Candida Auris, un morto in Veneto: cosa è il "fungo killer" che resiste agli antibiotici (e ha alto tasso di letalità)

Candida Auris, primo caso del "fungo killer" a Mestre: morto un uomo di 70 anni
Candida Auris, primo caso del "fungo killer" a Mestre: morto un uomo di 70 anni
Martedì 19 Luglio 2022, 13:25 - Ultimo agg. 22 Luglio, 08:56
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Allarme a Mestre dopo il decesso di un uomo di 70 anni all'Ospedale dell'Angelo a causa di un'infezione da Candida Auris, il primo caso registrato nella regione. Il fungo "killer" è resistente agli antimicotici e ha un tasso di mortalità tra il 20 e il 70%. L'uomo era tornato dal Kenya, dove aveva viaggiato pe lavoro e dove probabilmente aveva contratto l'infezione. L'ospedale sta eseguendo le procedure di profilassi per evitare possibili contagi in altre persone.

Il decesso per Candida Auris all'ospedale di Mestre

Il paziente di 70 anni era stato ricoverato nella struttura dell'Usl 3 a inizio luglio per un mix di patologie tra cui la Candida Auris. L'uomo era tornato dal Kenya e durante il soggiorno in Africa aveva sofferto di calcoli renali. Per questo era stato ricoverato in una struttura ospedaliera dove - secondo quanto ipotizzato dai medici - avrebbe contratto il fungo killer. Il quadro clinico dell'uomo è peggiorato nel giro di poche settimane e tre girni fa è morto.  

Candida Auris perché è così pericolosa

La Candida Auris è imparentata e molto simile alla comune Candida ed è stato identificato per la prima volta in giappone nel 2009 dall'orecchio di una donna (da qui il nome Auris, in latino orecchio).  Resistente al 90% degli antimicotici è stato inserito dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitense tra le principali minacce per la salute globale.

Il tasso di mortalità per chi contrae l'infezione varia dal 20 al 70% e la morte sopraggiunge solitamente dopo 3 settimane dall'infezione, soprattutto in pazienti immunodepressi o con quadri clinici compromessi. I principali sintomi sono febbre, stanchezza e dolori muscolari. Spesso il fungo infetta ferite o può causare infezioni nel sangue. 

Candida Auris, contagiosità 

La sua resistenza a disinfettanti e antimicotici la rende particolarmente difficile da estirpare. Questo anche perché i pazienti possono rimanere a lungo colonizzati: la Candida auris può colonizzare la pelle per più mesi e può vivere a lungo sulle superfici. Il sequenziamento del suo genoma ha portato ad appurare che nelle stanze dove erano ricoverati i pazienti colpiti dall'infezione, il fungo era presente non solo sul materasso, sul comodino e sulla testiera del letto dei pazienti, ma anche su altri arredamenti della stanza e persino sul davanzale. Proprio per la sua particolare resistenza in Liguria dove fu registrato il primo caso italiano, sono stati necessari due anni per arrivare a una completa decontaminazione. 

Candida Auris in Italia 300 casi dal 2019 

In Italia sono stati registrati circa 300 casi di Candida Auris dal 2019. Una trasmissione in crescita che ha portato il Ministero a diramare una circolare per mettere in allerta le strutture sanitarie. Ogni nuovo contagio viene notificato al  Sistema informativo delle malattie infettive e diffusive. 

 

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