Omicidio Cerciello, verdetto choc: condanne annullate per Elder e Hjorth. La Cassazione decide per l'appello bis

«Non capirono che erano carabinieri». Da rivedere i 24 anni per il killer Elder. Per Hjorth rinvio sul concorso in omicidio

Omicidio Cerciello, Cassazione: ok ad appello bis per Elder e Hjort
Omicidio Cerciello, Cassazione: ok ad appello bis per Elder e Hjort
di Valeria Di Corrado
Mercoledì 15 Marzo 2023, 23:48 - Ultimo agg. 17 Marzo, 09:02
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Bisognerà rifare daccapo il processo d’appello per Gabriel Natale Hjorth, uno dei due turisti americani accusati dell’uccisione del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, avvenuta la notte tra il 25 e il 26 luglio 2019, a Roma, in una centralissima via del signorile quartiere Prati. Mentre per Finnegan Lee Elder, colui che ha sferrato 11 coltellate in soli 20 secondi ai fianchi del carabiniere, si dovrà ricalcolare al ribasso la pena a 24 anni inflitta in secondo grado il 17 marzo scorso. Ieri i giudici della prima sezione penale della Corte di Cassazione, dopo quattro ore e mezzo di camera di consiglio, hanno emesso un verdetto che ha lasciato sbigottiti i familiari del militare di 35 anni originario di Somma Vesuviana, a cominciare dalla moglie. 

In sostanza la Suprema Corte ha ritenuto credibile la tesi difensiva secondo cui i due amici non avessero capito che la vittima e il suo collega Andrea Varriale erano carabinieri.

Per questo hanno ritenuto ammissibile il ricorso della difesa di Elder, limitatamente alle aggravanti e al reato di resistenza a pubblico ufficiale. Quindi, per quanto sia incontrovertibile e assodata per lui l’accusa di omicidio volontario, la Corte d’appello di Roma dovrà “alleggerire” la sua condanna. Mentre per Natale Hjorth la Cassazione ha messo in dubbio proprio l’accusa di concorso nell’omicidio, per cui il nuovo processo che si aprirà nei suoi confronti potrebbe portare a un’assoluzione.

LE REAZIONI DEI LEGALI
«Dal primo minuto in cui abbiamo esaminato le carte processuali abbiamo capito che Elder non aveva assolutamente capito di trovarsi davanti a due carabinieri - ha detto l’avvocato Renato Borzone, il suo legale - Quell’intervento è stato anomalo. Non è possibile, senza motivazioni, stabilire quale può essere la nuova pena». «Ci sarà un nuovo processo sul cuore della vicenda, se i carabinieri si siano o meno qualificati come appartenenti alle forze dell’ordine. E questo apre lo spazio a una nuova quantificazione della pena», gli fa eco l’avvocato Roberto Capra, co-difensore di Elder.

«Esprimiamo grande soddisfazione per l’esito, abbiamo finalmente qualcuno che ha sentito le nostre ragioni. Adesso si apre una nuova pagina nel processo», ha commentato l’avvocato Fabio Alonzi, difensore di Natale Hjorth. «La Corte ha evidentemente riconosciuto la fondatezza delle nostre censure sugli errori compiuti dai giudici di merito che avevano ritenuto il concorso di Gabriel nell’omicidio. Una affermazione incompatibile con tutti i risultati della prova», ha aggiunto l’avvocato Francesco Petrelli, co-difensore di Natale Hjorth.
Grande la gioia delle madri dei due giovani imputati - reclusi nel carcere di Rebibbia dal giorno del delitto - e dei loro familiari, accompagnati dal personale diplomatico dell’Ambasciata americana. Mentre Rosa Maria Esilio, moglie della vittima, è uscita dall’aula in silenzio. Agli amici che l’attendevano ha detto solo: «è stato un disastro». 

LA REQUISITORIA
Il procuratore generale della Cassazione, Francesca Loy, aveva chiesto la conferma delle condanne. «In 20 secondi Finnegan Lee Elder infligge 11 coltellate al vice brigadiere disarmato, senza alcuna necessità, dato che ai due americani era stato solo chiesto di fermarsi. Non c’è nessuna proporzione tra offesa e difesa». «Forse c’è stata una sottovalutazione da parte dei due carabinieri, che pensavano di compiere una normale azione di recupero di uno zaino sottratto da due ragazzini», ha precisato il pg, ma «se hanno mostrato il tesserino o se non lo hanno mostrato sono tutti motivi di contorno. I ricorsi delle difese dei due imputati non spostano di un millimetro la ricostruzione di quanto avvenuto». Secondo la tesi accusatoria, non accolta dai giudici, gli americani «avevano già visto i due carabinieri in borghese a Trastevere». E «anche se Elder non avesse capito che fosse un carabiniere, Cerciello era comunque una persona disarmata» e il ragazzo «poteva scappare». Per il pg era da confermare anche il «pieno concorso» nell’omicidio di Natale, considerato «il suo contributo intellettuale al delitto, perché conosce l’italiano. Lui sapeva che il suo amico aveva un coltello molto grosso. Si sarebbe potuto dissociare e non lo ha fatto».

 

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