Carcere, sale la tensione tra risse e tentati suicidi

Carcere, sale la tensione tra risse e tentati suicidi
Mercoledì 5 Agosto 2020, 10:21 - Ultimo agg. 11:09
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Autolesionismo, tentativi di impiccagione e risse per la religione. La situazione nel carcere di Mammagialla sta diventando rovente. A lanciare l’allarme tutte le sigle sindacali della polizia penitenziaria, che da giorni non riesce più a stare dietro a detenuti violenti, psichiatrici o fanatici dell’Islam. «La situazione è incandescente - afferma il segretario regionale Uspp, Daniele Nicastrini - e le istituzioni nazionali e prefetto sono in religioso silenzio. Perché?». A far gridare i sindacati sono stati due eventi in particolare. «Ci riferiamo ai fatti accaduti domenica 2 agosto - spiega Nicastrini - quando gli agenti sono dovuti intervenire, mettendo a rischio la loro incolumità, a seguito di un’aggressione fisica di alcuni detenuti nei confronti di altri per motivi dovuti alla preghiera islamica». La rissa tra detenuti sarebbe iniziata durante la conta. «Un agente - spiega Nicastrini - ha rischiato grosso e hanno dovuto rinchiudere alcune persone per far calmare gli animi. E mentre erano chiusi hanno messo in atto azioni di autolesionismo per protestare. Creando ancor più tensione».

l clima rovente tra le celle è continuato anche il giorno successivo. «Un detenuto italiano - affermano i sindacati unitari - da alcuni giorni sta tentando continui tentativi autolesionistici, con l’ultimo nella serata del 3 agosto. L’uomo dopo essere stato ritornato in carcere, dopo una visita al pronto soccorso di Belcolle, ha tentato il suicidio cercando di impiccarsi. Solo la prontezza degli agenti ha evitato il peggio». Il detenuto, che era riuscito a ferirsi con un coltello artigianale, avrebbe imbrattato gli agenti accorsi a salvarlo. E gli agenti dovranno sottoporsi ad accertamenti per riscontrare o meno eventuali patologie da contatto.

«Questi episodi - affermano le sigle sindacali Sinappe, Uilpa, Uspp, Cnpp, FpCgil e Sippe -, come tanti altri già segnalati, dimostrano che probabilmente questa direzione non ha ben compreso e nemmeno preso in minima considerazione la drammaticità della situazione. Per l’ennesima volta chiediamo ai vertici del Dap di intervenire urgentemente a tutela di delle donne e gli uomini della polizia penitenziaria che prestano servizio a Mammagialla, e che si avviino le giuste attenzioni di quanto rappresentato». Il personale non si sente sicuro né tutelato dalla direzione del carcere e chiede mirati interventi. «Da tre mesi si va avanti con i “sermoni” mattutini, che visti da fuori sembrano rassicurare molto l’ambiente ma di fatto dopo dieci minuti aumentano la distanza tra il racconto e la realtà di quanto avviene. Per questo, in un accenno da parte dei vertici del Dap con un’attenta verifica di quanto accade da mesi, proseguiamo il nostro stato di agitazione iniziato da aprile è mai terminato».
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