Coronavirus, caso Nemi: zero casi. Ecco tutte le oasi Covid-free

Coronavirus, caso Nemi: zero casi. Ecco tutte le oasi Covid-free
Coronavirus, caso Nemi: zero casi. Ecco tutte le oasi Covid-free
di Claudia Guasco
Mercoledì 1 Aprile 2020, 06:48 - Ultimo agg. 13:21
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Mentre a Codogno si sta ancora cercando il paziente zero, a 90 chilometri di distanza c'è un paese che ha zero pazienti. E' Ferrera Erbognone, borgo di 1.099 abitanti che sfida tutte le leggi dell'epidemiologia: si trova nel cuore del pavese, zona martoriata dal Covid-19, eppure ne è straordinariamente immune. Tanto che i medici hanno cominciato a studiare i suoi abitanti. E benché detenga il record assoluto di assenza di contagi, non è l'unica isola felice. Ferrara, in Emilia Romagna, pare respingere il virus, il Veneto ha nel bellunese e nel Polesine le sue sacche di resistenza, in Piemonte sopravvivono le comunità delle valli, in Lazio spicca Nemi e in Sardegna si salvano i comuni dell'entroterra. Scudo formidabile contro l'infezione è la geografia, laddove l'accesso è difficoltoso il nemico fatica ad attaccare, tuttavia gli scienziati concordano che non è l'unica spiegazione. Anche la genetica, affermano, può essere un deterrente per il virus.

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PRELIEVI DEL SANGUE
È quello che stanno cercando di scoprire gli esperti a Ferrera Erbognone, comune tra i campi della Lomellina senza positivi. Il sindaco Giovanni Fassina elogia il rigore dei suoi concittadini, «la nostra popolazione è stata estremamente ligia nel rispettare le ordinanze a tutela della salute pubblica». Al paese si arriva da un'unica strada provinciale e ciò facilita l'isolamento, il fatto che i soli luoghi di aggregazioni siano la piazza e un parco agevola il distanziamento sociale. Tuttavia a pochi chilometri ci sono una raffineria dell'Agip e il Green Data center dell'Eni, che attraggono centinaia di persone. Dunque «riteniamo utile un approfondimento, i numeri sarebbero statisticamente attendibili», insiste il sindaco, che ha lanciato una campagna di prelievi del sangue volontari. A far luce sul mistero è l'istituto neurologico Mondino di Pavia, con un'analisi tecnico-scientifica dei risultati dello screening sulla formazione di anticorpi anti Sars-Cov-2. Gli anticorpi segnalano l'avvenuto contatto dell'organismo con il virus anche se, precisa l'istituto, «tale iniziativa non può assumere alcun significato diagnostico o prognostico, onde evitare di generare falsi miti e infondate aspettative nella popolazione». Per il sindaco, comunque, una ricerca è doverosa: «Io sono convinto che molte persone sono venute a contatto con il virus e hanno sviluppato l'infezione in forma asintomatica. Potremmo stabilire in che percentuale la popolazione è immune».
 

MALARIA E TALASSEMIA
Altro caso da manuale è Ferrara, dove da giorni le bare al cimitero arrivano trenta alla volta. Ma tutte dalla Lombardia, che non ha più posto dove metterle, perché qui il Covid-19 fatica ad attecchire. Fino a oggi i casi sono stati 320, è l'area meno colpita della regione che conta 14.074 positivi e 1.644 decessi, e i malati guarda caso si concentrano al confine con Bologna. «I contagi non sono mai cresciuti, evidentemente qualche ragione ci sarà. Credo che la talassemia e la malaria abbiano avuto una parte nel mantenere quelle zone quasi intatte rispetto a un attacco così forte e feroce del virus che abbiamo in queste settimane», riflette il commissario straordinario per l'epidemia Sergio Venturi. Facendo notare anche che il basso numero di infetti interessa pure la contigua Rovigo, appena al di là del Po rispetto a Ferrara: due territori accomunati da vicinanza geografica e flussi socio-economici.
Riscontri scientifici ancora non ce ne sono, «immagino che nelle prossime settimane docenti dell'Università di Ferrara, ma non solo, siano interessati a produrre uno studio che ci faccia sapere perché i cittadini abbiano questa specie di quasi invulnerabilità. C'è una resistenza naturale della provincia all'infezione che dovremo studiare, perché potrebbe essere utile per tutti», afferma Venturi. Rovigo ha solo 29 positivi, eccezione in Veneto con la provincia di Belluno e il Polesine dove i paesi in cui il coronavirus è sconosciuto sono rispettivamente 9 su 61 e 20 su 50, ovvero il 40%, dato migliore della regione. Quanto al Piemonte, sono diversi i borghi che si sono difesi dal contagio. Conta l'isolamento territoriale, certo, ma anche la fortuna e una buona dose di accortezza. A San Giusto Canavese, 3.300 abitanti tutti sani, il sindaco Giosi Boggio ha fatto decollare i droni: «E stata una scelta molto efficace, non avrà suscitato molte simpatie ma i risultati si vendono. La gente esce di casa, fa quel che deve e poi rientra». Intatta inoltre l'area attorno a Bairo, nella quale l'amministrazione ha distribuito le mascherine, così come le valli olimpiche di Cesana e Claviere, dove i sindaci hanno chiesto ai non residenti di autodenunciarsi. E tra i baluardi anti Covid c'è anche Nemi, Castelli Romani: zero casi tra gli abitanti, il contagio è arrivato con un paziente forestiero ricoverato alla clinica Villa delle Querce.

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