Bonus facciate al 90% a rischio stop il 31 dicembre, pressing dei partiti per proroga ma il Mef frena

Il contributo è il grande assente della cornice della prossima legge di Bilancio presentata dal governo

Bonus facciate al 90% a rischio stop, lo scontro tra Mef e partiti sulla misura
Bonus facciate al 90% a rischio stop, lo scontro tra Mef e partiti sulla misura
di R.Ec.
Mercoledì 20 Ottobre 2021, 16:45 - Ultimo agg. 22:25
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AAA cercasi bonus facciate. Il credito di imposta al 90% per il rifacimento delle parti esterne degli edifici sembra essere il grande assente della cornice della prossima legge di Bilancio presentata dal governo Draghi e ora destinata a una lunga discussione in Parlamento. Nel Documento programmatico di bilancio (Dpb) da inviare a Bruxelles, che contiene l'ossatura della manovra da 23 miliardi, sono infatti confermati il superbonus 110% (fino al 2023, ma soltanto a condomini e edifici dell'Istituto autonomo case popolari, escludendo tutte le singole unità immobiliari e gli edifici funzionalmente indipendenti), il contributo per la ristrutturazione e l'ecobonus (detrazioni rispettivamente del 50% e del 65% o 75%).

Il Partito democratico, tramite il ministro dei Beni culturali e capodelegazione al governo, ha fatto sapere che spingerà affinché la misura non scada il prossimo 31 dicembre, facendo approvare un apposito emendamento in aula. Nel frattempo, però, i dubbi del ministero dell'Economia rimangono, così come le paure delle associazioni degli edili.

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Il bonus facciate è una detrazione Irpef del 90% che spetta per chi fa spese per il rifacimento della facciata esterna (visibile) della propria casa, compresa la sola tinteggiatura o pulitura. Sono ammessi al beneficio esclusivamente gli interventi sulle strutture opache della facciata, su balconi o su ornamenti e fregi.

Al momento è valido fino alla fine di quest'anno.

«Il contributo - ha detto stamattina il ministro Franceschini - è una misura che sta funzionando. Fa lavorare le imprese e rende più belli borghi e città, dai centri storici alle periferie. L'incentivo del 90% si giustifica proprio perché le facciate, pur essendo di proprietà privata, sono di fatto beni pubblici che rendono più belle o più degradate strade e piazze italiane».


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«La misura- ha aggiunto- è di semplice applicazione e di fatto è appena partita. Per questo ieri in cdm
abbiamo insistito, e insisteremo, perché non venga eliminata con la legge di bilancio». 

L'allarme di Confedilizia

D'accordo con Franceschini il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, che lancia l'allarme: «Le indiscrezioni sulla prossima manovra di bilancio sono particolarmente negative per un settore immobiliare
già duramente colpito dall'annuncio della revisione del catasto
».

Per Testa «destano forti preoccupazioni l'eliminazione del bonus facciate e la mancata proroga del superbonus per le case unifamiliari e le unità immobiliari funzionalmente indipendenti. Il primo è un incentivo utilissimo, essendo finalizzato a riqualificare le nostre città, che tira molto ed è utilizzato tanto da famiglie e imprese. Il secondo è fondamentale per rendere più sicure e più efficienti tante abitazioni frequentemente di proprietà di famiglie a basso reddito (non sono le villette di cui si favoleggia in queste ore) e in molti casi collocate in aree a rischio sismico».

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Da qui la richiesta all'esecutivo. «Auspichiamo - sottolinea il presidente di Confedlizia - che le forze politiche di maggioranza inducano il governo a rivedere le proprie scelte, che paiono finalizzate a far venir meno proprio gli incentivi più applicati. La limitazione del superbonus, peraltro, si pone in netto contrasto con le aspettative del comparto alimentate dallo stesso esecutivo e creerà ulteriore tensione su un mercato già fortemente stressato dalla mancanza di materiali e di imprese disponibili nonché dagli aumenti spropositati dei costi degli interventi».

Il freno del Mef e la correzione in aula

Sullo stop alla misura pesa il parere negativo del ministero dell'Economia guidato da Daniele Franco, che in linea con la volontà del presidente Mario Draghi, vorrebbe applicare una certa selettività agli sconti fiscali attualmente in vigore. L'obiettivo dei due economisti, insomma, sarebbe quello di semplificare la giungla di detrazioni e contributi, nel complesso onerosi e in grado di complicare molto il bilancio pubblico.

In questo caso, però, sarà dura interrompere il bonus facciate. In pressing, infatti, oltre al Pd, ci sono anche Lega e Movimento 5 Stelle. Secondo il senatore Paolo Arrigoni, responsabile del dipartimento Energia del partito, e la deputata Giorgia Andreuzza, vicepresidente della commissione Attività produttive della Camera «la manovra dovrà contenere la proroga di tutti i bonus edilizi, compreso il bonus facciate, almeno fino alla fine del 2022 e il superbonus al 2023, a favore di tutta la platea di beneficiari, inclusi gli edifici unifamiliari e le unità immobiliari funzionalmente indipendenti».

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Infine per Mario Turco, già sottosegretario per il M5S alla programmazione economica e investimenti dell'esecutivo Conte II è «ingiustificato lo stop al bonus facciate, un'altra agevolazione che come il superbonus ha contribuito e sta ancora contribuendo al rilancio dell'edilizia. Confidiamo che il governo accolga totalmente le nostre misure di sostegno ad un settore, quello edile, strategico per sostenere la ripresa economica e realizzare la transizione energetica e la riqualificazione urbana». 

Insomma, con tutta probabilità il testo della Manovra che uscirà a dicembre dalle aule di Camera e Senato vedrà la proroga, almeno per il 2022, del bonus.

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