Coppia gay non riesce a far riconoscere figlia dal Comune di Roma, tribunale accoglie ricorso

Coppia gay non riesce a far riconoscere figlia dal Comune di Roma, tribunale accoglie ricorso
Coppia gay non riesce a far riconoscere figlia dal Comune di Roma, tribunale accoglie ricorso
Sabato 1 Maggio 2021, 14:43 - Ultimo agg. 8 Maggio, 20:00
3 Minuti di Lettura

Una bambina nata nel 2017 da una coppia gay ma non riconosciuta dal Comune di Roma come figlia di entrambe le donne. Sono riuscite, le donne, a farla riconoscere nel comune di Cerveteri, grazie a un atto del sindaco Alessio Pascucci. La coppia ha fatto ricorso contro il Campidoglio e il ricorso è stato accolto dal tribunale civile di Roma.

Cosa è successo? In sostanza l'ufficiale di Stato Civile del comune di Roma aveva negato l'annotazione dell'atto con il quale uno dei due genitori aveva legittimamente riconosciuto innanzi all'Ufficiale di Stato Civile del Comune di Cerveteri la bambina.

Ma quell'atto va trascritto. È quanto si legge nel decreto 13649/2019 RGVG emesso dal tribunale il 4 aprile 2021.

«Una nazione che non riconosce il diritto a essere madre, è una nazione che calpesta i diritti civili. In Italia da anni la politica volta le spalle quando deve assumersi la responsabilità di fare scelte importanti per riconoscere i diritti sacrosanti ai genitori e ai figli», afferma il sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci. «Proprio per questo, come sindaco di Cerveteri, ho personalmente registrato l'atto che sancisce la maternità dell'altra donna, compiendo un gesto in linea con i nostri principi Costituzionali che la sentenza del tribunale di Roma di fatto confermano. Questo gesto spero che sia da esempio, ma soprattutto che sia da sprone per il governo affinché nessun figlio venga lasciato senza il diritto di avere due genitori. Sono convinto che la data di oggi sarà ricordata nella lunga battaglia per i diritti civili», conclude Pascucci.

Ddl Zan, prove di dialogo tra Lega e Pd, tra la senatrice Valente e Centemero

È il primo cittadino Pascucci a raccontare la storia sul suo profilo Facebook con un video in cui spiega l'iter seguito dalla coppia. 

Ecco il racconto del sindaco Pascucci: «Barbara (il nome è di fantasia) è nata nel 2017. Ha due mamme che la amano, le vogliono bene e la stanno crescendo. Nella nostra nazione però una delle due mamme non vede riconosciuto il suo diritto alla genitorialità. E neanche Barbara il suo diritto di essere figlia. Nel 2018 questa splendida famiglia è venuta da me. Mi hanno chiesto di riconoscere la genitorialità anche alla seconda mamma, come Ufficiale di Stato Civile perchè nel loro Comune si rifiutavano di farlo. Ho accettato immediatamente, pur sapendo che era un gesto anche di disubbidienza civile. Arrivate al Comune di Roma però, l'ufficiale di Stato Civile si è rifiutato di trascrivere l'atto. E loro hanno fatto ricorso. Il Tribunale di Roma con un Decreto pubblicato in queste ore ha però stabilito che il Comune di Roma avesse torto e che quell'atto va trascritto. Ho sempre creduto fermamente che il grado di civiltà di una nazione si misura anche e soprattutto dal rispetto dell'individuo e dei diritti civili. Soprattutto quelli scritti nella nostra splendida Costituzione. Per questo oggi è una giornata felice. Per Barbara, per le sue due mamme e per tutti noi.E io sono orgoglioso di aver contribuito, seppur in piccola parte, a quanto avvenuto in questa data che sarà ricordata nella lunga battaglia per i diritti civili».

Malika, la ragazza cacciata di casa perché omosessuale stasera al Costanzo Show: «Spero che i miei si facciano curare»

Video

© RIPRODUZIONE RISERVATA