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Cospito chi è l'anarchico dalle mille facce: dalla condanna per renitenza alla leva fino agli attentati terroristici

Fu arrestato immediatamente quando gambizzò l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Era il 2012

Cospito chi è l'anarchico dalle mille facce: dal primo arresto per renitenza alla leva, la richiesta di grazia al Quirinale fino agli attentati terroristici
Cospito chi è l'anarchico dalle mille facce: dal primo arresto per renitenza alla leva, la richiesta di grazia al Quirinale fino agli attentati terroristici
di Mario Ajello
Articolo riservato agli abbonati
Venerdì 3 Febbraio 2023, 14:01 - Ultimo agg. : 16:23
4 Minuti di Lettura

«Io sono anarchico e quindi il soldato per lo Stato imperialista non lo faccio». E non lo fece Alfredo Cospito. Un documento proveniente dal Tribunale di Roma datato 22 luglio 1992 rivela infatti che l’anarchico fu accusato del reato di diserzione aggravata dall’obbligo di leva militare e anche se poi, condannato,  gli fu applicata l’amnistia che gli ridusse gran parte della pena. Successivamente, condannato ancora per lo stesso reato dal Tribunale militare di Roma a un anno, nove mesi e dieci giorni di reclusione, egli sviluppò una strategia vincente. Sciopero della fame. Recidivo dunque l’insurrezionale il subcomandante Alfredo che ora rifiuta il cibo (e il 41 bis).

APPROFONDIMENTI
Cospito, Delmastro sotto scorta 
Alfredo Cospito

Un anarchico dalle mille facce, ma sempre «ostinatamente dalla parte del torto». Ora lo difendono un po’ tutti gli intellettuali e i vip alternativi per convinzione o per posa. Zerocalcare, Valerio Mastandrea, Jasmine Trinca, Ascanio Celestini, 99 Posse, Michele Riondino e molti altri sono schierati a sostegno della «libertà di Alfredo dalle catene del carcere duro». E la creazione del martire, la mitizzazione del rivoluzionario in ceppi, è cominciata e dilaga. «Il coraggio di Alfredo», «Alfredo esempio rivoluzionario come lo furono i partigiani anti fascisti», «La capacità di Alfredo di rompere lo schema repressivo dello Stato», «Alfredo che ha aperto una crepa all’interno del sistema»: la retorica combat dei giovani e dei vecchi, degli anarchici e dei compagni di strada, del circuito rivoluzionar-casereccio da occupazione della facoltà di Lettere a La Sapienza riempie un’atmosfera che si sta facendo cupa e che può esplodere a livello politico ma soprattutto di piazza. 

Cospito, Delmastro sotto scorta e attacca il Pd: «Spieghi inchino ai mafiosi»

E i delitti di Cospito? Aveva ottenuto la grazia dal Colle, ma niente: Alfredo fa l’Alfredo fino in fondo, e «chi è un sovversivo lo è per sempre», ha sempre detto ai suoi seguaci. Agli occhi dei quali non è certo un gandhiano, e neppure un Pannella: ma un guerriero. Il suo corpo contro il corpo dello Stato. Cospito nel 1991, già in carcere, decise insomma di fare lo sciopero della fame e venne graziato. Lo Stato lo ha salvato ma non gli bastò: ed è andato a sparare in giro. Con il passare del tempo, è diventato uno degli anarchici più influenti. Scrive un manifesto, il KN03: il nome è un chiaro richiamo alla formula chimica del nitrato di potassio, elemento utilizzato assieme allo zucchero per la realizzazione di ordigni rudimentali usati in passato dagli anarchici informali. L’azione diretta arriva nel 2012: Cospito e il suo amico Nicola Gai gambizzano l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. I due vengono arrestati quasi immediatamente.

Ma se Gai verrà scarcerato 8 anni dopo, per Cospito la situazione si complica: mentre si trova in carcere è accusato anche dell’attentato del 2006 contro la scuola carabinieri di Fossano. Avrebbe infatti posizionato 2 ordigni fuori dallo stabile senza però fare né morti né feriti. Per quell’atto il membro della Fai è condannato a 20 anni di reclusione con l’accusa di strage. La sua compagna Anna Beniamino è invece condannata a 16 anni e mezzo. La situazione peggiora ancora di più quando la Cassazione riconosce per Cospito il reato di strage contro la sicurezza dello Stato, un reato che prevede la pena dell’ergastolo ostativo, che non permette di godere cioè di alcun beneficio.

A maggio 2022 l’allora ministra della Giustizia, Marta Cartabia, decreta per Cospito il 41-bis. È il primo anarchico a vedersi applicata questa misura detentiva. Finora a subirla erano stati solo i mafiosi e i capi dell’ultima generazione delle Brigate rosse. Lui protesta e inizia lo sciopero della fame lungo oltre 3 mesi. Perde oltre 35 chili. E i seguaci del subcomandante Alfredo promettono adesso giorni di mobilitazione, cortei ovunque, slogan ma non solo slogan. A farsi leader dei cospitiani di piazza è Lello Valitutti, il super-anarchico in carrozzella che alla sua tenera età (è oltre i 70) guida la rivolta avvertendo tutti: «Noi siamo anarchici e gli anarchici, come si sa pensando alla vicenda del Re Umberto e del nostro compagno Gaetano Brescia, sanno come rispondere a chi fa violenza». Un avvertimento, una minaccia molto chiara. Si sta giocando con il fuoco. Avvertire dunque i ragazzi della Sapienza che fare circo stile anni ‘70 - okkupazione-okkupazione-okkupazione - con materie così incendiabili non è una buona idea.

Alfredo Cospito, lo sciopero e la clemenza di 30 anni fa, poi il terrorista gambizzò un manager

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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