«Niente animali in casa», sfrattata Camilla Di Pace, la non vedente che vive con il cane-guida

Bologna, la denuncia di una 31enne di Latina: «Non rinuncerò al mio labrador»: tifosissima della Roma, lavora nella comunicazione

«Niente animali in casa»: sfrattata Camilla Di Pace, la non vedente che vive con il cane-guida
«Niente animali in casa»: sfrattata Camilla Di Pace, la non vedente che vive con il cane-guida
di Mirco Paganelli
Sabato 25 Marzo 2023, 08:00 - Ultimo agg. 09:50
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Per legge può disporre di un cane da assistenza e proprio per questo verrà sfrattata. La gioia dell'arrivo di un Labrador per non vedenti ha portato con sé un'amara sorpresa per la 31enne Camilla Di Pace, originaria di Latina e residente da dieci anni a Bologna. I proprietari dell'appartamento in cui vive zona Santo Stefano, pieno centro del capoluogo emiliano - non intendono rinnovarle il contratto perché non gradiscono gli animali. E dunque la giovane si trova di fronte a un bivio: dire addio all'animale oppure alla casa. «Non rinuncerò mai al cane guida. Non è un capriccio, è un'estensione del mio corpo, come la carrozzina per uno che non cammina. Per me averlo è stata una conquista», si sfoga la giovane. 

Camilla è energica, solare, la sua più grande passione è la Roma e ha tanti progetti.

Ha studiato alla scuola di arti e spettacolo Dams e lavora come operatrice della comunicazione collaborando anche con qualche blog. Talvolta sono gli amici ad assisterla negli spostamenti e in alcune piccole azioni quotidiane. Ma questo ovviamente non basta, il sogno è l'autonomia. Da poco alla giovane di Latina è stato assegnato un cane dalla Scuola Triveneta. Ed è una grande conquista. Anche se c'è un paradosso: Camilla, infatti, ha sempre avuto paura degli amici a quattro zampe. Solo di recente ha familiarizzato con loro fino ad amarli. E così, a maggio, le sarà consegnata una giovane femmina di Labrador: impaziente di conoscerla ma ora quella gioia è stata annebbiata dalla notizia che ha reso la sua vicenda un caso nazionale. 

A settembre le scade il contratto, solo che i proprietari non intendono rinnovarglielo. «Non vogliono il cane», denuncia la giovane non vedente che ogni mese versa regolarmente 550 euro d'affitto. L'alternativa, dunque, è solo una: cercare un'altra sistemazione. Magari meno costosa, visto tra occupazione e pensione d'invalidità, la 31enne riesce ad arrivare a malapena alla fine del mese. «Non potrei mai permettermi un affitto di 700-800 euro», spiega. Mantenersi nel capoluogo emiliano-romagnolo è sempre più difficile. L'anno scorso era la terza città più cara d'Italia secondo l'Unione nazionale consumatori.

L'inflazione picchia duro, il turismo è esploso e gli affitti schizzati alle stelle. In centro è impossibile trovare soluzioni e gli annunci sono sempre più limitanti. «Ora, oltre ai cani va di moda dire No agli studenti del Dams e agli spagnoli, perché temono che creino il caos». Ingiustizie che si sommano e che a Camilla non vanno affatto giù. «Per me è una questione di giustizia sociale e non amministrativa - spiega - Non mi interessa fare causa ai proprietari, vorrei solo che la gente capisca che può trovarsi di fianco una persona con dei bisogni specifici. Il cane guida mi serve per un'autonomia più completa». Il locatore può scegliere se accettare animali domestici in casa, ma la giovane non vedente è convinta di avere il diritto dalla propria parte.

 

«Il mio non è un cane da compagnia, ma un cane guida. Sono animali addestrati. Lo Stato prevede leggi specifiche per i cani per non vedenti. Non affittarmi la casa perché ho un cane guida è come non affittarmela perché sono cieca». E fa un altro paragone: «Non puoi non accettare un disabile in casa perché ha la carrozzina». Ma le sue parole, per ora, risuonano nel vuoto. La sua storia sta avendo una certa risonanza in città, eppure da un po' di tempo la giovane di Latina pensa di rifarsi una vita altrove, magari dove costa meno e dove gli annunci sono meno ostili. Pensa persino di riprendere gli studi universitari nel campo sociale, quello in cui porta avanti la sua battaglia per i diritti di chi attorno a sé vede solo ombre e chiede agli altri, che la luce possono vederla, di rendere il buio un po' meno buio. «Lo sfratto potrebbe essere l'occasione per ripartire da zero da un'altra parte, chissà», prova a farsi coraggio. Senza pensare a questa discriminazione.

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