Coronavirus e quarantena, lo sfogo social: l'Italia risponde con ironia

Coronavirus e quarantena, lo sfogo social: l'Italia risponde con ironia
di Delia Paciello
Mercoledì 18 Marzo 2020, 08:04 - Ultimo agg. 08:43
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#andràtuttobene è l’hashtag carico di coraggio e positività che si diffonde sul web. Intanto il coronavirus ha invaso la vita di tutti, contagiati e non, e la quarantena fa male agli italiani. Le lamentele e l’insofferenza sono all’ordine del giorno dopo l’ultimo decreto ministeriale anche fra le persone sane che si sfogano sui social e che talvolta ancora sottovalutano l’emergenza e il pericolo delle uscite e leggono una situazione di privazione e non una protezione per la salute pubblica: «Questa non è vita, ci stanno privando della libertà»; «Non ce la faccio a stare a casa, mi farò arrestare»; «Locali chiusi e niente svago, è un sicuramente un complotto per distruggere l’Italia e la nostra economia». Infatti la teoria del complottismo prende il volo su Facebook, dove in tanti comuni studiosi elaborano teorie senza aver ben chiaro chi sia il vincitore. Per molti si tratta della nuova guerra da combattere disperatamente sul divano, un sacrificio che gli italiani compiono con difficoltà, o addirittura non sono disposti a compiere: ancora oggi, nonostante i numeri strazianti c’è chi se ne frega e rischia allontanandosi senza giusto motivo dalla propria abitazione. «Tanto è un’influenza», o «Ma qui ancora non c’è», proprio mentre tanta gente muore e i posti in terapia intensiva cominciano a scarseggiare soprattutto al Nord, mentre il Sud teme per le poche risorse.
 

 

E invece chi sta a casa va avanti con dirette social, condivisioni, challenge e storie continue. Come i tanti calciatori che postano i loro allenamenti casalinghi su Instagram, gli artisti che si riuniscono in video conference per le loro performance social o i vari vip che, lontani dalla vita mondana, mostrano pezzi della loro vita domestica con tanto di stranezze per tenere compagnia ai followers. Ma non solo loro: è il momento in cui quasi tutti passano le giornate sui social, l’unico modo sicuro di comunicare lì dove un abbraccio, un bacio o una carezza possono fare più male di uno schiaffo. E quindi via alle dirette per tutti, alle videochiamate e agli abbracci virtuali per stringerci insieme durante l’emergenza. Il vero valore dell’era digitale vien fuori quando l’intero mondo lotta contro la pandemia.

E così anche Paolo Cannavaro in diretta su Intagram spiega il suo ritorno in Cina e come il paese sta affrontando la situazione, ancora oggi che i numeri migliorano dopo 3 mesi di chiusura totale. E se qui gli italiani si lamentano, dall’altra parte del mondo le regole sono molto più severe: «Anche io sono in quarantena nonostante i vari controlli con esitonegativo, ma è per precauzione. Qui veniamo monitorati nei nostri spostamenti attraverso l’applicazione Wechat, che consente di individuare la posizione. Non possiamo muoverci dall’abitazione neanche per fare la spesa, ci sono persone che ci consegnano beni di prima necessità e chi non vive in un condominio attrezzato come il mio e proviene da fuori viene trasferito in strutture specializzate che possono tutelare chi è in quarantena e gli altri. Qui le regole vengono rispettate alla lettera e c’è tanto buon senso: è nella loro cultura tutelare sé stessi e soprattutto gli altri nel bene della società», testimonia l’ex capitano del Napoli. Ma anche ora che il peggio pare superato c’è massima attenzione: «Le scuole ancora non hanno riaperto, si aspetta di portare a zero il numero dei contagi ma nonostante ciò ci saranno precauzioni di ogni tipo probabilmente per mesi: dai distributori di amuchina e disinfettanti negli ambienti pubblici alle mascherine e alle protezioni per maniglie e tasti: tutte le misure possibili per limitare il contagio, perché è una lotta che durerà ancora a lungo. Non bisogna pensare che diminuiscono i casi e il virus è passato: è sempre lì e bisogna continuare a proteggerci per non ricadere. Mi auguro che anche l’Italia prenda tutte le misure anche drastiche per superare questa emergenza sanitaria nel miglior modo possibile, già i numeri nel mio Paese sono spaventosi».
 
 

Come lui sono in tanti a portare avanti campagne sociali di sensibilizzazione: #iorestoacasa è il nuovo motto, e nel frattempo sul web dilagano ironie: presi di mira gli amici a quattro zampe, che per i loro bisogni offrirebbero un motivo ai loro padroni per uscire di casa. E allora chi posta cani peluches con tanto di guinzaglio, chi litiga con Fido ormai stanco di scendere a fare pipì di continuo. Chi invece mostra scene di vita quotidiana spiegando l’esigenza di uscire di casa per il bene della psiche quando in famiglia i bambini urlano e la moglie detta legge. Per non parlare delle caricature su De Luca, pronto con tanto di bastone all’uscio, ben visibile dall’occhiello della porta, o pronto a colpire con carcere a vita e non solo chi becca per le strade della Campania. O del problema legato alla linea, visto che in tati si danno da fare in cucina in questi giorni. E poi le cantate e le ballate sui balconi per tenersi compagnia, le conversazioni da un palazzo all’altro per chi non ama il telefono e la tecnologia. E anche lì i video ironici spopolano sul web. Insomma in tanti, specie a Napoli, cercano di superare il momento con l’ironia. Cosa non da poco ai tempi del coronavirus.

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