Chiara Poggi, dopo 5 anni di carcere Alberto Stasi “libero” di cercare lavoro all'esterno. Nel curriculum laurea alla Bocconi

Chiara Poggi, dopo 5 anni di carcere Alberto Stasi "libero" di cercare lavoro all'esterno. Nel cv laurea alla Bocconi
Chiara Poggi, dopo 5 anni di carcere Alberto Stasi "libero" di cercare lavoro all'esterno. Nel cv laurea alla Bocconi
di Michela Allegri
Sabato 14 Agosto 2021, 17:19 - Ultimo agg. 15 Agosto, 09:41
4 Minuti di Lettura

Omicidio di Chiara Poggi, 26 anni, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Per quel delitto, il fidanzato della giovane, Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di prigione, dal 12 dicembre 2015 è recluso nel carcere di Bollate. Ma ora potrebbe uscire per qualche ora al giorno: Stasi, che il mese scorso ha compiuto 38 anni, sta cercando lavoro. Nel curriculum spicca la laurea in Economia e legislazione d'impresa con il voto di 110 e lode alla Bocconi di Milano. 

Nel dicembre 2015 si era costituito poche ore dopo la sentenza della Cassazione, che confermava la pronuncia dei giudici di secondo grado. Dopo quasi sei anni trascorsi dietro le sbarre, i tempi per chiedere al giudice l’ammissione al lavoro esterno potrebbero essere maturi: i termini di legge sono trascorsi, visto che per essere ammessi al beneficio è necessario avere scontato almeno un terzo della pena.

Video

Delitto di Garlasco, la Cassazione dice no alla revisione del processo di Alberto Stasi

Stasi, la mamma di Chiara Poggi: "C'è già il colpevole"

La conferma arriva dall’avvocato di Stasi, Laura Panciroli: «È un’ipotesi - ha detto il legale - Il problema è trovare un lavoro adeguato, corretto, in un contesto protetto, vista anche l’esposizione mediatica che ha avuto tutta la vicenda.

Sono in corso valutazioni, nella prospettiva della rieducazione e del reinserimento sociale». Ovviamente, l’eventuale richiesta dovrà essere valutata dal Tribunale di sorveglianza. Il timore del legale è che selezionare un impiego adatto e che non esponga troppo l’imputato non sia facile: «Ci vuole un datore di lavoro motivato. E serve una soluzione che sia rispettosa per lui e per chi lavorerebbe con lui».

 


Dal giorno della sentenza di Cassazione, Stasi non ha mai lasciato il carcere. Le diverse richieste di revisione del processo sono state sempre rigettate. Laureato in Economia alla Bocconi nel 2007, pochi mesi dopo il delitto, il giovane sta scontando la pena disposta dopo un iter processuale tutt’altro che lineare e scontato. La condanna definitiva è infatti arrivata dopo due sentenze di assoluzione.

 


Ma ecco i fatti. Il 13 agosto 2007 Chiara Poggi viene uccisa con un oggetto contundente mai recuperato, nella sua casa di Garlasco, in provincia di Pavia, mentre i genitori e il fratello sono in vacanza. Secondo gli inquirenti, la vittima conosceva l’assassino: gli ha aperto la porta di casa in pigiama. A dare l’allarme è Stasi, che chiama i soccorsi dicendo di avere trovato il corpo della giovane. Lo studente di Economia viene sospettato fin dal primo momento. La sua versione non convince gli inquirenti: troppe incongruenze. Secondo gli investigatori, inoltre, prima di chiedere aiuto si sarebbe cambiato i vestiti e avrebbe pulito le scarpe.

Il 24 settembre 2007, Stasi viene arrestato su richiesta della procura di Vigevano, ma viene scarcerato quattro giorni dopo per insufficienza di prove. Il giovane bocconiano, inizialmente, esce indenne anche dal processo, condotto con rito abbreviato: viene assolto dall’accusa di omicidio sia in primo che in secondo grado. Il 18 aprile 2013, però, la Cassazione annulla la sentenza di assoluzione. I supremi giudici ordinano esami del Dna ed altri accertamenti. Il processo d’appello bis si conclude nel dicembre 2014 con una condanna a 24 anni di reclusione, pena poi ridotta a 16 anni grazie al rito abbreviato. Sentenza confermata dalla Cassazione nel 2015. Poi, l’ingresso in carcere.

Video


In questi anni Stasi ha lavorato dentro le mura del carcere per una cooperativa che ha in appalto servizi per conto di diverse compagnie telefoniche. Il suo avvocato racconta che il giovane ha anche aiutato gli altri detenuti con le sue competenze giuridiche, maturate durante gli anni trascorsi insieme ai suoi legali per preparare le strategie difensive.

© RIPRODUZIONE RISERVATA