Covid, ondata sull’Europa. In Italia salgono i ricoveri, picco a Trieste

Covid, ondata sull’Europa. In Italia salgono i ricoveri, picco a Trieste
Covid, ondata sull’Europa. In Italia salgono i ricoveri, picco a Trieste
di Mauro Evangelisti
Venerdì 29 Ottobre 2021, 00:30 - Ultimo agg. 16:24
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Da Oriente a Occidente. I contagi stanno aumentando in tutta Europa, Italia compresa, dove i ricoveri salgono nella maggior parte delle regioni, anche se sono per fortuna lontano dal livello di guardia. Il percorso è stato più o meno quello di un uragano. È partito da Est, in particolare dalla Russia: qui la popolazione in maggioranza non è vaccinata e si contano ogni giorno più di 1.100 decessi per Covid, un numero alto anche per un Paese così vasto. Ha travolto l’Ucraina: c’è il picco più alto di sempre di infezioni ma anche di decessi (oltre 700), in un territorio facilmente attaccabile, visto che la percentuale dei vaccinati, con almeno una dose, è poco sopra al 20 per cento. Ha raggiunto i Paesi baltici: sono stati i primi a rispondere con limitazioni e chiusure (negli ultimi giorni decise anche dalla Russia). Sta mettendo in ginocchio Bulgaria e Romania. A Bucarest, in particolare, la situazione è fuori controllo: su base nazionale ha superato quota 600 decessi al giorno per Covid (con meno di un terzo della popolazione dell’Italia) e ogni giorno la stampa locale parla di un grande scandalo di certificati vaccinali falsi, venduti persino a poliziotti e atleti sportivi famosi, perché anche in Romania la spinta no-vax sembra inarrestabile nonostante il record mondiale di morti nell’ultima settimana.

Il Covid sta attaccando a Oriente. Lo testimonia anche la mappa di Ecdc (l’agenzia dell’Unione europea) che ha colorato in rosso scuro (incidenza alta) pure Croazia e Slovenia. Ma l’uragano sta arrivando anche nel resto d’Europa, a partire da Germania e Belgio, per lambire l’Italia che ieri ha sfiorato quota 5mila casi positivi in un giorno, come non avveniva da un mese e mezzo quando si era raggiunto il picco dell’ondata estiva legata soprattutto ai Campionati europei di calcio. Il caso della Germania è molto interessante: si tratta di un Paese che, al contrario del Regno Unito, ha sempre mantenuto un buon livello di precauzioni, ha applicato la formula del Green pass (o qualcosa di simile) e ha vaccinato con buone percentuali (poco sotto al 70 per cento), ma adesso vede un incremento consistente dei nuovi casi positivi: l’incidenza settimanale è passata da 85,6 a 130,2 (ogni centomila abitanti), in un giorno sono stati trovati oltre 28mila contagiati. L’alto tasso di vaccinazione sta salvando la Germania e mantenendo relativamente basso il numero dei decessi (la media giornaliera settimana è di 86) e non è paragonabile con i dati della Romania. Anche i ricoveri per ora sono ben al di sotto del livello di guardia, ma l’associazione degli ospedali tedeschi avverte: i pazienti Covid sono il 40 per cento in più di una settimana fa, se questa tendenza prosegue, avremo 3mila pazienti in terapia intensiva già tra due settimane. Anche il Belgio e l’Olanda stanno registrando un incremento simile, mentre in Francia e in Italia l’innalzamento della curva è cominciato ora. «Con gli spostamenti, soprattutto dei lavoratori, all’interno dell’Unione europea - spiega il professor Massimo Ciccozzi, epidemiologo e docente all’Università Campus Bio-Medico di Roma - era inevitabile che l’aumento dei casi si muovesse verso Ovest da Est, dove c’è un tasso di vaccinazione assai basso.

Proprio perché in Italia abbiamo vaccinato di più, possiamo pensare che l’inverno non sarà paragonabile a quello dell’anno scorso, ma dobbiamo continuare a usare tutte le precauzioni, a partire dalle mascherine. L’esempio del Regno Unito ci fa capire che l’imprudenza può essere molto pericolosa».

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Bisogna capire è se l’incremento dei casi in Italia sia frutto soltanto dell’obbligo di Green pass nei posti di lavoro, che dal 15 settembre ha aumentato enormemente il numero dei tamponi, o se invece l’epidemia stia nella sostanza diventando più grave. Per contestualizzare la situazione è sempre utile ricordare cosa succedeva il 28 ottobre del 2020: l’Italia contava 24.991 nuovi positivi su 198mila tamponi e 16.500 ricoverati per Covid; ieri, 28 ottobre 2021, i positivi sono stati 4.866 su 570mila tamponi e i ricoverati sono 2.956. Le prime pagine dei giornali il 28 ottobre 2020 annunciavano nuove chiusure, oggi invece i dati pongono ancora lontana la possibilità che qualche regione passi in fascia gialla (provvedimento che comunque prevede limitazioni non paragonabili a quelle di un anno fa). Premesso tutto questo, va detto che il vento dell’Est c’è anche in Italia: «Trieste - osserva il matematico Giovanni Sebastiani del Cnr - ha una incidenza di 227 casi ogni 100mila abitanti, quattro volte quella del resto del Paese. E tutte le province del Friuli-Venezia Giulia sono in crescita. Non penso che il caso Trieste si possa spiegare con le manifestazioni no-vax, ma con i contatti costanti con l’Est Europa. C’è un altro dato interessante: il livello più alto di occupazione dei posti letto in ospedale per Covid sono in Provincia di Bolzano, Sicilia e Valle d’Aosta, aree con percentuali basse di vaccinazione». Sul fronte delle terapie intensive sono in sofferenza Marche e Umbria, che hanno visto un sensibile incremento, mentre in Abruzzo stanno aumentando i ricoveri sia in terapia intensiva sia in area medica. L’Rt dell’Italia, stando ai dati che saranno diffusi oggi, si avvia a superare il limite critico di 1 (nel Lazio è a 1,01). «Bisogna accelerare con le terze dosi, è importante aumentare la protezione e speriamo anche che si convincano coloro che ancora non si sono vaccinati. Dobbiamo superare questo inverno, in primavera la situazione sarà decisamente migliore», sostiene il professor Ciccozzi. 

 

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