Coronavirus Veneto, Zaia: sì a spostamenti verso seconde case e barche. Lombardia vuole riaprire le chiese

Coronavirus Veneto, via libera di Zaia alle attività motorie: sì agli spostamenti verso seconde case e barche
Coronavirus Veneto, via libera di Zaia alle attività motorie: sì agli spostamenti verso seconde case e barche
Lunedì 27 Aprile 2020, 13:08 - Ultimo agg. 28 Aprile, 06:55
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Il Veneto continua ad accelerare e, sul coronavirus, prova a stare un passo avanti. Lo fa da giorni, ora ancor di più. È consentito infatti lo spostamento individuale per attività motoria e all'aria aperta, anche in bicicletta in tutto il territorio del Comune di residenza, con obbligo di evitare gli assembramenti e di rispetto della distanza un metro, con mascherina e guanti e garantendo l'igiene. Lo prevede una nuova ordinanza del presidente Luca Zaia, che entrerà in vigore dalle ore 18.00«Bisogna aprire, non si può protrarre il sacrificio così a lungo», lo strappo del governatore. «Non possiamo diventare un laboratorio o delle cavie, dobbiamo anche vivere» e assicura «noi non cerchiamo le prove muscolari, cerchiamo di dare un aiuto ai cittadini».

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È consentito anche lo spostamento individuale su tutto il territorio regionale per recarsi alle seconde case di proprietà o alle imbarcazioni ormeggiate al di fuori del Comune di residenza per la manutenzione e la riparazione. Lo prevede la nuova ordinanza: queste prescrizioni entreranno in vigore alle ore 6.00 di domani. «Non penso sia un'azione criminale dare la possibilità ai cittadini di prendere la pizza. Non potresti farlo - ha aggiunto Zaia - ma puoi andare in farmacia o al supermercato. Se si prosegue con questo approccio non ne veniamo fuori. Il mio è un appello a rivedere le misure, penso che la violenza non serva a nulla, ma questo - ha concluso - è il sistema migliore per alimentare il conflitto sociale».

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«Magari non è consuetudine dappertutto, ma la gente qui vuole andare a lavorare. Capisco che qualcuno in giro è poco interessato a uscire, ma qui sosteniamo le nostre famiglie e il pil dell'Italia. Non ci si può dimenticare - ha aggiunto Zaia - che la nostra recessione è la recessione dell'Italia. Cosa vuol dire che sconfino? Qui è il governo che ha sollevato le Regioni, e noi abbiamo accettato con responsabilità. Ci stanno chiamando e ci arrivano messaggi come se fosse una telescrivente, tutti dicono la stessa cosa. Posso capire che un esaltato si sia fatta un'idea funambolica di come va il mondo. Io non vedo messaggi complottisti, ma di gente che ha fatto due mesi di quarantena - ha concluso - e adesso chiede di lavorare». Il rispetto della distanza di un metro per gli spostamenti dentro il territorio comunale di residenza in Veneto non vale per le persone accompagnate perché minori o non autosufficienti. Lo precisa la bozza di ordinanza regionale.

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Sui numeri, crescono ancora i contagi (+108) nelle ultime 24 ore, ma scende sotto la quota dei 9.000 (8.860) il numero degli attualmente positivi. Lo rileva l'ultimo report della Regione. Torna a segnare un caso di contagio il cluster di Vò, dove rimangono ad oggi 5 soggetti ancora positivi. Si contano anche 13 nuovi decessi, che portano il numero complessivo delle vittime dall'inizio dell'epidemia a 1.344 (tra casi registrati negli ospedali e nelle case di cura). I guariti sono 7.375. «I parrucchieri, i barbieri hanno tutte le ragioni per protestare, ma come si fa a dire loro che potranno aprire il primo giugno perché allora saranno in regola e sicuri e oggi no? Il virus c'è oggi e ci sarà anche domani», precisa ancora Zaia.

Intanto «la Regione Lombardia è al lavoro con Prefettura, Comune e Arcidiocesi di Milano per sostenere la possibilità di riaprire le chiese per le celebrazioni religiose in una cornice di massima sicurezza, all'insegna del distanziamento e dell'uso dei dispositivi di protezione».

Lo comunica in una Nota la Regione Lombardia. «L'auspicio - prosegue la nota - è quello di giungere al più presto ad una soluzione condivisa che possa tenere conto tanto delle esigenze di cautela, quanto della necessità di tornare a garantire il diritto di culto ai cittadini».

 

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