Hashish e coca per la Roma bene
blitz anche al Jackie O': 15 arresti
Giro da 100mila euro a settimana

Hashish e coca per la Roma bene blitz anche al Jackie O': 15 arresti Giro da 100mila euro a settimana
Martedì 11 Ottobre 2016, 18:24 - Ultimo agg. 12 Ottobre, 22:51
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Rifornivano di hashish e cocaina acquirenti della «Roma bene», cedendo gli stupefacenti al dettaglio anche ai Parioli, in via Veneto, via del Corso e San Giovanni. Uno dei loro punti di riefrimento era il Jackie O', lo storico locale romano della Dolce vita, dove un tempo Alain Delon ballava tutte le sere, mentre Liza Minelli cantava al piano bar "New York New York". Assieme a un altro paio di locali molto conosciuti. I clienti? Avvocati, professionisti, imprenditori. E non solo. Un giro d'affari settimanale stimato in non meno di 100mila euro, per il quale 15 persone sono state arrestate questa mattina dai carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria di Roma su ordinanza del gip Massimo Di Lauro. Nei guai anche un noto locale della movida romana vicino a via Veneto, dove molti degli inadgati consumavano e spacciavano sostanza stupefacente. Decine invece sarebbero oltre agli indagati, gli assuntori di droga identificati durante le indagini, tutti segnalati in prefettura.

Nomi noti della Roma bene. Un'indagine nella quale sarebbero coinvolti nomi molto conosciuti della Roma bene, sui quali per ora vige il riserbo degli investigatori. L’operazione scaturisce da articolate indagini, cominciate nel 2015 dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria di Roma. Nel corso dell'operazione sono state eseguite anche 18 perquisizioni domiciliari, che hanno consentito il rinvenimento e sequestro di 3.3 kg di hashish e di 58mila euro complessivi, di cui 20mila in contanti rinvenuti nel corso delle perquisizioni, e 38mila su conti correnti sottoposti a sequestro preventivo connesso con l’ordinanza cautelare.

Secondo chi indaga però il Jackie Ò sarebbe del tutto estraneo alla vicenda. Dalla discoteca fanno notare che lo spaccio avveniva all'esterno della discoteca e che nessun arresto è stato eseguito all'interno. Inoltre, il Jackie Ò sottolinea che «nessun dipendente della società è coinvolto nell'indagine», che la polizia non ha svolto alcun controllo nel locale.

Tra indagati il figlio di un ex "boss" della Magliana. Le indagini sono iniziate a seguito di cessioni di stupefacente ad opera di Roberto N. ad alcuni acquirenti. Da qui è parita l'indagine con servizi di osservazione, pedinamento, intercettazioni telefoniche ed ambientali. Ai vertici dell'associazione criminale ci sarebbe Rigers Durici , detto “Richi”, Manuel Zumpano - figlio di un noto esponente della criminalità romana degli anni ’80 - con la convivente Deborah De Dominicis, i quali avevano la base logistico-operativa dei loro traffici nei quartieri Monteverde e Trullo. Secondo i carabinieri Durici e Zumpano erano in grado, con immediatezza e facilità, di procurare e rendere disponibile per la vendita qualsiasi quantità e tipo di sostanze stupefacenti. In manette anche Gaia Mogherini, figlia del fratellastro dell'ex ministro degli Esteri e e attuale Alto rappresentante della Ue per gli affari esteri, Federica Mogherini.

I canali della droga. I loro canali di approvigionamento erano in Spagna, per coca e hashish ed Albania per la marijuana. La rete degli spacciatori operava a Roma e provincia, vendendo al “minuto” la droga a numerosi consumatori. Un giro di affari settimanale stimato in circa 100mila euro. In molti casi gli acquirenti sono risultati essere abituali frequentatori di noti locali notturni situati nel centro di Roma, al cui interno sono entrati in contatto con alcuni degli indagati al fine di approvvigionarsi di stupefacenti in particolar modo cocaina.

Gli orari. Anche le cessioni delle dosi si svolgevano prevalentemente nelle zone centrali della città, come la zona Parioli, Via Veneto, Via del Corso, San Giovanni, dalle 22 fino alle 5 del mattino, in concomitanza con le abitudini e l’apertura dei locali frequentati dagli acquirenti .

Il linguaggio in codice. Tutti i soggetti intercettati facevano sistematicamente uso di un linguaggio in codice. “Aperitivo o caffè o latte” erano solo acuni degli appellativi.
Anche il quantitativo di droga veniva mascherato ad esempio facendo riferimento al numero di dosi indicandole con allusioni del tipo
«numero degli invitati a cena» ed altre parole di fantasia ugualmente decifrabili nel senso della quantità dello stupefacente trattato.

I sequestri. I carabinieri in quasi 2 anni di indagini, hanno raccolto elementi di prova dettagliati e documentati, su molti episodi di cessione e spaccio di quantità, anche ingenti, di stupefacenti, dalla cocaina, all'hashish, alla marijuana, che sono analiticamente evidenziati in ben 73 capi di imputazione di cui si compone l’ordinanza di custodia cautelare. Nel corso delle indagini, spiccano il sequestro avvenuto nel 2015 di 27 chili di marijuana nella Mercedes classe A di proprietà della De Dominicis e di 1,5 Kg di cocaina e 1 kg di hashish occultati all’interno di un garage.


Le perquisizioni. Le accuse, nei confronti degli indagati, tra i quali anche il figlio di un esponente della malavita capitolina degli anni '80, sono quelle di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Nel corso dell'operazione conclusasi oggi, i militari dell'arma, hanno eseguito anche 18 perquisizioni domiciliari, che hanno portato al sequestro di oltre tre chili di hashish e 58mila euro, di cui ventimila in contanti. Le indagini sono iniziate in seguito all'individuazione di uno degli spacciatori, hanno portato alla luce un contesto criminale con base logistico-operativa nei quartieri Monteverde e Trullo.
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