Rosarno, carabiniere accoltellato spara e uccide immigrato: il militare stava sedando una rissa

Rosarno, carabiniere accoltellato spara e uccide immigrato: il militare stava sedando una rissa
Mercoledì 8 Giugno 2016, 13:00 - Ultimo agg. 9 Giugno, 10:21
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Un extracomunitario ha accoltellato un carabiniere che ha reagito sparandogli con la pistola di ordinanza ed uccidendolo. È successo nella tendopoli di San Ferdinando, che nel periodo invernale ospita migliaia di extracomunitari impegnati nella raccolta delle arance nella piana di Gioia Tauro. Il militare è intervenuto insieme ad un collega per sedare una lite tra due extracomunitari. Uno dei due lo ha ferito a un occhio e a un braccio con almeno tre coltellate. Il collega nel tentativo di immobilizzare l'immigrato ha riportato la frattura della mandibola.
 

 

Dell'immigrato ucciso, al momento, si sa solo che sarebbe del Mali. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo, prima di accoltellare il carabiniere, avrebbe dato in escandescenze minacciando con lo stesso coltello altri immigrati che vivono nella tendopoli. Sul posto è intervenuto il procuratore della Repubblica di Palmi Ottavio Sferlazza ed i vertici del Comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria. Secondo una prima ricostruzione, sembra che i due extracomunitari stessero litigando perché uno aveva cercato di derubare l'altro. Il carabiniere aggredito a coltellate ha subìto una ferita al volto per la quale é stato necessario applicargli cinque punti di sutura.

Prima che partisse il colpo di pistola, l'immigrato ha aggredito più volte carabinieri e poliziotti, tentando di colpire una seconda volta il carabiniere dopo averlo già accoltellato. Subito soccorso, è stato portato immediatamente nell'ospedale di Polistena dove è morto in tarda mattinata: questa la ricostruzione fatta dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e dalla Procura di Palmi.

Secondo quanto emerso dalle testimonianze raccolte tra vari immigrati presenti al fatto, Sekine Traore, 27 anni, del Mali, armato di un coltello da cucina con lama seghettata, mentre era in una tenda ha aggredito per futili motivi ancora poco chiari, forse per la richiesta di una sigaretta, un cittadino del Burkina Faso, ferendolo all'avambraccio destro, e poi ha aggredito un cittadino di nazionalità ghanese, tentando di rapinarlo del borsello contenente 250 euro. Le due vittime sono riuscite a fuggire, mentre altri extracomunitari hanno chiamato i carabinieri. I militari della pattuglia arrivati poco dopo hanno cercato di parlare con Traore, rassicurandolo e cercando di riportarlo alla calma. L'uomo, tuttavia, in evidente stato di alterazione psicofisica, ha continuato a brandire il coltello colpendo più volte le pareti della tenda e cercando di fare altrettanto con chiunque cercasse di avvicinarsi.

Ogni tentativo di riportare alla calma Traore, secondo la ricostruzione degli inquirenti, è risultato vano. L'uomo, dopo avere lanciato delle pietre contro carabinieri e agenti, si è avventato contro il militare ferendolo. Gli altri esponenti delle forze dell'ordine sono riusciti ad allontanarlo, ma nonostante questo, l'uomo si è scagliato ancora una volta contro il militare già ferito al viso che a quel punto ha estratto la pistola d'ordinanza sparando un colpo che ha raggiunto Traore all'addome. Cinque tra carabinieri e poliziotti hanno subìto lesioni varie.

Il sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà, chiede l'intervento del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e del ministro dell'Interno, Angelino Alfano, per risolvere i problemi legati alla tendopoli di San Ferdinando, comune limitrofo a Rosarno. «Il migrante - afferma Idà - è morto in circostanze che probabilmente si sarebbero potute evitare. E questo mi addolora profondamente. Sulla dinamiche non mi esprimo. Saranno le indagini ad accertare quanto é accaduto. Ho il dovere, però, di porre il tema dei migranti ospiti nelle tendopoli di Rosarno e San Ferdinando.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: dopo la rivolta del 2010 e la rissa di oggi sfociata in una tragedia, dobbiamo mettere un punto a questa storia. Il problema è nazionale e noi, da soli, non ce la facciamo: abbiamo bisogno, e spero di incontrarli al più presto, del ministro Angelino Alfano e del premier Matteo Renzi».

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