Cortina, focolaio Covid in un hotel: metà dei dipendenti positiva al virus

Focolaio Covid in un hotel a Cortina. Metà dei dipendenti sono positivi
Focolaio Covid in un hotel a Cortina. Metà dei dipendenti sono positivi
di Olivia Bonetti
Sabato 12 Settembre 2020, 08:46 - Ultimo agg. 14 Settembre, 07:12
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CORTINA D'AMPEZZO (BELLUNO) - Dopo il caso del Summer Party, con il maxi-screening ai 500 ospiti per un positivo, ancora allarme Coronavirus a Cortina: questa volta c'è un vero e proprio focolaio Covid. È in un hotel del centro, l'Alaska, dove metà degli operatori (una decina di persone) sono risultati positivi. Quando il Dipartimento di Prevenzione della Usl 1 di Belluno, nella tarda serata di giovedì, ha avuto i risultati, ha immediatamente attivato una sessione straordinaria di tamponi per tutti gli ospiti della struttura.

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Praticamente il personale Usl è andato sul posto, a Cortina, con un'unità mobile per sottoporre a tampone i turisti che stanno trascorrendo le vacanze in quell'albergo di Largo Poste. Si tratta di una ventina di persone. Tutti gli ospiti sono stati posti in automonitoraggio, senza possibilità di spostarsi fino al risultato del test che è arrivato in tarda serata: tutti negativi. L'albergo è comunque in fase di fine stagione: è operativo con personale alla reception, ma non accetta nuovi ospiti (ovviamente, per sicurezza) e domenica chiuderà, per riaprire poi quest'inverno. Contattato ripetutamente al telefono ieri sera, il direttore della struttura non ha voluto rilasciare dichiarazioni.



IL FOCOLAIO
Tutto era iniziato alcuni giorni fa quando un operatore della cucina dell'Alaska aveva i sintomi del virus e si era fatto un tampone in un laboratorio privato. I suoi sospetti erano fondati: il risultato, arrivato l'8 settembre, era positivo. Da quel momento la Usl 1 Dolomiti ha iniziato l'analisi di tutti i contatti stretti del cuoco, o comunque significativi in ambito professionale ed extraprofessionale: sono stati quarantenati e sottoposti al tampone. Per 8 dipendenti era arrivato l'esito positivo. Il Dipartimento di Prevenzione dell'Usl 1 Dolomiti aveva già rilevato anche un ulteriore caso a carico di un operatore che nel frattempo era rientrato nella città di origine fuori regione. In tutto quindi sono 10 i dipendenti dell'hotel Covid positivi. 

LA RISERVATEZZA
Il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina, ha spiegato che «il mini focolaio è stato gestito tempestivamente con tutti i protocolli del caso e il rapido intervento della Uls». L'operazione dei sanitari con i tamponi effettuati nell'hotel è stata fatta con la massima cautela, visto che si tratta di una zona centrale. Gli operatori sono entrati nella struttura, ma impossibile che quel personale bardato con tute bianche passasse inosservato. Così la voce si è sparsa in poche tempo e ieri in tanti ne parlavano. Il timore di tutti è che una notizia di questo tipo possa danneggiare la stagione al termine. Ma basta analizzare i numeri: i 10 dipendenti si sommano altri 5 casi positivi che c'erano in precedenza a Cortina (non collegati all'hotel).

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Quindici casi in un centro turistico che per tutto agosto ha viaggiato con una media di 40-60mila presenze giornaliere non sono nulla. Segno che tutto è stato fatto nel rispetto delle norme Covid. Basti pensare che nel fulcro della località, il punto di contatto col pubblico più grande, la storica Cooperativa di Cortina, ci sono stati zero casi di contagi tra gli operatori in tutta la stagione. La Usl 1 di Belluno ha spiegato che «l'indagine epidemiologica ha correlato queste positività» ad un probabile caso indice registrato due giorni fa. È stato comunicato anche che «è stato messo in campo il consueto contact tracing, che sarà modulato sulla base dei risultati dei tamponi eseguiti».

IL BOLLETTINO
Questa vicenda si inserisce in un bollettino che ieri ha registrato in Veneto altri 166 casi, per un totale di 24.600, di cui 2.973 attualmente positivi. In isolamento domiciliare ci sono 7.908 persone, di cui 107 con sintomi. Cala però lievemente la pressione ospedaliera: 143 i ricoverati in area non critica e 17 in Terapia intensiva. Il conto delle vittime sale invece a 2.140.

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