Il governo italiano sta valutando in che modo intervenire per difendere i propri confini, e potrebbe decidere di ripristinare la quarantena per chi arriva dai paesi dove il virus sembra fuori controllo. Nei giorni scorsi, a sollevare la questione frontiere è stato anche l'assessore alla salute del Lazio, Alessio D'Amato. «Serve la quarantena per chi proviene da alcuni Paesi dell'Est Europa dove i numeri dei nuovi casi sono altissimi e la percentuale dei vaccinati è bassa - ha spiegato - Con Romania e Bulgaria l'Italia ha intensi rapporti, i lavoratori di quelle Nazioni sono impegnati nell'assistenza agli anziani, non possiamo rischiare». D'Amato ha chiarito che «andrà tutto fatto con spirito di collaborazione. Il lavoro che queste persone svolgono nel nostro Paese è molto importante», ma il rischio contagio è troppo elevato ed è necessario agire prima possibile.
L'emergenza c'è e nessuno lo nega.
Nel frattempo, un aggiornamento delle raccomandazioni del Consiglio europeo sulla libera circolazione nella Ue verrà ufficializzato a giorni. Lo ha ribadito ieri la commissaria Stella Kyriakides al Parlamento europeo. «Nel tentativo - viene specificato - di disciplinare gli spostamenti dalle aree nelle quali il virus sta circolando a livelli particolarmente alti e per contenere la diffusione di ogni potenziale nuova variante».
Dentro casa, poi, si sta valutando se approvare un super Green pass. Da più parti si stanno sollevando proteste per la mancanza di controlli nei bar e nei ristoranti. Ma le forze dell'ordine lo hanno già spiegato chiaramente: il loro intervento sarà possibile solo in caso di segnalazione da parte dei clienti. Oppure nel caso di pattuglioni disposti da prefetti e questori nei quartieri della movida.
Il tutto, però, in una sorta di bilanciamento dei diritti, così come spiega la stessa ministra dell'Interno Luciana Lamorgese: «È stato un anno che ha visto grandi manifestazioni di protesta contro il Green pass - ha dichiarato la ministra durante la presentazione del calendario della polizia al museo Maxxi - ma le nostre forze di polizia hanno saputo svolgere il loro ruolo sempre con grande professionalità e umanità. La nostra non è una linea soft ma la linea di chi vuole comprendere le esigenze di chi manifesta, con la fermezza di proteggere il bilanciamento dei diritti. Il problema è proprio questo».