Campi rom, tornano i militari dopo l'allarme dei nuovi roghi tossici

Campi rom, tornano i militari dopo l'allarme dei nuovi roghi tossici
Campi rom, tornano i militari dopo l'allarme dei nuovi roghi tossici
di Stefania Piras
Lunedì 15 Aprile 2019, 08:45 - Ultimo agg. 10:00
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Roma non può fare a meno dei Dimonios, i diavoli della Brigata Sassari che questa mattina saranno di nuovo schierati in via Salviati davanti ai campi rom. Il presidio, il primo e unico nel suo genere, si era concluso appena una settimana fa con ottimi risultati. Ma appena le divise hanno abbandonato la trincea del campo rom, quello di Tor Sapienza tristemente famoso per i roghi tossici, i nomadi hanno ricominciato a bruciare di tutto come se niente fosse successo. Pochi giorni fa, e Il Messaggero lo ha verificato sul posto, l'odore acre della gomma bruciata è tornato.

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LA PREFETTURA
Perciò anche in accordo con la prefettura, in sede di Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, il Comune gioca di nuovo la carta Esercito dal 15 al 28 aprile. I militari della Brigata Sassari guidati dal generale Andrea Di Stasio, dunque, torneranno sul posto per un presidio identico a quello già effettuato dal 12 marzo al 2 aprile. «L'Esercito ha un ruolo fondamentale anche in compiti così specifici sul territorio nazionale», commenta Di Stasio. Perciò al via oggi ai controlli fissi per ventiquattro ore no stop per tre settimane. È l'unico modo per interrompere il circuito illegale del rovistaggio dei rifiuti e della conseguente accensione di fuochi.

Nel frattempo si partirà anche in un altro campo rom problematico, quello di Castel Romano. «E non è un mistero che il Campidoglio vorrebbe poterlo estendere in altri campi rom o spazi urbani in cui si concentrano attività illegali. Nella lista dei desiderata della sindaca Virginia Raggi sono entrati anche i Tmb, gli impianti dei rifiuti andati a fuoco. La prima cittadina li vorrebbe far sorvegliare dai militari ma il loro dispiegamento non è una questione semplicissima. Bisogna che gli interventi delle forze armate siano esplicitamente previsti nelle funzioni disciplinate all'interno della quarta missione. Poi ci vuole un'ordinanza del questore. Durante il primo presidio in via Salviati l'uso dei militari in questo pezzo di città così travagliato (il campo è di grandi proporzioni sia per estensione che per densità abitativa) ha dimostrato che si riesce a garantire una cornice di sicurezza e quindi: fermare il fenomeno con un'integrazione perfetta tra Polizia Municipale ed Esercito. Dove intervengono i primi, ci sono i secondi, armati, a coprire le spalle, controllare che gli agenti possano reperire informazioni, identificare le persone, elevare sanzioni senza minacce o aggressioni.

«È stata un'operazione efficace e condivisa ma soprattutto per la gente e tra la gente», ricorda il generale Di Stasio che parla dell'Esercito come di una «risorsa pronta e flessibile».
In tre settimane non è stato acceso alcun rogo tossico, è stata bonificata tutta l'area senza alcuna minaccia nei confronti degli operatori dell'Ama, sono state impiegate 170 pattuglie diurne e notturne, sono state fermate e identificate 448 persone, sono stati controllati 124 mezzi ed è stata arrestata una persona irregolare sul territorio nazionale. E ora si ricomincia daccapo con i pattugliamenti dinamici e i posti di controllo congiunti con la Polizia Locale per impedire che entrino furgoni e quindi materiali infiammabili. L'impiego dell'Esercito è stato deciso perché ormai nella periferia est della Capitale la situazione è stata giudicata «di straordinaria emergenza».
 

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