Covid, Speranza convoca riunione urgente con il Cts: «Valutiamo nuovi divieti»

Covid, Speranza: «Non siamo fuori da fase difficile». Impennata contagi: riunione con Cts
Covid, Speranza: «Non siamo fuori da fase difficile». Impennata contagi: riunione con Cts
Sabato 10 Ottobre 2020, 11:18 - Ultimo agg. 20:23
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Covid, il ministro della Salute Roberto Speranza stamani è tornato ad affermare che l'Italia «non è fuori dalla fase difficile. Serve un 'patto Paese' per il nostro futuro». Il ministro Speranza, in un intervento video ai lavori conclusivi dell'incontro su 'La sanità post Covid-19' al teatro Bellini di Catania, conferma, dunque, che «non siamo ancora fuori dalla fase più difficile. Bisogna mantenere con forza tutte le misure di sicurezza con determinazione, per poter continuare ad avere ancora numeri meno alti di quelli che si registrano in altri paesi europei».

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Riunione urgente Cts con Speranza

Una riunione urgente del Comitato tecnico scientifico, alla quale dovrebbe partecipare anche il ministro della Salute Roberto Speranza, è stata convocata per domani.

Sul tavolo degli esperti, secondo quanto si apprende, ci sarebbe l'impennata dei contagi dell'ultima settimana e la capacità del sistema di testare i casi.

Il ministro e gli esperti, anche alla luce di quelli che saranno i dati del bollettino di oggi, faranno il punto della situazione con l'obiettivo di individuare azioni e procedure per tentare di frenare la crescita della curva del contagio. Misure più rigorose di quelle attuali che saranno adottate con il Dpcm entro il 15 ottobre e che prevederanno una serie di restrizioni. «Prima di arrivare - viene sottolineato - a decisioni radicali» che inciderebbero pesantemente sulla vita sociale ed economica del paese e che allo stato nessuno nel governo vuole prendere. Il ragionamento che, numeri alla mano, gli esperti stanno facendo in queste ore, è semplice: la situazione rischia di sfuggire di mano e, considerato che si è solo ad ottobre e non si è ancora entrati nella stagione influenzale - che potrebbe avere il picco tra febbraio e marzo - potrebbero servire misure per 6 mesi. Dunque serve muoversi ora, con interventi «mirati e localizzati» che prevedono la creazione di 'zone rosse' locali, lo stop agli eventi di massa, e misure progressive per locali, trasporti, lavoro, attività sportive in modo da evitare chiusure generalizzate. L'altro punto fondamentale che verrà affrontato nella riunione è la capacità del sistema di testing di reggere l'urto dell'aumento dei casi. Già da giorni, infatti, si registrano in molte città diverse difficoltà per l'effettuazione dei tamponi, con migliaia di cittadini in attesa per ore degli esami e giorni per avere l'esito. Andrà dunque valutato come potenziare il sistema ed evitare che vada in sovraccarico, a partire dalla possibilità di utilizzare a fini diagnostici anche i test rapidi.

Speranza: «Tenere massimo livello di attenzione»

«Credo che sia indispensabile tenere il massimo livello di attenzione. Io ho tenuto la stessa linea anche nei giorni in cui la curva sembrava molto più bassa. Abbiamo superato i mesi di marzo e aprile, ma il virus continua a circolare e la battaglia non è mai stata vinta in maniera definitiva». Lo ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza nel suo intervento alla manifestazione 'Sanità: pubblica e per tutti!' promossa da Cgil e Funzione Pubblica Cgil in piazza del Popolo a Roma. «In tutte le Regioni è ripresa una circolazione significativa del virus, abbiamo bisogno di alzare il livello di guardia e di un coordinamento ancora più forte con le Regioni», aggiunge. 

Covid, nuovo Dpcm: vietato sostare in piedi fuori da bar e ristoranti

Nuovo Dpcm , è il ministro della Salute Roberto Speranza ad anticipare che misure più drastiche per fermare l'avanzata dei del virus saranno valutate nelle prossime ore: "Le valuteremo in queste ore. Abbiamo riunioni permanenti con il nostro gruppo scientifico tecnico con il quale ci confrontiamo costantemente. Abbiamo riunioni politiche nelle prossime ore.


«Serve 'patto Paese' per nostro futuro»

«La parola chiave è prossimità, con una sistema sanitario che si avvicina ai problemi reali delle persone. Una rete dal basso. Dobbiamo farlo tutti insieme. Dobbiamo costruire un grande 'patto Paese' perché il futuro del nostro Paese passa per il suo sistema sanitario nazionale», dice il ministro della Salute. «Chi sostiene che le misure di prevenzione siano soltanto lacci e lacciuoli dice una enorme sciocchezza. Soltanto un Paese sicuro può correre più veloce e ripartire con più energia e determinazione».

«Ricominciare a investire su Ssn»

«La lezione del Coronavirus ci dice che il sistema sanitario nazionale è la cosa più importante che abbiamo. Dobbiamo ricominciare ad investire. Per troppi anni la spesa sanitaria è stata penalizzata. Oggi il virus ci consente di cambiare marcia». Lo ha affermato il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un video per l'incontro 'La sanità post Covid-19' a Catania. «Siamo soltanto all'inizio - ha aggiunto - e dobbiamo usare tutti gli strumenti che abbiamo per mettere benzina nel sistema sanitario nazionale».

Speranza: «Basta sanità bancomat»

No alla sanità come bancomat. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza alla manifestazione a Roma promossa da Cgil e Funzione Pubblica Cgil 'Sanità pubblica e per tuttì' con il segretario generale Maurizio Landini. «La Sanità pubblica - ha detto Speranza - è il cuore del nostro Paese». Occorre «costruire un orizzonte forte di cambiamento rispetto alla sanità italiana. I soldi che si mettono sulla salute dovbbiamo considerarli il più grande investimento sulla vita delle persone».

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Il Covid supera quota 5mila contagi in un giorno e il governo studia una strategia per evitare un secondo lockdown . Le misure riguarderanno principalmente rafforzamento dello smart working e chiusure localizzate, ma non è da escludere che - in casi estremi - possa tornare in vigore il divieto di spostamento fra regioni.

 


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