La talpa ancora non è stata individuata, ma chi indaga ha disposto l'analisi dei cellulari sequestrati nei giorni scorsi, dalla quale presto si potrebbe sapere di più. Si cerca l'uomo dell'ufficio intercettazioni della Procura di Roma che forniva notizie coperte da segreto alla praticante avvocato Camilla Marianera e al suo fidanzato, Jacopo De Vivo, arrestati nei giorni scorsi per corruzione in atti giudiziari. In cambio di 300 euro alla volta forniva notizie su indagini che dovevano restare segrete. Al momento gli inquirenti, che hanno effettuato una serie di perquisizioni oltre che nell'ufficio dedicato alla intercettazioni anche in quelli delle convalide dei sequestri, del tribunale di Sorveglianza e in Corte d'Appello, hanno proceduto all'iscrizione nel registro degli indagati di altre persone ma l'autore materiale della fuga di notizie non è stata accertata.
Camilla Marianera e il fidanzato, il «protocollo criminale»
Per il gip che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere siamo in presenza di un vero e proprio «protocollo criminale» messo in atto dai due arrestati per ottenere illecitamente notizie.
Secondo l'accusa i due «erogavano utilità economiche a un pubblico ufficiale allo stato ignoto, appartenente agli uffici giudiziari di Roma e addetto all'ufficio intercettazioni - scrive il gip -, perché costui ponesse in essere atti contrari ai doveri del suo uffici consistenti nel rilevare l'esistenza di procedimenti penali coperti dal segreto, l'esistenza di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, atti remunerati mediamente nella misura di 300 euro a richiesta». Gli accertamenti sono scattati nell'ambito di un altro procedimento legato a vicende di droga. Nell'ordinanza sono citate anche delle intercettazioni. In un dialogo carpito Marianera afferma di «conoscere una persona che... sta in Procura nell'ufficio dove "sbobinano" le intercettazioni e tutto... a me fa tanti favori». Secondo il giudice la 29enne ha «un profilo non secondario di capacità di sapersi infiltrare nei gangli della burocrazia pubblica» e nella qualità di consulente all'assessorato alla Sicurezza del Comune di Roma «ha partecipato a riunioni del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, luogo istituzionale nel quale la possibilità di attingere notizie sensibili rispetto agli sviluppi di attività criminali è altissima».
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