Ragazzo colpito da una bicicletta lanciata a Torino, fermati 5 giovani: 3 sono minorenni

Sono accusati di tentato omicidio. Il ferito è ancora in terapia intensiva

Ragazzo colpito da una bicicletta lanciata a Torino, fermati 5 giovani: 3 sono minorenni
Mercoledì 8 Febbraio 2023, 09:35 - Ultimo agg. 09:59
2 Minuti di Lettura

Cinque giovani, due di 18 anni e tre minori tra i 15 e i 17 anni, sono stati fermati dai carabinieri di Torino perché ritenuti responsabili del lancio di una bicicletta lanciata oltre la balaustra di piazza Vittorio Veneto, sulla passeggiata dei Murazzi, nel capoluogo piemontese.

Roma, la banda degli orologi di lusso: 200 predoni napoletani in trasferta dal rione Sanità si dividono la città

Ragazzo colpito da una bicicletta lanciata

I cinque, quattro dei quali con precedenti, sono accusati di tentato omicidio.

La bici elettrica, infatti, colpì un ragazzo palermitano che è rimasto in prognosi riservata fino al 3 febbraio scorso. Il giovane è ancora ricoverato in terapia intensiva presso il Cto di Torino.

Il post del sindaco

«Questa mattina presto i Carabinieri hanno fermato 5 ragazzi, di cui 3 minorenni, per il lancio della bicicletta elettrica scagliata da Lungo Po Cadorna nella notte del 21 gennaio e che colpì Mauro Glorioso, 23enne studente palermitano di medicina presso la nostra Università che si trovava di sotto con gli amici, ai Murazzi. Saranno giustamente gli accertamenti giudiziari a definire i profili di responsabilità dei fermati ma voglio davvero esprimere la mia gratitudine agli investigatori dell'Arma e al loro comandante provinciale, generale Lunardo, per il grande impegno e a tutti i ragazzi e le ragazze che in questi giorni hanno collaborato alle indagini aiutandoli con le loro testimonianze. E un pensiero di incoraggiamento lo voglio rivolgere a Mauro che si trova ancora al Cto e alla sua famiglia, cui va tutta la nostra amicizia e vicinanza. Forza Mauro!». Così in un post il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo,  che nei giorni successivi al ferimento del giovane aveva diffuso un appello sui social invitando chi avesse visto qualcosa a raccontarlo agli investigatori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA