Emanuela, il mistero della cassiera scomparsa. La figlia:« Al lavoro aveva ricevuto delle avances che rifiutò».

Emanuela Saccardi con la figlia Alessia
Emanuela Saccardi con la figlia Alessia
di Emilio Orlando
Sabato 1 Giugno 2019, 18:41 - Ultimo agg. 14 Marzo, 18:32
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Le indagini che vanno avanti da oltre un mese, hanno prodotto più domande che risposte. Emanuela Saccardi, la donna di 47 anni svanita nel nulla la mattina del 23 aprile, forse è stata vittima di uno stalker che la infastidiva al supermercato dove lavorava. Il giallo della scomparsa della donna, madre di una ventenne e di un ragazzo di 14 anni ha sconvolto il comune di Podenzano, un piccolo paese a dieci minuti di macchina da Piacenza, nella pianura dell'Emiia compresa tra i fiumi Trebbia e Nure. La località che conta novemila abitanti, è una realtà che è sempre stata tranquilla. Il basso numero di abitanti, dove nessuno è estraneo perchè tutti si conoscono, lo rende il centro ideale per chi cerca relax e e vuole vivere al riparo dal caos cittadino. ( Nella foto in basso Emanuela Saccardi).


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Proprio per queste caratteristche tipiche di un borgo, ogni movimento sospetto non passa mai inosservato e viene sempre notato da qualcuno. Non è stato così il giorno in cui Emanuela Saccardi si è volatilizzata. Intorno alle 7 della mattina in cui è scomparsa, la cassiera quarantasettenne ha salutato Mauro, l'uomo con cui è sposata da più di 20 anni e ha accompagnato i figli a casa della nonna. Un tragitto che la donna ha coperto in un quarto d' ora, prima di recarsi al supermercato “Il Gigante” di Piacenza dove però non è mai arrivata. La telefonata allarmante per i famigliari arriva intorno alle 9,30, quando i colleghi di Emanuela chiamano la figlia Alessia per dirle che la mamma non si è ancora presentata sul posto di lavoro. Da quel momento in poi per i figli e per Mauro Gatti comincia l' inferno. Ricerche in ogni angolo di Podenzano, telefonate ad amici e parenti. Infine il marito decide per la denuncia ai carabinieri. Gli investigatori non perdono tempo. Il telefono della donna risulta spento dall'ora della scomparsa. « Escludiamo che mia madre possa essersi allontanata volontariamente - commenta la figlia Alessia. Propendiamo piuttosto ad un' altra ipotesi. Al supermercato dove mamma lavorava, alcuni clienti le avevano fatto delle avances che lei non gradiva». Potrebbe essere questa la pista che conduce alla risoluzione del mistero che avvolge questa raccapricciante vicenda.

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Le ricerche dei detective piacentini, partite qualche ora dopo la denuncia di scomparsa giungono ben presto a localizzare la macchina di Emanuela, parcheggiata a Piacenza in via del Pontiere in direzione opposta al posto di lavoro. Inoltre nel bagaglio “Toyota Yaris” bianca acquistata da poco, gli investigatori hanno ritrovato la borsetta della donna con i soldi e i documenti. Anche la posizione dell' autovettura, parcheggiata in maniera geometrica lascia supporre, secondo la figlia, che a parcheggiarla possa essere stata un' altra persona. La madre, infatti era solita lasciare la macchina alla meglio, senza curare molto le manovre del parcheggio.

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Una pista promettente sembrava essere quella di un video di alcune telecamere di video sorveglianza, che immortalavano una donna vestita con un abbigliamento compatibile con quello che indossava al momento della scomparsa camminare sul ponte che travera il fiume Pò all' altezza di piazza Milano a Piacenza. Le immagini restituiscono la sagoma di una persona, che la mattina in cui la donna è scomparsa, cammina lungo il bordo con una felpa con cappuccio ed un ombrello in mano. Secondo gli inquirenti potrebbe trattarsi di un suicidio, ma secondo i parenti e per la figlia Alessia la madre era serena e non c' erano dissapori famigliari o tensioni interne tali da giustificare un gesto estremo.

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Cani molecolari, sommozzatori dei vigili del fuoco e delle associazioni di volontariato hanno scandagliato i fondali del Pò e ispezionato ogni palmo dell' area golenale degli argini del fiume senza trovare la donna. Il giallo della scomparsa di Emanuela Saccardi continua a tenere impegnati i carabinieri e la procura di Piacenza che continueranno ad indagare. 
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