Caffarella choc, «l'asinella è sparita»: ritorsioni su chi ha fatto la denuncia

Caffarella choc, «l'asinella è sparita»: ritorsioni su chi ha fatto la denuncia
di Elena Panarella
Domenica 7 Febbraio 2016, 10:47 - Ultimo agg. 8 Febbraio, 08:45
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Ha tutta l'aria di essere un'inquietante storia di sevizie inferte ad un'asinella quella denunciata dai residenti e dall'associazione animalista. Violenze gratuite da parte di un pastore o guardiano di gregge, che hanno procurato al povero animale, vittima di questa vicenda, «ferite profonde», e che si ripetono ormai da tempo all'interno del Parco della Caffarella. Gli operatori dell'associazione Animalisti Italiani Onlus hanno fatto le dovute verifiche con appostamenti e filmati denunciando tutto ai carabinieri della stazione Tuscolana. «L'ultima volta che abbiamo visto l'asinella non era in buone condizioni- racconta il vicepresidente di Animalisti Italiani Onlus, Pier Paolo Cirillo - legata con una corda ad un paletto. Per non parlare delle violenze a cui è sottoposta da tempo e che alcuni volontari dell'associazione hanno monitorato a partire da fine gennaio». Ieri sono tornati sul posto per verificare le condizioni dell'asinella «ma non lo abbiamo trovato, eppure abbiamo camminato per più di due ore».

LA DENUNCIA
«Una delle persone che ha denunciato la vicenda questa mattina si è trovata la macchina completamente rigata, sarà solo una coincidenza - aggiunge Cirillo - ma è sicuramente strana. Il parco è enorme e l'area in questione è adibita a uso agricolo, è normale dunque trovare animali al pascolo. Quello che non è normale, visti i vincoli esistenti, è la produzione di alimenti. E su questo stiamo facendo tutte le verifiche con l'Ente Parco per verificare se ci sono licenze in merito». Intanto ieri i carabinieri hanno ascoltato le quattro persone che hanno denunciato la vicenda per ricostruire tutti i passaggi e cercare di individuare la persona coinvolta nei maltrattamenti: «È sicuramente una vicenda delicata ma quello che non capiamo è perché intanto non si facciano verifiche con l'Asl per vedere le condizioni dell'animale. Questa è la priorità». Diverse sono le segnalazioni di residenti e frequentatori del parco fatte all'associazione che ha sede proprio accanto a uno degli ingressi: «Non ci sono solo le due signore e i due volontari della nostra associazione a essersi trovati davanti a queste violenze - continua il vicepresidente della Onlus - ma anche tante altre persone che sono venute a raccontarci di maltrattamenti verso questo animale. Insomma ci chiediamo ma quanto tempo ci vuole per intervenire e fare le dovute verifiche sull'animale? Capisco che individuare il colpevole non è cosa facile visto che ci sono tante persone che ruotano attorno all'area in questione, ma per capire le condizioni dell'asinella basterebbe un veterinario e non possiamo farlo noi ovviamente».
 

L'APPELLO
«La zooerastia ovvero il praticare sesso con gli animali non è un reato presente nel nostri codici: non esiste cioè una legge che la vieti - spiegano dall'Associazione - Una recente sentenza della Cassazione ha condannato un uomo al riguardo, considerando la pratica sessuale a cui sottoponeva le bestiole che aveva in custodia, una forma di maltrattamento, e quindi un reato, ma non è stata una condanna per zooerastia. Questo è sicuramente una tematica che crea imbarazzo, che si pensa sia praticata da rari maniaci, ma non è così. Abbiamo parlato con esperti della polizia postale che ci hanno segnalato che questo tipo di violenze nei confronti di animali sono in aumento. C'è un mercato sommerso con persone che amano questo genere di cose ed è una vergogna».