La madre morta e lei malata per il Covid, casalinga chiede i danni alla Cina: la causa al giudice di pace di Frosinone

La madre morta e lei malata per il Covid, casalinga chiede i danni alla Cina: la causa al giudice di pace di Frosinone
Martedì 29 Settembre 2020, 14:04 - Ultimo agg. 30 Settembre, 10:21
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A causa del Covid ha perso la madre e lei stessa, contagiata, se l’è vista brutta essendo stata intubata per le gravi complicazioni polmonari determinate dal virus. Ora, per quello che ha passato, intende chiedere i danni alla Cina. Sì, alla Cina. Si è spinta a tanto una casalinga del frusinate, P.I. queste le sue iniziali, che tramite l’associazione dei consumatori Codacons, ha presentato al giudice di pace di Frosinone una richiesta di risarcimento nei confronti della Repubblica popolare cinese. Stando a quanto dichiara il Codacons sarebbe la prima volta che qualcuno fa causa al gigante asiatico per le conseguenze patite a causa dell’epidemia. E la notizia, non appena resa nota, è stata subito accompagnata dalle polemiche. 

La prima udienza si sarebbe dovuta tenere domani, giovedì 1 ottobre, davanti al giudice Claudia Taormina. Il Codacons, poco dopo aver diffuso il primo comunicato, è stato costretto a rettificare che l’inizio della causa è stato rinviato al 2021.

Cosa che ha mandato su tutte le furie l’associazione dei consumatori che in una nota scrive: «Un rinvio assurdo e ingiustificato quello del Giudice, giunto con scarsissimo preavviso e contro cui il Codacons si è immediatamente attivato: l’associazione ha inviato infatti al presidente del Tribunale di Frosinone (e per conoscenza al pg della Corte d’appello e della Cassazione) una istanza di rimessione in ruolo in cui si chiede di confermare la data di giovedì 1 ottobre per l’avvio della causa contro la Cina, considerata l’urgenza della questione e l’assenza di valide motivazioni per un rinvio al 2021. Si attende ora la decisione definitiva del Tribunale».

Tornando al merito quanto meno singolare della causa, dice il Codacons che i danni, tuttora esistenti, patiti dalla donna per colpa del Covid, devono essere imputati alla Cina. In primis perché il virus è partito da lì a causa, verosimilmente, della presenza dei mercati di animali selvatici gestiti senza regole. In secundis perché quando ci si è accorti della violenza del virus, già a novembre, ci sono stati ritardi e omissioni nella comunicazione.

Fatti arcinoti che nessuno, almeno per quello che si sa, aveva mai pensato di utilizzare come motivi per una causa di risarcimento per i danni subiti personalmente. Ma tant’è. «Mai confondere l’insolito con l’impossibile», suggeriva il protagonista di un film del premio Oscar Paolo Sorrentino.

Al giudice di pace di Frosinone, peraltro, non sono mancati colpi di scena in tema di Covid e giurisprudenza. Il giudice di pace Emilio Manganiello questa estate ha annullato una multa da 533 euro, elevata durante il lockdown a un cittadino trovato troppo lontano dalla propria abitazione, sostenendo che il decreto firmato dal premier Giuseppe Conte fosse illegittimo e per giunta anticostituzionale.


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