Catania, investe la moglie e l'amica che muore. Poi confessa: «Colpa sua se mi ha lasciato»

La moglie, che ha 56 anni, è ricoverata all'ospedale San Marco. L'uomo ha confessato

Catania, investe volontariamente con l'auto la moglie e un'amica (che muore). L'altra donna in ospedale
Catania, investe volontariamente con l'auto la moglie e un'amica (che muore). L'altra donna in ospedale
Sabato 10 Giugno 2023, 14:53 - Ultimo agg. 12 Giugno, 05:54
4 Minuti di Lettura

«Venite, sono stato io ad investirle», ha detto Piero Maurizio Nasca all’operatore del 112. Pochi minuti prima aveva travolto con la macchina la moglie e l’amica a cui dava la colpa della sua crisi coniugale. È stata una mattina di sangue e morte ieri a Catania. Non è stato un incidente, ma un gesto deliberato. Nasca, disoccupato di 52 anni, che vive con una piccola pensione di invalidità, è stato fermato dalla Procura della Repubblica etnea per l’omicidio di Cettina De Bormida, 69 anni, casalinga originaria di Centuripe, in provincia di Enna, e per il tentato omicidio della moglie, Anna Longo, che di anni ne ha 56 anni, rimasta ferita nell’impatto.

Cognati uccisi a Sant'Antimo, il figlio del killer: «Mio padre si era invaghito di mia moglie Brigida. L'ho chiamata per avvisarla ma era tardi»
 

LA CRISI
 

La coppia è in crisi da anni.

La loro è una storia tormentata. Nasca in passato è stato denunciato per reati contro il patrimonio ed è sotto processo per le violenze subite dalla moglie. Nel 2014 l’aveva minacciata di morte e nel 2018 era stato sottoposto all’ammonizione da parte del questore per i maltrattamenti in famiglia. La moglie ha provato a ricucire il rapporto. Decisione prese e ripensamenti. Di recente c’è stato un ulteriore riavvicinamento. Spesso non è facile chiudere una parentesi di vita, anche se tormentata e piena di sofferenza. A stare vicino ad Anna Longo c’è l’amica Cetty. È un’amica di famiglia, ed è stato il marito a presentargliela. Ieri mattina, così ha ricostruito la squadra mobile, marito e moglie raggiungono insieme in macchina un consultorio. Il centro di ascolto accoglie persone che hanno bisogno di sostegno psicologico, come Anna Longo, e chi deve liberarsi da una dipendenza. Sembrerebbe, infatti, che Nasca faccia abuso di alcol. 
 

LA LITE 
 

Succede qualcosa, i vecchi rancori riemergono. Iniziano a litigare. Nasca se la prende con Cettina. La considera una cattiva consigliera della moglie. Le addossa la colpa per la crisi coniugale e per un matrimonio che sembra un’altra volta vicino al capolinea. Nasca non si rassegna. Probabilmente ha bevuto. Si attendono gli esiti dell’alcol test per avere la risposta sulle sue condizioni al momento dell’impatto mortale. La moglie non ha alcuna intenzione di tornare a casa con il marito e chiama l’amica per farsi venire a prendere. Le due donne stanno percorrendo a piedi la strada nella zona industriale di Catania. Nasca le vede e lancia la sua Opel contro il bersaglio, le travolge e si allontana.
 

I SOCCORSI 
 

Alcuni passanti chiamano i soccorsi. Segnalano un corpo immobile sull’asfalto. Sul posto giunge una pattuglia della polizia municipale. Sembra un incidente stradale. Sembra, ma la verità è un’altra ed è un pugno nello stomaco. Emerge con chiarezza quando Nasca compone il numero delle emergenze. «Sono stato io», spiega all’operatore dall’altra parte della cornetta che lo invita a fermarsi nel punto in cui si trova. Quando arriva l’equipaggio di una volante l’uomo non oppone resistenza. «Non ci ho visto più dagli occhi», dirà negli uffici della squadra mobile. Per Cettina De Bormida nulla c’è da fare. L’impatto non le ha lasciato scampo. È morta sul colpo. La moglie, invece, è ricoverata all’ospedale San Marco. Ha solo delle forti contusioni, ma è sotto choc. Il suo racconto sarà decisivo per ricostruire i dettagli della vicenda. I poliziotti della squadra mobile stanno ascoltando dei testimoni e cercando delle telecamere che abbiano filmato la scena. La scena tragica di due donne travolte da un’auto usata come un’arma mortale da un marito violento che ha ucciso l’amica della moglie. La riteneva colpevole della sua crisi coniugale, responsabile della fine di una storia già segnata dalla violenza. Ora è in stato di fermo per omicidio e tentato omicidio aggravati, disposto dalla Procura guidata da Carmelo Zuccaro. La sua posizione passa al vaglio del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catania. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA