Covid Roma, l'addio a Lucianone il gigante buono del pronto soccorso stroncato dal virus

La bara dell'infermiere sul prato del San Filippo Neri
La bara dell'infermiere sul prato del San Filippo Neri
di Alessia Marani
Lunedì 16 Novembre 2020, 16:53 - Ultimo agg. 21:33
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La bara e i fiori sul piazzale dell'ospedale per dire "addio" a Luciano Quaglieri, l'infermiere di 48 anni stroncato dal Corvid-19 sabato scorso dopo settimane di ricovero. Un abbraccio ideale e commosso a "Lucianone", il  gigante buono del Pronto soccorso del San Filippo Neri, è partito dai tanti colleghi che gli sono stati al fianco in questi anni e che gli hanno voluto bene, tra gli applausi e la commozione dei pazienti affacciati dalle finestre. Tra i tanti, così l'ha voluto ricordare Antonella, una collega, che gli ha dedicato un lungo e affettuoso post su Facebook: «Oggi sul prato antistante l'ospedale un popolo intero ti ha pianto, medici, infermieri, paramedici e persino i malati affacciati ai balconi ti hanno dato commossi ultimo addio. Vorrei che la gente comune potesse sapere cosa abbiamo provato, il silenzio assordante, il freddo dentro l anima, il dolore rabbioso per l impotenza di fronte ad una cosa più grande di noi. 

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Eri un fratello sai? Eri un fratello per tutti noi ma non te l'abbiamo mai detto ..che certe cose le capisci solo dopo, quando ormai è troppo tardi. Il gigante buono della sala rossa del dea che col suo sguardo bonario e sicuro ti incuteva serenità anche di fronte alle urgenze più impegnative. Oggi mi sembra di non poter più sorridere ...

perché mio fratello è morto. Oggi mi sembra di non poter più sorridere perché il mondo non lo sa cosa proviamo noi che continueremo il nostro lavoro senza di te. Alzi la testa e ricominci. Oggi mi sembra di non poter sopportare più la superficialità e l'ottusità di chi non si mette in gioco, di chi non vede oltre il suo naso, di chi si lamenta dei suoi piccoli guai. Il tuo funerale non è finito oggi perché con nostro fratello è morto anche un pezzetto di noi. Ciao Lucianone». Il giardino dell'ospedale, ha fatto sapere la Asl Roma 1, ora, sarà dedicato all'infermiere scomparso.

I CONTAGI IN OSPEDALE

La questione dei contagi tra operatori sanitari, dagli addetti alle pulizie ai medici, è una delle criticità maggiori legate all'emergenza Covid. La Regione Lazio la scorsa settimana ha emanato una direttiva inviata a tutte le direzioni generali delle Asl raccomandando screening a tappeto attraverso i tamponi rapidi antigenici, più facilmente reperibili sul mercato. «Oltre all'infermiere - spiega Roberto Chierchia della Cisl Fp - è deceduto per Covid anche un dipendente dell'Umberto I e solo qui la soglia degli infetti tra gli operatori ha superato le 120 unità. L'unico screening di massa è stato effettuato durante la prima ondata e, finora, non è più stato ripetuto, ma effettuato a macchia di leopardo e nel caso vi fossero delle positività emerse in determinati ambiti o reparti. Solo ora, evidentemente anche per questioni logistiche dovuto all'approvvigionamento dei tamponi, si decide di rifarlo. Ma i tamponi vanno fatti su tutto il personale e con cadenza regolare». 



 

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