Caldo africano, sono le ore più bollenti: punte di 43°. Le previsioni dei prossimi giorni

Caldo africano, la settimana più calda: punte di 43°. Al Nord previsti temporali intensi
Caldo africano, la settimana più calda: punte di 43°. Al Nord previsti temporali intensi
Martedì 29 Giugno 2021, 13:39 - Ultimo agg. 20:39
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Il caldo non dà tregua all'Italia. Anzi, nei prossimi giorni si toccheranno i valori più alti a causa dell'anticiclone africano che è tornato a premere: al Sud termometri quasi ovunque sui 40°C, fino a 42/43°C a metà settimana in Sicilia. Oggi sarà la giornata più calda mentre dalla metà della settimana le termperature dovrebbero parzialmente ridimensionarsi, pur restando su valori elevati soprattutto al centro-sud.

Oggi le previsioni meteo raccontano di temperature in aumento su tutta Italia ad eccezione del Nordovest, alle prese con qualche temporale alpino. Farà molto caldo soprattutto sul versante adriatico e al Sud, con punte di 42°C sul Catanese interno, 40°C su Foggiano e Materano, 36/38°C sulle zone interne marchigiane, poco meno sulla Romagna. Clima afoso, soprattutto nei grandi centri urbani nelle ore serali e prime notturne. Si registreranno massime di 42°C a Catania Sigonella, 40°C a Cosenza, 39°C a Foggia e Matera, 35°C a Rovigo, 33°C a Firenze e Roma, 33°C a Napoli, 31°C a Milano.

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Mercoledì massime di 42°C in Sicilia, nelle zone interne del Catanese ma ci si avvicinerà anche nel Materano e in Puglia, tra Foggia ma anche Salerno. Giovedì lieve calo al Sud ma sempre con valori molto alti.

Venerdì il caldo darà un'altra piccola tregua, con l'anticilone africano che tornerà verso latitudini più meridionali dando un po' di scampo all'Italia.

Temporali al Nord

Le regioni alpine saranno esposte ad alcuni impulsi di instabilità che porteranno temporali anche di forte entità e rovesci. Previste piogge intense dal pomeriggio su Valle d'Aosta e alto Piemonte, in estensione a rilievi lombardi. Attesi temporali localmente forti e accompagnati da grandine sul Verbano e Lombardia nordoccidentale. Nel tardo pomeriggio e in serata anche su Prealpi, Alpi e Friuli Venezia Giulia.

Le portate del Po in picchiata: -30%

Il bacino del Po soffre un crollo delle portate, fino al 30% rispetto alla media storica, e una carenza idrica su diverse zone del distretto padano. A patire non è solo il fiume più lungo d'Italia: l'Autorità Distrettuale del fiume Po rileva come anche i sottobacini patiscano le elevate temperature delle ultime settimane (il torrente Enza è ai minimi storici), con massime di 32-34 gradi, tra uno e tre gradi superiori alla media degli ultimi vent'anni anni e locali punte giornaliere a 35-36 gradi.

Tra le zone del Distretto padano maggiormente colpite da siccità, l'Autorità distrettuale del fiume Po censisce il Basso Piemonte - Biellese, Astigiano e Cuneese - e la città di Torino. In Romagna e nelle zone del Delta (Ferrara e Rovigo), il monitoraggio dell'Autorità è costante per via di possibili criticità generabili dall'intrusione del cuneo salino. Nelle ultime ore sono sotto osservazione anche il Piacentino e il Parmense, mentre in Lombardia solo nell'ultima settimana la riserva idrica è calata dell'8,5%. A pesare è soprattutto la mancanza di precipitazioni: le stime parlano di 20 millimetri di pioggia caduti a giugno rispetto ai 48 attesi in Emilia-Romagna in base alle medie regionali 2001-2020. Calcolando le piogge da inizio anno, il deficit medio regionale rispetto ai passati vent'anni è di circa 116 millimetri (-34%), con punte più elevate sul settore orientale: Romagna, rilievi del Bolognese e aree limitrofe, dove si calcolano deficit tra 150 e 200 millimetri pari a oltre il 50 % delle piogge in meno. «Siamo solo all'inizio di quella che si preannuncia come un'estate torrida e lunga, la cui situazione climatica può arrecare preoccupazioni all'intero Bacino Padano - commenta Meuccio Berselli, segretario generale dell'Autorità distrettuale del fiume Po - Se non si interviene repentinamente, simili periodi saranno sempre più frequenti: occorrono soluzioni che siano incisive per mitigare il rischio di queste prolungate endemiche siccità»

 

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