Coronavirus, in Italia stessi contagi della Cina: musei e chiese aperti ma persone a distanza di un metro

Coronavirus, in Italia stessi contagi della Cina: musei e chiese aperti ma persone a distanza
Coronavirus, in Italia stessi contagi della Cina: musei e chiese aperti ma persone a distanza
di Diodato Pirone
Lunedì 2 Marzo 2020, 06:48 - Ultimo agg. 14:58
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Niente allarmismi, era previsto, ma quella di ieri è stata la peggior giornata finora sul fronte dell'epidemia: i nuovi contagiati sono stati 566 con una crescita in un giorno solo del 50,2%. I contagiati sono 1.570 ma considerando anche morti (41) e guariti (83) in un giorno solo siamo passati da 1.128 casi (sabato sera) a quota 1.694 (domenica sera). Per capire meglio la situazione ieri in tutta la Cina - con 1,4 miliardi di abitanti ma dove l'epidemia si sta fermando - sono stati registrati 573 casi mentre in Corea del Sud (51 milioni di abitanti) i nuovi contagiati sono stati 586. Il fatto che la grande maggioranza dei casi italiani è concentrata nel Sud Lombardia e in provincia di Padova fatalmente sta mettendo sotto forte pressione gli ospedali di quelle aree.

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I dati sono arrivati nel giorno della firma del nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sulle misure per l'emergenza Covid-19 - caratterizzato dalla divisione dell'Italia in zone rosse (gli 11 comuni chiusi), Regioni cluster (quelle più colpite) e resto d'Italia. Per le cluster si prevede la sospensione delle attività scolastiche fino all'8 marzo.
Con il provvedimento, in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, a Savona e Pesaro-Urbino si introduce la regola droplet, affinché venga garantita la distanza tra le persone di almeno un metro l'una dall'altra in tutti i bar, ristoranti, pub, negozi, musei e chiese.

LE NORME
In questi luoghi l'apertura di locali pubblici è ora «condizionata» a modalità che evitino assembramenti. Una misura proposta dagli stessi governatori delle tre Regioni ma ritenuta «difficilissima da applicare» da parte di alcuni sindaci.
Qualsiasi provvedimento dell'esecutivo sul Covid-19 sarà comunque inappellabile da parte di altri enti, soprattutto alla luce della norma contenuta nell'ultima bozza del decreto legge approvato venerdì scorso e secondo cui sono «inefficaci» tutte le ordinanze dei sindaci in materia di Coronavirus in contrasto con le misure prese dal governo.
In quelle stesse regioni anche gli eventi sportivi, come ad esempio alcuni match della serie A di calcio, saranno sospesi fino all'8 marzo. Sarà però consentito lo svolgimento delle competizioni a porte chiuse. Inoltre, è fatto divieto di trasferta ai tifosi residenti nelle stesse regioni e province nelle restanti parti d'Italia.


E anche il Friuli Venezia Giulia, sulla scia di quanto già stabilito per le tre regioni cluster nel Dpcm, ha prorogato la sospensione delle attività scolastiche per un'altra settimana sette giorni con un'ordinanza del governatore, Massimiliano Fedriga. Nella Regione si sono registrati nuovi casi di contagio nelle ultime ore.
Ad essere coinvolti dai nuovi provvedimenti sono anche i comprensori sciistici nelle zone più colpite dal coronavirus, che resteranno aperti ma a condizione che il gestore provveda alla limitare l'accesso agli impianti di trasporto - funicolari, funivie o cabinovie - con una presenza pari ad un terzo della capienza.
La chiusura di palestre, centri sportivi, piscine, centri culturali e ricreativi riguarda invece la sola Regione Lombardia e la provincia di Piacenza mentre almeno fino al prossimo week end, nelle province di Bergamo, Lodi, Piacenza e Cremona è prevista anche la chiusura dei negozi all'interno dei centri commerciali e dei mercati, ad esclusione dei punti vendita di generi alimentari e farmacie.
 

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