Corso Francia, il testimone: ero fermo al semaforo, le ho viste volare in aria Gaia e Camilla

Corso Francia, il testimone: ero fermo al semaforo, le ho viste volare in aria
Corso Francia, il testimone: ero fermo al semaforo, le ho viste volare in aria
di Valentina Errante e Camilla Mozzetti
Lunedì 30 Dicembre 2019, 07:38 - Ultimo agg. 19:14
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ROMA «Le ho viste volare in aria e ricadere sull'asfalto, non potevo crederci, pioveva, ho chiamato subito i soccorsi». Matteo (lo chiameremo così) 15 anni appena, è uno dei principali testimoni oculari dell'incidente di Corso Francia, costato la vita a Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann. Il ragazzo, che conosceva di vista le due 16enni perché le incontrava spesso per strada o nei locali al Flaming, la sera del 21 dicembre si trovava sullo stesso lato della corsia da dove le due ragazzine hanno attraversato la strada. Era in prossimità della fermata degli autobus, vicino al sottopasso, e stava aspettando di passare, ma il semaforo era rosso per i pedoni.

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«Ero in attesa e guardavo a sinistra, per vedere se le macchine stessero rallentando, quando le ho viste mentre venivano travolte dall'auto». Il ragazzo non poteva crederci ma non si è perso d'animo ed è stato tra i primi a chiamare i soccorsi.

LE PERIZIE
Un'indagine difensiva per ottenere «una ricostruzione scientifica dell'incidente, agli esclusivi fini dell'accertamento pieno della verità», l'ha annunciata l'avvocato della famiglia Romagnoli, Cesare Piraino. «Abbiamo anche contattato uno dei periti italiani più prestigiosi nella ricostruzione scientifica degli eventi complessi e drammatici». Una perizia che la famiglia delle due vittime potrebbero condividere, visto che anche l'avvocato Giulia Bongiorno, legale dei Von Freymann oggi nominerà un tecnico per stabilire l'esatta dinamica. E la stessa mossa sarà fatta dall'avvocato di Pietro Genovese, Gianluca Tognozzi.

Insomma si annuncia una battaglia a colpi di perizie nella vicenda giudiziaria. Negli ultimi giorni si sono susseguite una serie di versioni contrastanti da parte di alcuni testimoni. Nell'interrogatorio svolto nell'immediatezza dei fatti, Genovese, ancora in stato di choc, aveva affermato di non avere visto le due 16enni attraversare la strada. Circostanza sostenuta anche da uno dei due amici a bordo con lui sul Suv: «Quelle due ragazze sono sbucate all'improvviso, correvano mano nella mano. Era impossibile evitarle. Pioveva, era buio, ma ricordo perfettamente cos'è successo: ho visto due sagome apparire dal nulla e poi il corpo di una di loro rimbalzare sopra il cofano».

Tra i vari testimoni, ascoltati dagli agenti della municipale anche nei giorni seguenti, c'è quella di uomo che, transitando sulla corsia opposta la notte dell'incidente, avrebbe visto la parte anteriore del Suv abbassarsi bruscamente come nel tentativo di frenare, mentre un ragazzo a bordo di una minicar avrebbe visto le due sedicenni attraversare sulle strisce. Tra le dichiarazioni più chiare quella di una donna che con il marito si trovava dietro l'auto che transitava alla destra del Suv di Genovese e che ha rallentato vedendo le ragazze. «Ci siamo fermati e ho visto ha detto la donna che le due ragazze venivano investite dall'auto alla nostra sinistra».
 

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