Ucciso boss di Vieste, guerra senza fine tra i clan sul Gargano

Ucciso boss di Vieste, guerra senza fine dei clan sul Gargano
Ucciso boss di Vieste, guerra senza fine dei clan sul Gargano
Sabato 27 Aprile 2019, 19:05 - Ultimo agg. 28 Aprile, 10:26
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È una guerra sanguinosa e senza fine quella che si sta consumando a Vieste dove, dal 2015 sono dieci i morti ammazzati. L'ultima esecuzione di chiaro stampo mafioso si è consumata venerdì sera quando a cadere sotto i colpi di un fucile calibro 12 è stato Girolamo Perna, 29 anni, sorvegliato speciale, ritenuto dagli inquirenti al vertice dell'omonima batteria criminale. Il giovane pregiudicato era già miracolosamente scampato a due agguati. Questa volta no: un proiettile gli ha trapassato un braccio per poi colpirlo mortalmente all'addome. I carabinieri del Reparto Operativo di Foggia hanno lavorato incessantemente tutta la notte per cercare di ricostruire la dinamica dell'accaduto. A quanto si è saputo, Perna verso le 20 era tornato a casa con la moglie e i figli.

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Dopo poco più di mezz'ora si è affacciato sulla porta per fumare una sigaretta. A quel punto una o due persone gli hanno sparato. Perna non è morto subito ma qualche ora dopo il ricovero nell'ospedale di San Giovanni Rotondo. Ancora una volta, come di consueto per i crimini commessi nella zona, le indagini dei carabinieri sono rese più complicate dalla assenza di testimoni. C'è solo una persona, completamente estranea alle logiche criminali locali, che ha raccontato agli investigatori di avere udito gli spari e di aver poi trovato Perna riverso a terra. Nella notte i carabinieri hanno fatto sei stub, l'esame per verificare la presenza di particelle di polvere da sparo, a pregiudicati appartenenti al clan mafioso capeggiato da Marco Raduano, rivale di quello di Girolamo Perna. Le due batterie criminali sono in lotta per il controllo del traffico di sostanze stupefacenti provenienti dalla vicina Albania.

Un traffico imponente che sabato scorso ha subito un duro colpo con l'operazione antidroga eseguita dalla Squadra Mobile e da agenti dello Sco - Servizio Centrale Operativo - che ha portato all'arresto di dieci persone e ha evidenziato l'esistenza di una sorta di joint venture tra i referenti delle organizzazioni malavitose attive sul territorio Foggiano. Gli investigatori non escludono che l'omicidio di Vieste sia la risposta all'agguato nel quale il 21 marzo scorso fu ucciso a Mattinata un altro pregiudicato, Francesco Pio Gentile. Una violenta contrapposizione che ha determinato una lunga stagione armata, iniziata a gennaio 2015 con l'uccisione del boss egemone Angelo Notarangelo detto «Cintaridd».

Da allora sono dieci i morti ammazzati, una lupara bianca e sei tentati omicidi. «L'ennesimo delitto di ieri dimostra ancora una volta come nella nostra realtà il serpente malavitoso sia duro a morire nonostante gli vengano periodicamente inferti micidiali colpi», ha detto il sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti, che in un lungo post su Facebook cita anche l'arcivescovo di San Giovanni Rotondo, mons.
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