Coronavirus, 105 medici morti in Italia. Anelli: «Noi, lasciati soli a combattere a mani nude»

Coronavirus, 100 medici morti in Italia. Anelli: «Noi, lasciati soli a combattere a mani nude»
Coronavirus, 100 medici morti in Italia. Anelli: «Noi, lasciati soli a combattere a mani nude»
Giovedì 9 Aprile 2020, 11:45 - Ultimo agg. 20:14
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Raggiungono quota 105 i medici deceduti per l'epidemia di Covid-19. Un lunghissimo elenco listato di nero. Erano nella maggior parte dei casi medici in attività, ma tra loro ci sono pure pensionati e camici bianchi in pensione richiamati in servizio o tornati volontariamente al lavoro per dare una mano in questa situazione di emergenza. Un prezzo altissimo, come quello pagato dagli infermieri, tra i quali si contano 28 decessi. Ma tra chi è in prima linea per combattere il SarsCov2, nessuno è stato risparmiato: anche tra gli operatori del 118 si registrano 5 autisti-soccorritori ed un infermiere deceduti. In totale, gli operatori sanitari contagiati sono 12.681. Un bollettino di guerra, che non ammette giustificazioni.

Le «lacune e le omissioni organizzative sono difficilmente comprensibili e ancor più difficilmente giustificabili, alla luce di questi numeri drammatici», afferma il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli. La maggior parte, dice, «erano medici di medicina generale, mandati a combattere a mani nude contro il virus, senza gli adeguati dispositivi di protezione dpi, ma anche pneumologi, medici penitenziari, medici legali. Ora vorremmo che lo Stato fosse unito, senza divisioni tra il Governo centrale e le Regioni, tra le Regioni e i Comuni, ma in una leale collaborazione nel tutelare i suoi medici». I camici bianchi, afferma, «si sono sentiti abbandonati davanti all'emergenza».

L'appello. Da qui un appello ai governatori: «Avviamo insieme un'analisi dei bisogni per risolvere i problemi di sicurezza ancora presenti». Da un paio di giorni la situazione è un pò migliorata: «Sono in distribuzione ai medici le 600mila mascherine della Protezione civile, ma sono una goccia nel mare, basteranno per 10 giorni e poi il problema si riproporrà. E comunque arrivano - stigmatizza Anelli - a 70 giorni dall'inizio dell'epidemia». Anche per il segretario della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg), Silvestro Scotti, «le protezioni che stanno iniziando ad arrivare sono importanti ma vanno garantite nel tempo. Con la nostra campagna Fimmg-Cittadinanzattiva abbiamo raccolto 1 milione di euro - dice - e stiamo acquistando dpi per i medici di base. Ora, però, rischiamo ancora di pagare per ciò che non è stato fatto prima ed i morti potrebbero aumentare. Ad oggi sono almeno 30 i medici in terapia intensiva». Resta difficile la situazione degli infermieri: «Andiamo avanti al ritmo di 200-300 infermieri in più contagiati ogni giorno - sottolinea la presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), Barbara Mangiacavalli - ed il totale dei contagiati è arrivato a circa 7mila su 180mila infermieri impiegati nei reparti contro il Covid-19». Quanto ai dpi, «è vero che negli ultimi giorni stanno arrivando in quantità maggiore, ma spesso - denuncia - sono privi delle autorizzazioni necessarie o del marchio CE. In ogni caso si naviga a vista, di giorno in giorno». Una emergenza resta invece irrisolta, ed è quella delle residenze per anziani Rsa: «Qui, la carenza di dpi tra gli infermieri resta un problema molto preoccupante. Così come - avverte - nelle altre strutture di assistenza sul territorio»
A segnalarlo è l'a Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri). Gli ultimi nel triste elenco sono Antonio De Pisapia, medico di medicina generale e odontoiatra di Salerno; Massimo Bosio, medico di medicina generale di Brescia, e Francesco Cortesi, specialista in chirurgia generale e oncologia di Roma. A questi si aggiungono altri 4 camici bianchi. Sono i medici di famiglia Marzio Zennaro, Tahsin Khrisat, Mario Rossi e Samar Sinjab. Nel totale sono inclusi medici in attività, pensionati, pensionati richiamati al lavoro o che prestavano assistenza.


A Mira (Venezia) è morta una dottoressa medico di medicina generale di 62 anni, mamma a sua volta di un medico.

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Nelle Rsa a Milano un focolaio di Covid e solo la metà del personale per gestirlo. «Di due strutture abbiamo in una il -50% del personale infermieristico, il -90% dei medici e il -50% degli assistenti Asa - spiega all'ANSA Antonino Manzo, direttore dell'Istituto Geriatrico Milanese, una nota struttura con quasi 300 pazienti che opera dal 1998 -.

Ci sono rimasti due medici in una struttura e uno solo nell'altra, che lavorano in condizioni durissime dalla mattina alla sera senza pause. Può darsi che ci mandino un medico da fuori». Mentre il personale sanitario si dedica alla complessa vestizione, dopo aver provato la temperatura, arriva l'ultimo rapporto: «Stiamo finendo gli occhiali protettivi, ne stiamo fabbricando noi con elastici e fogli di plastica trasparenti in attesa dei rifornimenti». 

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