Le regole ferree e inviolabili e le “trovate” pubblicitarie folli per lanciare fiction e attori: anche l’ipotesi di simulare un sequestro di persona (per fortuna mai messa in atto). Un clima di terrore al limite del ricatto, che però non impediva a chi faceva parte della “scuderia” di Ares (prima “Numero chiuso”) di Alberto Tarallo di andare via. E nessuno dei volti noti ha mai denunciato il manager, indagato a Roma per falso (in relazione al testamento dell’ex compagno Teodosio Losito) e bancarotta per il default della società. Anche l’attrice Giuliana De Sio ha raccontato davanti al pm Carlo Villani di avere avuto paura e di avere più volte respinto le proposte di Tarallo.
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IL FINTO SEQUESTRO
Il verbale dell’attrice, che ripercorre il suo rapporto con Tarallo, risale al 21 marzo: «Ricordo - si legge negli atti - che in una di queste cene a viale Parioli, organizzata per la promozione della fiction “L’onore e il rispetto”, eravamo a cena io, Tarallo, Teo, Laura Ratchev e Lucherini e ad un certo punto si parlava delle iniziative per promuovere il film.
LA PAURA
L’attrice ha raccontato del clima di terrore: «Non ero a mio agio a lavorare con loro: c’era era un clima non sano, Tarallo era il capo di tutto, era una persona molto violenta verbalmente, una persona cattiva, diciamo che c’era un clima di spionaggio sul set, ognuno riportava tutto a lui, lui controllava tutto. Spesso diceva “Io ti distruggo” quando qualcuno non si comportava come lui voleva». Ma le regole di ingaggio erano queste: «C’era una situazione di assoggettamento a lui. Tutti erano asserviti a lui per avere successo...c’era un clima corrotto». E aggiunge: «Diciamo che avevano paura di lui, anche chi non doveva avere paura di lui ce l’aveva, tipo me».
LA VENDETTA
Così De Sio decide di andare via. Ma la sua carriera prende un’altra piega: «Lui era un manipolatore, faceva cambiare i denti il viso a molti artisti, e metteva nelle clausole dei contratti. Tarallo mi mandò a dire che siccome ero andata via dalla sua agenzia, potevo considerarmi finita artisticamente. Quando sono andata via dalla “Numero Chiuso”, Tarallo mi ha fatto capire che non avrei più lavorato e infatti da qual momento ho fatto quasi soltanto teatro».