Bologna, casa di riposo lager, anziani maltrattati e lasciati morire: 4 arresti

I Nas nella casa di cura
I Nas nella casa di cura
di Elena Panarella
Lunedì 16 Novembre 2020, 11:14 - Ultimo agg. 12:09
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Anziani non autosufficienti, maltrattati, derisi e non accuditi in una casa di riposo. L’ennesima storia di violenza arriva da Bologna. Una vergogna che non può lasciare indifferenti. Tutto è partito da un caso di un anziano portato in ospedale dove i medici hanno riscontrato delle lesioni poco chiare. E così questa mattina, a conclusione dell’indagine denominata “Inferno”, gli investigatori dell’Arma dei Nas di Bologna, supportati dai Comandi Provinciali di Modena e Reggio Emilia e dal 13° Nucleo Elicotteri di Forlì, hanno dato esecuzione a 4 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del gestore di una struttura ricettiva per anziani e di 3 collaboratrici, ritenuti responsabili di maltrattamento, omissione di soccorso ed esercizio abusivo della professione sanitaria.

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LE INDAGINI 

L’attività investigativa, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Bologna, Manuela Cavallo, ha consentito di individuare la sistematica e continuata modalità vessatoria, violenta, minacciosa e ingiuriosa con cui gli indagati si rapportavano ai 9 anziani ospiti ultraottantenni della struttura, provvedendo a somministrare terapie in assenza di prescrizione medica e di propria iniziativa.
L’indagine ha messo in luce, in particolare, un episodio di omissione di soccorso nei confronti di un anziano ospite della casa famiglia, di 83 anni, poi deceduto per cause naturali, ricoverato lo scorso gennaio all’Ospedale di Bazzano per lesioni sospette tali da motivare una segnalazione da parte della direzione ospedaliera.

Proprio da quell’episodio, gli accertamenti si sono sviluppati durante il periodo di “lock-down” nazionale, monitorando prima la struttura attiva inizialmente in Valsamoggia (Bologna) e successivamente trasferita arbitrariamente presso un albergo di Zocca (Modena), a seguito dell’alienazione, da parte della titolare della casa famiglia, dell’immobile dove aveva sede l’attività.

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I RAGGIRI

La donna ha quindi proseguito l’attività all’interno di una struttura alberghiera, in violazione della disciplina che regola il funzionamento delle strutture socio assistenziali per anziani, nella convinzione di poter guadagnare l’anonimato con conseguente elusione dei controlli ispettivi, non solo dal punto di vista fiscale, ma anche dal dover applicare le misure di sicurezza nei luoghi di lavoro e di prevenzione dal contagio epidemico da Covid-19. L’intervento di oggi dei carabinieri pone termine alle condotte illecite commesse, a vario titolo, riconducibili a gravi e ripetuti maltrattamenti fisici e psicologici nei confronti di anziani. Alle indagate vengono contestate ulteriori violazioni relative all’attivazione di una struttura socio assistenziale in assenza di autorizzazione, all’abuso nella somministrazione di farmaci, alla carenza di procedure organizzative e gestionali nonché all’assenza di regolari contratti di lavoro delle persone impiegate.

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