Laura, infermiera in vacanza salva il 13enne colpito dal fulmine. Il papà su Fb: «Orgoglioso di te»

Laura Dalla Gassa
Laura Dalla Gassa
di Vittorino Bernardi
Martedì 28 Agosto 2018, 12:15 - Ultimo agg. 31 Agosto, 08:37
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ARZIGNANO - Sabato in una spiaggia del Salento, a Porto Cesareo, un fulmine è caduto nello stabilimento balneare “Le Dune” e ha colpito un gruppo di ragazzi senegalesi che stavano giocando a pallone, ferendone tre. In particolare un 13enne che ha perso conoscenza per la scarica ricevuta.

In aiuto del bagnino nell’operazione di rianimazione con il defibrillatore, nell’attesa dell’arrivo dei sanitari del Suem, è intervenuta un’infermiera vicentina di 26 anni, in vacanza con amici e familiari nello stesso stabilimento: Laura Dalla Gassa che lavora in rianimazione all’ospedale Altovicentino di Santorso. Il ragazzino colpito dal fulmine ricoverato in ospedale domenica si ripreso ed è fuori pericolo. Ad assistere all’intervento di Laura Dalla Gassa è stato il papà Diego che domenica su Facebook ha scritto un dettagliato post.
 


 «Chi salva una vita, salva il mondo intero (Talmud). Laura Dalla Gassa, ieri pomeriggio eri proprio lì, su quella spiaggia del Salento. Hai visto il bagnino correre e l’hai seguito, arrivando a quel ragazzino senegalese che era stato colpito dal fulmine. Insieme, l’avete soccorso e rianimato fino all’arrivo delle ambulanze. Forse l’avete salvato. Speriamo… Si può pensare che è il tuo lavoro, che sei una professionista, che ti sei diplomata e laureata con il massimo dei voti e lavori da infermiera nel reparto di rianimazione di un ottimo ospedale del nord Italia. Ma per me che sono tuo papà, non è solo questo. E non scrivo questo post solo perché sono orgoglioso di te, anche se ovviamente lo sono. No, non è solo questo. Scrivo perché, da papà, ammiro il coraggio, l’empatia, la generosità, la bontà verso questa umanità così piena di colori e di storie. So che per te e i tuoi colleghi e per tutti i soccorritori in generale, professionisti o volontari, questo è normale, è la vita, nient’altro che la vita. Ma le tue gioie, i tuoi turbamenti fino alle lacrime, io li vedo e li sento. Ecco, da papà e da nonno, auguro a tutti quelli che leggeranno questo post, di trovare il coraggio di dare una mano a chiunque gridi aiuto, da qualunque posto arrivi. Il coraggio di credere nel futuro di questa umanità. Il coraggio di dire anche soltanto un semplice: Sì».


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