 09:33
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Aveva «gli spiritelli maligni», Benno Neumair, il bolzanino di 31 anni, accusato di aver ucciso i genitori, Laura e Peter, il 4 gennaio del 2021. E «occhi da squalo», che incutevano timore. La mamma lo aveva portato da uno stregone, durante un viaggio a Bali, proprio per fargli togliere «il male» dalla mente. E in questi giorni, la sua storia, i percorsi giovanili, stanno emergendo dai racconti dell’insegnante, della zia, della sorella, durante le udienze che lo vedono processato per omicidio e occultamento dei cadaveri dei genitori. 


È Elisabetta Perselli, sorella della madre, a spiegare alla Corte che, durante il periodo in cui i due coniugi erano spariti nel nulla e suo nipote non era stato ancora arrestato, non sospettava affatto che potesse aver commesso qualcosa di grave.

Anche se Benno non era mai stato considerato un ragazzino «troppo normale». Aggiunge, infatti, che in quel periodo lo aveva incontrato: «Notai che aveva degli occhi da squalo - ricorda -, immobili e inespressivi, non trasmettevano alcuna emozione. Fui colpita da questa cosa». La donna era andata anche a trovarlo in carcere: «Secondo me è un uomo disperato». E ha riferito del suo rapporto, a volte problematico, con la sorella Laura: «Aveva un carattere difficile».


LA SORELLA
Oltre all’imputato, è presente in aula la sorella Madè. Le parole della zia un po’ la offendono: «È come se si volesse processare mia madre - si sfoga -. È un racconto molto doloroso da ascoltare. Vorrei che non si dimenticasse il vero motivo per cui siamo in tribunale: l’atroce omicidio di due persone. Non siamo qui per parlare del tipo di educazione impartita dai miei genitori».


Nel pomeriggio, è stata sentita anche un’altra testimone della difesa: l’insegnante di scuola d’infanzia Doriana Baracca, che per tre anni è stata la maestra d’asilo di Benno all’Hansel e Gretel di Bolzano. «Aveva dei problemi - conferma - e io lo avevo detto a sua mamma Laura. Lei però ha risposto che lo aveva portato da una sorta di stregone, durante le loro vacanze a Bali, per fargli togliere gli “spiritelli maligni”, visto che una notte lo avevano sorpreso con un coltello in mano di fronte alla sorellina Madè. Sono rimasta scioccata da quelle parole - sottolinea -. Mi ha detto anche che il suo ex marito, morto suicida anni prima, era uno psicologo: ho compreso allora che non avrebbe mai portato il figlio da uno psicologo».


Nella precedente udienza la Corte ha interrogato Benno per cercare di fargli chiarire diversi punti rimasti oscuri, ma l’impresa è stata ardua. Spavaldo e aggressivo, l’imputato si è avvalso della facoltà di non rispondere. Reo confesso del duplice omicidio dei genitori Laura e Peter, prima strangolati e poi gettati nel fiume Adige, si è rifiutato di chiarire nel dettaglio il movente e la dinamica: «Preferisco non dirlo, per la mia sicurezza personale in carcere», ha dichiarato, e si è anche mostrato insofferente alle altre domande, tanto da venire invitato per due volte dal presidente Carlo Busato, a mantenere la calma. 


LA PERIZIA
La difesa punta ora al riconoscimento dell’infermità mentale. Ed è per questo che le parole di Doriana Baracca sono considerate importanti. Soprattutto quando parla dell’imputato come di una persona difficile. «Era estremamente introverso e isolato - dice -, non si entusiasmava mai di nulla, nemmeno dei giochi, ma era anche intelligente ed ubbidiente: un “soldatino”. Non dava mai problemi ma, al tempo stesso, dimostrava di avere bisogno di un aiuto psicologico che sua madre non gli ha dato. Mi dispiace dirlo ora che la madre è morta, ma credo che ci siano delle responsabilità».


Per l’avvocato Flavio Moccia che lo assiste, l’atteggiamento tenuto in aula da Benno mostra «la sua malattia e quindi la sua incapacità di intendere e di volere». Anche se sembrano pensarla diversamente l’accusa e la parte civile. E la sorella Madè ha commentato: «Ho rivisto il Benno che conosco, ha parlato di mamma e papà con distacco, come fossero due estranei. È come se li avesse uccisi due volte».

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