«Ho rifatto quella strada tante volte, di giorno e di notte, per capire, per farmene una ragione, perché proprio a noi genitori così attenti e maniacali. Poi ho capito che ai nostri ragazzi non bastano solo la famiglia o la scuola guida. Serve lo Stato». Sono le parole di Giulia Barillaro, la madre di Edoardo Divino, un ragazzo morto a 17 anni in un incidente stradale a Roma, lo scorso gennaio. Era in un’utilitaria, insieme ad altri 4 amici, alla guida c’era un neopatentato di 18 anni.
Non c’erano alcol o droga dietro quell’incidente mortale, più probabile un attimo di distrazione.
«Da genitori volevamo fare qualcosa, così ci siamo inventati una piccola modifica che limita il trasporto a un solo passeggero a bordo per tutti i neopatentati, di tutte le età, che siano diciottenni o quarantenni. Una regola che dura 3 anni, come prevede il Codice attuale», spiega Spanò, che ha trovato in Ernesto Magorno, senatore di Iv-PSi, il primo firmatario dell’emendamento depositato all’8° Commissione del Senato il 5 luglio. L’emendamento s’inserirebbe in modo armonioso all’interno del Codice della Strada nell’articolo 186-Ter.
«Ai conducenti di età inferiore a ventuno anni e ai conducenti nei primi tre anni dal conseguimento della patente di categoria B è vietato guidare con più di un passeggero dalla mezzanotte alle 5», recita il primo articolo, che prevede una «ammenda da euro 800 a euro 3.200 e l’arresto fino a sei mesi». In più, si legge nel testo, «all’accertamento del reato consegue in ogni caso la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da sei mesi ad un anno». Di fatto il 186-Ter si andrebbe ad inserire subito dopo il 186-bis che sanziona la “Guida sotto l’influenza dell’alcool per conducenti di età inferiore a ventuno anni, per i neo-patentati e per chi esercita professionalmente l’attività di trasporto di persone o cose”.
Nel Rapporto Conducenti inesperti del Centro regionale monitoraggio e sicurezza stradale della Regione Lazio, si analizzano alcuni aspetti legati alle cause degli incidenti stradali. Ebbene, esclusi alcol e droga, la principale causa di morte per i giovani tra 16 e 24 anni sono l’immaturità, la mancanza di esperienza, la debolezza. E molto spesso troppa fiducia nelle loro capacità di guida. I medici sanno bene che a 18 anni le aree del cervello responsabili dell’intenzione di informazioni e controllo degli impulsi sono ancora in via di sviluppo. A quell’età è fisiologico dover ancora maturare. Il sogno di Edoardo era finire l’ultimo anno di liceo, fare un viaggio in America, e poi iniziare gli studi all’università. Quell’incidente ha reso tutto impossibile.