Call center selvaggio, basta stalking telefonico ma per gli utenti è caos

Call center selvaggio, basta stalking telefonico ma per gli utenti è caos
di Valerio Iuliano
Giovedì 21 Luglio 2022, 08:29 - Ultimo agg. 16:35
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Il Registro pubblico delle opposizioni partirà il 27 luglio e per molti utenti si tratta di una buona notizia. Ma le modalità per revocare i consensi rilasciati, negli anni scorsi, dai consumatori per finalità commerciali non sono ancora chiare. Quello che è certo è che il nuovo strumento consentirà agli utenti molestati a tutte le ore del giorno e della notte dalle telefonate dei call-center di inserire nell'elenco dei numeri off-limits anche i telefoni cellulari. Dopo 4 anni, quindi, viene finalmente applicata la normativa che consente ai consumatori di rifiutare le telefonate indesiderate. Per farlo sarà sufficiente iscriversi al Registro, con l'inserimento del numero del cellulare - prima vietato- e del numero fisso, una possibilità che veniva concessa precedentemente solo ai recapiti inclusi negli elenchi pubblici.

Gli intestatari potranno comunicare il numero di telefono da proteggere tramite quattro modalità: sul web, con la compilazione di un modulo sul sito della Fondazione Bordoni, o con una telefonata al numero verde del Registro oppure via e-mail, con l'invio di un apposito modulo, oppure ancora per raccomandata. I numeri di telefono o gli indirizzi postali inclusi nell'elenco non potranno più essere contattati dalle società di telemarketing. L'operatore di telemarketing che utilizza i dati presenti negli elenchi telefonici pubblici - ed è questo il punto più delicato - «è tenuto a verificare con il RPO le liste dei potenziali contatti, tramite una serie di servizi disponibili sul sito». Oggi gli operatori che consultano il Registro sono circa 500, comprese alcune grandi aziende.

Il rispetto delle regole è affidato al Garante della Privacy, che potrà comminare pesanti sanzioni. Il Registro Pubblico delle Opposizioni è un servizio gratuito per l'utente che permette di opporsi all'utilizzo per finalità pubblicitarie dei numeri di telefono di cui si è intestatari e dei corrispondenti indirizzi postali associati, presenti negli elenchi pubblici, da parte degli operatori che svolgono attività di marketing. Con il RPO è, dunque, possibile bloccare il trattamento dei propri dati personali, presenti negli elenchi telefonici pubblici, da parte degli operatori di marketing. Il Registro delle opposizioni era stato introdotto già nel 2018, ma lo strumento non aveva prodotto risultati nell'arginare un fenomeno che ha fatto registrare, anzi, «un netto e preoccupante incremento nel settore energetico», come rilevato dal Garante del Privacy. I dati di due anni fa certificano già la vorticosa espansione delle telefonate a fini commerciali con 155 chiamate in un mese ricevute da ogni cittadino. Nel 2020 il 41% dei fascicoli del Garante riguardava il telemarketing. A rifornire le campagne di telemarketing sono, in molti casi, alcune aziende fornite di pacchetti di numeri telefonici, ricavati dal database dei clienti delle compagnie telefoniche, che avevano concesso l'autorizzazione- spesso involontariamente- ad essere contattati.

La lotta al telemarketing selvaggio rischia di rivelarsi, comunque, molto difficile.

Ad avvantaggiarsi del fenomeno, negli ultimi anni, è una vasta galassia di società, alcune note e molte altre sconosciute. «Si tratta - ha spiegato il Garante della Privacy Pasquale Stanzione - di una filiera complessa di call center spesso abusivi, con un sottobosco di aziende legate le une alle altre». Un sistema di appalti e subappalti, con società che risiedono all'estero e che durano, talvolta, il tempo di una commessa. E qui entra in gioco la questione dei consensi rilasciati in passato dagli utenti alle società. Il decreto avrebbe dovuto garantire la possibilità di revocarli. Ma, ad oggi, non sono ancora chiare le modalità per effettuare la revoca. «L'opposizione non annulla la validità dei consensi per contatti con finalità commerciali, rilasciati direttamente dagli utenti alle singole società», si legge sul sito della Fondazione Bordoni, alla quale è stata affidata la gestione del Registro.

Per chi riceve telefonate moleste, «resta la possibilità - spiegano dall'Unione nazionale consumatori - di segnalare al Garante della Privacy la violazione, compilando l'apposito modulo. Ma servono sanzioni più pesanti per scoraggiare comportamenti scorretti, devono essere previsti indennizzi automatici per i consumatori che ricevono telefonate nonostante siano iscritti al Registro». Per il Garante della Privacy Stanzione è necessario un Codice di condotta che, promuovendo la responsabilizzazione dei titolari, possa favorire comportamenti virtuosi, anche più delle sanzioni.
 

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