Chiara Biasi, Calhanoglu e Sensi: arrestata la banda che svaligiava le case dei vip. I furti da mezzo milione di euro

Chiara Biasi, Calhanoglu e Sensi: arrestata la banda che svaligiava le case dei vip. I furti da mezzo milione di euro
Giovedì 15 Settembre 2022, 13:02 - Ultimo agg. 17:47
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Una serie di furti "eccellenti" a casa di calciatori e personaggi dello spettacolo, compiuti tra ottobre 2021 e febbraio 2022. La polizia ha arrestato due croati di 21 e 36 anni con l'accusa di aver svaligiato, a Milano, gli appartamenti della influencer Chiara Biasi e dei calciatori Hakan Calhanoglu dell'Inter e Stefano Sensi del Monza. In particolare Calhanoglu è stato derubato durante un derby tra Milan e Inter. In totale si stima che i colpi abbiano fruttato circa mezzo milione di euro. 

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Il furto della Biasi

Nell'ottobre del 2021 ad essere sottratto a casa della Biasi fu un ricco bottino del valore di migliaia di euro contenente abiti e accessori di lusso così come devices tecnologici.

La ragazza scrisse un messaggio diretto ai malviventi: «A voi che purtroppo mi spiate da tanto, voglio dire una cosa: godetevi tutto, le MIE borse, i MIEI gioielli, le MIE gioie, i MIEI orologi, le MIE valigie, i MIEI borsoni, i MIEI zaini, i MIEI beauty case, i MIEI vestiti, i MIEI soldi... e tutto ciò che vi siete presi. Io ho e sono ben di più».

I ladri sarebbero entrati dalla finestra nel salone dell’appartamento meneghino della Biasi, che si trova al terzo piano di un edificio in Corso Venezia, intorno alle 3 di notte. Stessa serata in cui la modella ha raccontato agli inquirenti di non essere stata presente, perché a cena dalle ore 22 con un gruppo di amici. Prima di andare via dal suo appartamento, Chiara Biasi avrebbe lasciato luci e televisori accesi, azione preventiva che non è però servita visto il probabile studio delle sue mosse da parte dei malviventi, che si sarebbero così assicurati di non trovare nessuno in casa al momento del saccheggio. Quando l'influencer è rientrata ha trovato luci e televisori spenti e ha capito che qualcosa non andava. Giunta in salone, l’amara scoperta: due finestre erano state forzate, mentre altre due erano state dimenticate o volutamente lasciate totalmente aperte. Facendo un giro della casa, ha poi trovato tutte le stanze a soqquadro con abiti, borse e accessori di importanti marchi del lusso, nonché altri ricordi completamente scomparsi.

 

Il colpo a casa di Sensi

Dopo un paio di mesi - stando alle indagini coordinate dall’aggiunto Laura Pedio e dal pm Maurizio Ascione - a essere «ripulito» è stato l’ex centrocampista nerazzurro Stefano Sensi, passato nel frattempo al Monza. Il furto da 200 mila euro era stato commesso mentre era a San Siro impegnato per il match di campionato Inter-Torino del 22 dicembre dell’anno scorso. Un furto da 200 mila euro. Era stato anche in questo caso lo stesso giocatore a denunciare l’episodio quando era tornato a mezzanotte e 45 nel suo appartamento in zona Gae Aulenti. I ladri che erano entrati da una porta finestra al primo piano erano fuggiti con un Patek Philippe da 70mila euro, gioielli e borse della moglie di Sensi, l’influencer Giulia Amodio.

Hakan Calhanoglu

Stessa sorte è toccata all’allora compagno di squadra e di reparto Hakan Calhanoglu. Una serata, quella del 5 febbraio 2022, da dimenticare per il centrocampista turco: dopo aver perso il derby con il Milan ha scoperto di essere stato derubato. I presunti responsabili erano stati bloccati quella sera stessa dagli investigatori guidati dal primo dirigente Marco Calì e il funzionario Vittorio La Torre. Tuttavia, al momento del controllo, nelle vicinanze dell’abitazione erano stati trovati in possesso solo di diversi arnesi da scasso, ma senza refurtiva. Dopo essere stati accompagnati in questura e rilasciati con denuncia a piede libero per assenza di elementi, i due erano subito andati in Croazia. Dai successivi approfondimenti sono state raccolte altre prove, tra cui una traccia di Dna, della loro responsabilità che ha portato gli inquirenti a chiedere e a ottenere la misura della custodia cautelare in carcere.

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