Codogno, il pronto soccorso riapre. L'ospedale: «Negativo il caso sospetto di Covid»

Codogno, il pronto soccorso riapre. L'ospedale: «Negativo il caso sospetto di Covid»
Codogno, il pronto soccorso riapre. L'ospedale: «Negativo il caso sospetto di Covid»
Giovedì 4 Giugno 2020, 13:09 - Ultimo agg. 5 Giugno, 10:59
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Da quanto è stato riferito in un secondo momento dall'ufficio comunicazione dell'ospedale di Codogno il paziente sospetto Covid entrato stamane al pronto pronto soccorso è in realta risultato negativo. Il tampone positivo è invece quello a cui è stata sottoposta l'anziana trasferita da una Rsa per problemi di anemia e con Covid conclamato. La donna al suo ingresso è stata sottoposta a un nuovo tampone con cui è stata confermata la positività al virus. L'esito del tampone si è avuto dopo 45 minuti circa. Ora l'uomo è stato dimesso dal reparto dedicato ai malati di coronavirus a Codogno. Il pronto soccorso dell'ospedale di Codogno ha riaperto questa mattina, davanti alle autorità, dopo la chiusura del 21 febbraio scorso, quando fu accertato il primo caso positivo in Italia, quello di Mattia. Il paziente è stato instradato su un percorso dedicato che lo isola dagli altri malati. In tutto fino ad ora sono sette i cittadini che si sono recati al pronto soccorso di Codogno dalla riapertura di questa mattina per varie problematiche, ma non Covid.

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Alla riapertura erano presenti oltre ai vertici della Asst di Lodi e ai dirigenti medici, anche Francesco Passerini, il sindaco del comune del Lodigiano, uno dei 10 compresi nella prima zona rossa, tra i simboli della lotta al Covid-19. In tarda mattinata ha fatto ingresso anche un'anziana, classe 1930, positiva conclamata al Coronavirus. E' stata trasferita da una casa di riposo per problemi di anemia. Anche lei è in isolamento. Attorno alle 14.30 sono stati contati una ventina di accessi al pronto soccorso. «E' una bella notizia - commenta una signora arrivata da Milano in attesa di avere notizie della madre 86enne che ha fatto una brutta caduta.- Quando riaprono questi pronto soccorso mi sembra siano i posti più sicuri. Poi qui l'ortopedia è buona». 

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E infatti dopo essere stato chiuso per oltre 100 giorni, il pronto soccorso della cittadina del Lodigiano simbolo della lotta al Covid-19, è stato riaperto oggi all'insegna della sicurezza. Termoscanner all'entrata, triage, ingresso vietato ai parenti (tranne in alcuni casi) e due percorsi distinti. Astanterie con letti distanziati per ospitare in totale 23 pazienti, zone filtro, una shock-room e 4 letti di terapia intensiva super attrezzati con pure ventilatori di ultima generazione e di fascia alta. «Stiamo lavorando anche alla redazione di protocolli clinici e assistenziali unici con Lodi - spiega Enrico Storti, primario di anestesia e rianimazione della Asst di Lodi -. Vogliamo fare in modo che ci sia una cartella clinica informatizzata unica e strumenti uguali, per sviluppare un approccio metodologico al paziente con una base comune tra Lodi e Codogno».

«Abbiamo riaperto perché adesso siamo in condizioni di garantire sicurezza per i pazienti, gli operatori e il territorio». Sono le parole di Stefano Paglia, direttore del dipartimento di emergenza e urgenza della Asst di Lodi oggi presente alla riapertura del pronto soccorso di Codogno, l'ospedale simbolo della lotta al coronavirus, dove è stato accertato il primo caso di Covid, quello di Mattia, in Italia. Il primario, tutto 'bardatò, nel leggere lo schermo del suo smartphone esclama: «11.35, primo paziente inviato dal 118. Si aprono le danze...».
 


Già in mattinata sono stati registrati una quindicina di accessi, tra cui un sospetto Covid e un'anziana positiva conclamata, trasferita in ambulanza da una casa di riposo con un problema di anemia. I due sono stati immessi in un'area riservata. Infatti all'ingresso del pronto soccorso dopo il termoscanner per misurare la temperatura sono stati predisposti due percorsi separati per i pazienti Covid e non. E proprio davanti all'ingresso, Paglia ricorda ancora la sera del 20 febbraio scorso. «Ho sentito una forte presenza dello stato. Immediatamente sono state convocate l'unità di crisi aziendale, regionale e prefettizia. La decisione di chiudere il pronto soccorso è stata presa da tutti e tre e subito sono state inviate 10 ambulanze».

«Quella sera - ha aggiunto Paglia - ero qui con il dottor Andrea Filippin, che è il referente medico di presidio e subito dopo l'accertamento di Paziente 1 e Paziente 3 abbiamo avuto la certezza di essere nel pieno di un'epidemia» Per il primario quello che è successo a Codogno, che fa capo alla Asst di Lodi, è un «unicum nella storia della medicina di igiene e prevenzione in Italia».

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