Abusi sui bimbi inneggiando a Hitler, i video dell'orrore su WhatsApp: 12 indagati

Abusi sui bimbi inneggiando a Hitler, i video dell'orrore su Whatsapp: 12 indagati
Abusi sui bimbi inneggiando a Hitler, i video dell'orrore su Whatsapp: 12 indagati
Martedì 12 Gennaio 2021, 20:17 - Ultimo agg. 17 Febbraio, 11:03
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Condividevano immagini e video di bambini, anche di piccolissima età, costretti a subire e compiere atti di natura sessuale disumani; esaltavano Adolf Hitler, il nazifascismo e pure il terrorismo islamico. Il tutto su una sedicente chat di Whatsapp denominata Gruppo Utistico che coinvolgeva una ventina di giovani, in prevalenza minorenni, residenti in varie regioni italiane. A scoprire una nuova chat degli orrori i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Siena, coordinati dal procuratore Antonio Sangermano, della Procura della Repubblica per i Minorenni della Toscana, che hanno continuato ad indagare dopo una precedente, terribile scoperta, nell'aprile del 2019, della chat denominata the Shoah party. Anche in questo caso ad alimentare la chat erano minorenni dediti allo scambio di materiale pedopornografico e inneggiante all'odio razziale. L'operazione odierna, denominata Utistici, ha portato a perquisizioni in Toscana, Piemonte, Lombardia, Veneto e Campania e all'interrogatorio di 12 ragazzi iscritti alla chat di età compresa tra i 13 e i 17 anni e alcuni maggiorenni

Tutti sono ora indagati per diffusione e detenzione di materiale pedopornografico e istigazione a delinquere. Ulteriori accertamenti sarebbero in corso su altri partecipanti alla chat, mentre numerosi supporti informatici quali smartphone, memorie sd, pc, chiavette Usb sono stati sequestrati. I carabinieri di Siena sottolineano come «nelle chat è emersa una descrizione dettagliata ed inquietante dei loro interessi, paralleli ad una vita apparentemente normale di un adolescente» e che il mondo virtuale in cui gli adolescenti riuscivano a reperire materiale con grande facilità appartiene al dark e deep web, «quella parte di Internet dove solo gli utenti più esperti riescono ad accedere» e dove «si trova veramente di tutto, soprattutto illegale e spesso ben oltre i confini della sanità mentale», spiegano ancora i carabinieri.

Nella chat del gruppo Utistico, infatti, i militari dell'Arma hanno individuato anche ragazze che con richieste anche molto esplicite, «interagivano a pieno titolo sugli argomenti trattati, avendo consapevolezza del disvalore sociale e criminale delle loro azioni».

Una realtà preoccupante già emersa nella prima inchiesta e che ha indotto gli inquirenti a proseguire in una certosina opera di lettura dei materiali reperiti e all'individuazione di questo nuovo pozzo dell'orrore sociale.

Nel 2019 la prima scoperta choc

L'indagine è cominciata nel 2019 a Rivoli, alle porte di Torino. In quell'anno, ad aprile, i carabinieri fecero la prima scoperta choc di questo orrore guidato da un gruppo di ragazzini italiani, che avevano creato una chat apposita. 

Grazie alla denuncia di una madre, che nel gennaio dello stesso anno si era recata dai carabinieri di Siena per denunciare di aver rinvenuto nello smartphone del figlio 13enne video pedopornografici, è scattata l'indagine che nella prima tranche aveva visto indagati 25 ragazzi, 16 minorenni, tra i 13 e i 17 anni, e 9 maggiorenni tra 18 e 19 anni. Erano scattate perquisizioni in Toscana, Val d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Calabria nelle abitazione degli indagati, residenti in 13 province.

Il più anziano del gruppo aveva poco più di 19 anni, il più giovane 15. A far parte della chat dell'orrore vi erano anche 6 ragazzi, poco più che bambini, tutti di età inferiore ai 14 anni, quasi tutti 13enni, e, per questo ritenuti dalla legge non imputabili. «Se non fosse stato per quella denuncia della madre a gennaio l'indagine non sarebbe partita né a Siena né altrove - spiegano i carabinieri - Perchè un gruppo WhatsApp non conosce confini e quell'espressione degradante di malcostume ha interessato molte regioni d'Italia. Moltissimi ragazzini hanno potuto osservare le immagini di pedopornografia, di enorme violenza, di apologia del nazismo e dell'islamismo radicale che vi erano contenute». «Ma nessuno di loro risulta aver denunciato la cosa», precisarono i carabinieri. Un insieme di minorenni che normalmente non si conoscevano tra di loro ma che condividevano l'inconfessabile segreto di provar gusto in maniera più o meno consapevole nell'osservare quelle immagini di orribili violenze: una neonata di nemmeno un anno seviziata da un adulto, oppure una bambina dall'apparente età di 11 anni mentre fa sesso con due ragazzini, forse di poco più grandi di lei.  Insieme all'approfondimento dei profili penali, la Procura per i minori del Tribunale di Firenze aprì un'inchiesta per valutare la idoneità dei contesti familiari, nell'ambito di un'indagine socio-familiare, come previsto dalla legge, visto che i ragazzi sono stati indagati per reati come la pedornografia e l'istigazione al razzismo.  

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