«Caldo, sarà un'estate da bollino rosso. Oggi il picco: ma non finirà qui»

«Caldo, sarà un'estate da bollino rosso. Oggi il picco: ma non finirà qui»
di Mariagiovanna Capone
Domenica 1 Agosto 2021, 09:33 - Ultimo agg. 18:52
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Il ministero della Salute ha lanciato l'allerta meteo per un'intensa onda di calore che almeno fino a domenica interesserà la penisola. Sei città hanno il bollino rosso (Campobasso, Frosinone, Palermo, Perugia, Pescara, Trieste) e sette quello arancione (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Rieti, Roma, Viterbo) mentre oggi alle città rosse si aggiungono Bari e Catania e Ancona sarà arancione domani. È l'ennesima ondata di caldo torrido con temperature che dovrebbero superare i 40 gradi, e per tanti un'anomalia dovuta al riscaldamento globale. Ma è davvero così? L'abbiamo chiesto a Nicola Scafetta, docente di Meteorologia e Climatologia dell'Università di Napoli Federico II e responsabile dell'Osservatorio Meteorologico federiciano.

Professore, arriva l'ennesima ondata di caldo africano?
«In alcune zone dell'Italia più di altre.

Ho controllato i dati dell'Osservatorio meteorologico federiciano e posso dire che gran parte della Campania sarà coinvolta da temperature sopra la media due giorni: oggi e martedì».

Potrebbero esserci altre ondate di calore?
«Le previsioni meteo sono affidabili entro una settimana. C'è però da sottolineare che queste ondate sono dovute all'anticiclone africano, alta pressione proveniente dal Sahara e dalle Azzorre che porta a un repentino riscaldamento della superficie delle aree del centro-Sud. Uno spostamento che si muove secondo onde di Rossby lunghe».

E cosa comportano?
«Le Rossby possono portare anche stabilità, quando però non sono lunghe. Quando queste onde invece hanno una dinamica molto ampia e si muovono da Sud a Nord, provocano quelle chiamiamo onde di calore. Dobbiamo quindi immaginare delle lunghe onde che dal Sahara raggiungono il Mediterraneo colpendo in particolare l'Italia meridionale, che durano alcuni giorni proprio perché sono lunghe. Se si muovono da Nord a Sud, come accaduto a maggio-giugno, spingono aria fredda artica. Quindi, tornando alla sua iniziale domanda cioè se ci saranno altre ondate di caldo, è possibile, proprio perché questi movimenti lunghi di aria africana sono piuttosto frequenti».

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Colpa dei cambiamenti climatici?
«Di recente ho calcolato che Napoli è aumentata di un grado in un secolo. Il riscaldamento negli ultimi cento anni è indubbio, ma si tratta davvero di un cambiamento climatico? Ci sono molti fattori che lo hanno determinato. Uno naturale: in tutto l'Olocene abbiamo avuto grandi cicli millenari di fortissimo caldo. L'abbiamo avuto nel medioevo, in epoca romana, e sulle Alpi sono state trovate tracce di vari cicli millenari caldi. Quindi ogni mille anni è normale che ci sia un aumento di un grado che ha una grande influenza sul clima e attualmente stiamo vivendo un ciclo millenario. Altra componente è quella antropica cioè l'aumento della CO2 provocata dall'uomo, che secondo alcuni è la causa del riscaldamento globale. Personalmente ritengo che tra i due fattori quello naturale sia più importante. I modelli che dicono il contrario non sono corretti perché non considerano i periodi di caldo del passato, in particolare quelli millenari, così come le fluttuazioni di 2-3 anni e quelle decennali cioè varie scale temporali che non hanno nulla a che vedere con uomo. Quindi l'aumento di giorni troppo caldi, freddi o piovosi sarei cauto nell'assegnarli solo ai cambiamenti climatici».

Anche quello accaduto in Germania non è dovuto ai cambiamenti climatici?
«Ci sono studi basati su dati centenari e in alcuni casi anche millenari, che suggeriscono che le alluvioni nell'Europa centrale sono inversamente proporzionali alle condizioni solari. Cioè: se il Sole è debole, le inondazioni saranno più violente. Ai primi di luglio ci sono stati forti brillamenti solari, con un picco di raggi X che hanno ionizzato l'Oceano Atlantico Settentrionale, che ha provocato forti perturbazioni cicloniche verso il Nord Europa. La colpa dell'uomo però c'è: hanno costruito sull'alveo di fiumi e le autorità hanno sottovalutato l'allarme inviato due giorni prima dai meteorologi. In questa nazione, infatti, con allarmi del genere si provvede a svuotare le dighe: non è stato fatto e abbiamo avuto una tragedia immane».

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