Compleanno del boss in carcere: salta la “festa”

Compleanno del boss in carcere: salta la “festa”
Compleanno del boss in carcere: salta la “festa”
di Camilla Mozzetti
Domenica 6 Febbraio 2022, 00:35 - Ultimo agg. 01:37
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Sembra uscita da un serie tv ma è una storia che non ha nulla di inventato e che ha come protagonista un 40enne, F. D. A., di natali baresi, la sua famiglia e i suoi “scudieri” pronti a festeggiare di fronte al carcere di Civitavecchia la sua festa di compleanno con tanto di fuochi d’artificio. Perché l’uomo, arrestato nell’aprile del 2021 nell’ambito dell’inchiesta “Petrolmafie”, sappia che non è stato dimenticato e perché gli altri detenuti comprendano il “calibro” del loro compagno di cella. Messaggi in codice che si mischiano ad azioni plateali per arrivare dritti al punto. 

Il primo ritrovamento

Il primo capitolo di questa storia è stato scritto nella notte tra il 2 e il 3 febbraio scorsi quando un’ignara coppia mentre sta tornando a casa percorre la strada di fronte alla casa circondariale e trova ben 40 pacchi di fuochi d’artificio per un peso complessivo di 70 chili.

Che ci fanno dei botti come quelli usati per Capodanno di fronte al carcere? La coppia non capisce, il ritrovamento è sicuramente particolare e così i due avvisano i soccorsi, sul posto arrivano gli uomini del Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria nonché i carabinieri della compagnia di Civitavecchia: il materiale viene sequestrato e partono le indagini anche se, e lo cronache lo hanno raccontato, spesso e volentieri accade che di fronte ad un carcere - da Bari a Napoli - vengano esplosi dei fuochi d’artificio per festeggiare un detenuto. Le verifiche sui pacchi di petardi danno esito negativo, quegli scatoloni contengono davvero e soltanto dei fuochi d’artificio perfettamente a norma: nulla di irregolare e non c’è droga o denaro. Il ritrovamento - come si suppone - non può essere casuale. E così i vertici del carcere dispongono per la notte seguente un giro di controllo della struttura al fine di escludere o accertare altri movimenti sospetti. Ed ecco che si scrive il secondo capitolo: durante un appostamento della polizia penitenziaria vengono viste delle persone scaricare altri scatoloni - stavolta 14 - sempre di fuochi d’artificio, arrivano nuovamente i carabinieri e si scopre l’origine di quelle strane consegne. 

Sulla base delle sei persone (moglie e figlia del detenuto più il cognato ed altri amici) che verranno poi fermate, identificate e denunciate anche per minacce a pubblico ufficiale in quanto nel corso delle operazioni ci sono stati momenti di agitazione, spinte e insulti, si è potuto accertare come la “consegna” (da 2,5 quintali per un valore di circa 10 mila) fosse destinata al quarantenne, classe 1982 che un anno fa è stato arrestato nella Capitale nel corso di un’ampia operazione firmata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.

L’operazione

L’attività ha portato a scoprire un business illecito tra Napoli, Roma e Reggio Calabria di carburanti con seguente riciclaggio di centinaia di milioni di euro in società petrolifere intestate a insospettabili. Dentro ci sono finiti anche alcuni esponenti del clan Moccia, famosi a Roma per il traffico di sostanze stupefacenti e non solo. Ebbene, pochi giorni fa (il 3 febbraio appunto) ricorreva il compleanno del 40enne e la sua famiglia ha pensato di organizzargli una festa di fronte al carcere provando ad esplodere una batteria di fuochi d’artificio degna dei migliori spettacoli pirotecnici seguendo quelle azioni proprie della criminalità organizzata.

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