Stilista trovata impiccata, la sorella: «Carlotta uccisa dal suo uomo, noi le dicevamo di lasciarlo»

Stilista trovata impiccata, la sorella: «Carlotta uccisa dal suo uomo, noi le dicevamo di lasciarlo»
Stilista trovata impiccata, la sorella: «Carlotta uccisa dal suo uomo, noi le dicevamo di lasciarlo»
di Claudia Guasco
Venerdì 16 Ottobre 2020, 00:33 - Ultimo agg. 17 Ottobre, 09:32
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Carlotta Benusiglio aveva 37 anni, amava il suo lavoro di stilista, i tre gatti accoccolati sul divano e la musica jazz. Ma anche l’uomo sbagliato, Marco Venturi, che con la patetica scusa della gelosia per due anni - sostiene l’accusa - l’ha minacciata e picchiata. Una relazione di cui lei non riusciva a liberarsi e finita nel peggiore dei modi. All’alba del 31 maggio 2016 Carlotta viene trovata impiccata al ramo di un piccolo pruno selvatico, a pochi passi da casa. «Suicidio», era la strada imboccata dalle indagini. «Ma né io né la mia famiglia abbiamo creduto nemmeno per un momento che Carlotta potesse togliersi la vita. Tanto meno in quel modo plateale. Aveva tanti progetti e tutta la vita davanti. Non volevamo un colpevole, ma la verità», racconta ora la sorella Giorgia Benusiglio. Dopo quattro anni di guerra di perizie è arrivata la svolta, la Procura di Milano ha chiuso le indagini e Venturi è indagato per omicidio volontario. 

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«È il primo passo verso la giustizia, finalmente siamo giunti a una prima certezza che non è solo nostra, ma condivisa da chi ha condotto l’inchiesta.

Noi ci abbiamo sempre creduto, anche se il percorso giudiziario è stato tormentato e dobbiamo ringraziare il pm Gallo per essere andato fino in fondo. Le indagini sono passate attraverso una richiesta di archiviazione, un’istanza di custodia cautelare nei confronti di Venturi respinta da gip, i pareri contrastati dei due medici legali nominati dalla Procura. A qual punto abbiamo deciso che dovevamo farci sentire un po’, alzare la voce in nome di mia sorella». Cosa vi rendeva così sicuri che Carlotta non si fosse tolta la vita? «Tanti dettagli, che messi in fila escludevano un atto volontario. Sull’agenda di Carlotta erano fissati appuntamenti per le ore e i giorni successivi alla sua morte, progetti che chi intende uccidersi non prende nemmeno in considerazione. Aveva appena realizzato l’abito da sposa per un’amica e un’altra l’avrebbe raggiunta presto dall’Argentina, l’aspettava con ansia. Avevamo programmato un viaggio insieme a Taormina dove lei avrebbe presentato un documentario, era un’artista di gran talento. Quanto abbiamo visto come aveva lasciato l’appartamento ci hanno subito assalito i dubbi. C’era del sangue sul materasso ed era un posto lasciato in tutta fretta con l’intenzione di tornare: il computer era rimasto acceso e la musica ancora in sottofondo». 

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E c’era anche il rapporto conflittuale con Marco Venturi. «Una relazione violenta, fatta di liti, addii e riconciliazioni. Una settimana prima della sua morte si è riunita tutta la famiglia: Carlotta era tornata con lui, noi eravamo preoccupati, non eravamo d’accordo e cercavamo di parlare. Abbiamo pensato persino a un trattamento sanitario obbligatorio, tanta era la disperazione, ma era impossibile, lei era consapevole delle sue scelte. L’ultimo anno è stato un inferno». Le carte della Procura descrivono uno scenario di botte e persecuzione. «Andavo a prenderla in ospedale, cercavo di proteggerla e discutevo con lui che mi faceva le piazzate sotto casa. Tentavo di farlo ragionare. “Amare significa anche accettare che la propria donna non ti voglia più”, gli dicevo. Se le fai del male, non è amore». Sapevate che erano insieme la notte del 30 maggio? «No, ma da quando ci hanno informato che avevano trovato il corpo mia sorella impiccata abbiamo subito capito tutto. Mia mamma mi ha detto: “Carlotta è...”. Non le ho fatto finire la frase, lo ho risposto: “In ospedale? Dove devo andare a prenderla?”. Lei ha scosso la testa. Io sono impazzita. Era impossibile che si fosse uccisa. Amava la vita ed era una persona riservata. Se mai avesse voluto compiere un gesto del genere l’avrebbe fatto al riparo da tutti, a casa sua, con i gatti e la musica. Quel modo così esposto non le apparteneva». Avete avuto contatti con Venturi dopo la morte di Carlotta? «È scomparso all’istante. Non l’abbiamo più visto, non ci ha mai telefonato». 

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