Caso Cucchi, il carabiniere testimone: «Io minacciato e trasferito»

Caso Cucchi, il carabiniere testimone: «Io minacciato e trasferito»
Martedì 19 Giugno 2018, 16:48 - Ultimo agg. 22 Giugno, 08:22
3 Minuti di Lettura

«Per aver fatto il mio dovere, come uomo e come carabiniere per aver testimoniato nel processo relativo a Stefano Cucchi, morto perché pestato dai miei colleghi, mi ritrovo a subire un sacco di conseguenze - spiega - Faccio appello ai ministri Salvini e Di Maio e al presidente del Consiglio Conte: mi ascoltino. Sono stato minacciato e trasferito».

 



Con quasi due milioni di visualizzazioni in poche ore, la sua è già una vittoria o comunque un appello che difficilmente potrà non essere ascoltato. Riccardo Casamassima, l'appuntato dei carabinieri che con la sua testimonianza ha fatto riaprire l'inchiesta sul decesso di Stefano Cucchi, è apparso in un video postato su Fb con la sua divisa per denunciare il suo calvario da quando ha raccontato il pestaggio «ad opera dei miei colleghi» del giovane geometra. 

E in serata arriva la disponibilità del ministro della difesa, Elisabetta Trenta:«ho ascoltato il carabiniere Casamassima su Facebook, ne ho già discusso con il comandante generale dell'Arma e sono disponibile a parlare con lui. Sicuramente - ha rilevato - ci sono dei fraintendimenti e quello che dice nel video va approfondito». Mentre il comando generale dei carabinieri, nel ribadire la solidarietà alla famiglia Cucchi, spiega che il «trasferimento fa fronte a una situazione di disagio psicologico che Casamassima ha più volte rappresentato anche pubblicamente». 

Un disagio, prosegue il comando generale, «avvertito per la presenza nella stessa caserma di uno dei militari da lui chiamati in causa per il caso Cucchi e di un altro che avrebbe usato parole offensive nei suoi riguardi». A dare la sua solidarietà e a parlare ancora di stima per Casamassima è poi Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, che chiede ai generali dell'Arma «se questo trasferimento sia così necessario». 

Con voce calma e ferma, il carabiniere spiega quanto gli sta accadendo: «Avevo manifestato le mie paure prima del processo del 15 maggio, paure che si sono concretizzate perché mi è stato notificato un trasferimento presso la scuola allievi ufficiali. Sarò allontanato e demansionato e andrò a lavorare a scuola dopo essere stato per 20 anni in strada. È scandaloso. Ho subito minacce, nessuno mi ha aiutato. Mi appello alle cariche dello Stato, ai ministri Salvini e Di Maio e al presidente del Consiglio Conte: è giusto che una persona onesta debba subire questo trattamento? Mi stanno distruggendo. Mi recherò al comando generale per incontrare il nuovo comandante generale. Se non mi verranno date delle spiegazioni - annuncia - sarò costretto ad andare in Procura e a denunciare quello che sta succedendo perché il processo Cucchi è ancora aperto e quindi una qualsiasi azione fatta nei miei confronti lo va a compromettere. Per giustificare il trasferimento lo motivano giudicandomi 'poco esemplare e inadeguato al senso della disciplinà».

​ Ilaria Cucchi ricorda che l'11 luglio ci sarà la prossima udienza del processo. «Casamassima e la sua compagna, anche lei carabiniere, avevano ammesso, davanti ai giudici, di essere stati convocati dai superiori, dopo la morte di mio fratello, per modificare le loro annotazioni.
Casamassima oggi è stato trasferito alla scuola allievi con demansionamento umiliante e consistente nella decurtazione dello stipendio -dice Ilaria- L'ho sentito in lacrime, disperato. Cari Generali Nistri e Mariuccia, era proprio necessario tutto questo, dopo quanto è emerso durante il processo sino ad ora? La scuola allievi Carabinieri aveva proprio bisogno, oggi, di Riccardo Casamassima? Proprio oggi?». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA